VIII

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Capitolo Ottavo

Era tipo…quanto? Tutta la vita? Che cantavo quella canzone.

Probabilmente se me lo avessero chiesto avrei potuto anche cantarla al contrario o in swahili, all’occorrenza.

La mia voce era calda, sicura. La melodia mi fluiva fuori dalle labbra con semplicità, senza il minimo sforzo. Potevo sentire gli occhi di tutti puntati su di me, ma in quel momento non aveva la minima importanza. Tutte le emozioni che non riuscivo a far trasparire in nessun altro modo, le esternavo attraverso il canto. Tutto quello che non riuscivo a dire, lo esprimevo così. C'eravamo solo io, la canzone, e Lui.

I miei occhi erano irremovibilmente puntati nei suoi, e cantavo a pieni polmoni, come se dovesse essere l'ultima volta.

Quando la canzone terminò, per un secondo ci fu silenzio. Fu un secondo davvero terrificante, durante il quale la colazione minacciò di tornare a farmi visita. Poi arrivarono gli applausi, tra cui quello di Mr T che, non posso giurarlo, sembrò farmi un occhiolino.

Lo sguardo di Mrs Wright invece era imperscrutabile, e non faceva altro che spostarsi da me a Louis e viceversa.Quella donna aveva qualcosa di inquietante.  

Quando scesi dal palco, arrossii in fretta. Sentivo lo sguardo di tutti addosso, e non era una cosa alla quale ero abituata. Al di fuori del palcoscenico ero più che altro abituata ad essere quella ragazza mediocre e problematica che tutti cercano di non guardare troppo manco potesse rubargli l’anima.

Ma ora mi guardavo tutti, e gran parte di loro lo fece anche dopo che una certa Jasmine salì sul palco per la sua audizione. La cosa non fece altro che infastidirmi ancora di più. Volevo solo alzarmi ed urlare a tutti di smetterla di fissarmi. Cosa avevo fatto di così eccezionale?

Alla fine lo feci. Mentre un certo Jason provava timidamente ad imitare Louis, mi alzai in piedi e mi rivolsi sgarbatamente alla signora Wright .

-Miss?-Jason stava per attaccare con la prima strofa. La donna girò appena il capo verso di me.-C’è qualche motivo per cui io debba trattenermi?

Non sembrò darmi retta. Mi alzai in piedi e mi diressi verso di lei:-Miss? Dobbiamo fare altro?

Il mio tono diventò sempre più teso, mentre Jason attaccava il pezzo di Tony. La sua non era che una labile imitazione dell'interpretazione perfetta del ragazzo con gli occhi blu.

Dopo essere stata ignorata dalla professoressa per l'ennesima volta, uscii dalla stanza il più rumorosamente possibile, sbattendomi la porta alle spalle urlando un semplice:-Allora mi sa che vado!

Camminai spedita lungo l’intero corridoio, con la sensazione di essere seguita. Ma esisteva, in tutto l’universo conosciuto, una persona capace di capirmi? Non chiedo la luna, mi sembra. Solo professori che non giochino alle belle statuine e compagni di corso che non ti fissino come un animaletto morto.

Una voce mi riscosse:-Bella mossa.-nient’altro.

Mi voltai, ma non c’era nessuno. Quando mi girai di nuovo, mi ritrovai faccia a faccia con Louis Tomlinson, un metro e Dio solo sa cosa di sfacciataggine e talento.

-Vuoi darmi noia?-diretta, chiara, concisa. Odiosa.

-Certo, voglio infastidirti fino alla morte.-rispose lui.-Anzi, anche oltre. Ti perseguiterò anche dopo…-strinsi gli occhi, ma luccicavano.

Avevo un’espressione scettica, ma i miei occhi, puntati nei suoi, sorridevano. 

Fidati, dicevano. Fidati. Ma non sono di certo una sprovveduta.

A boy like that SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora