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Capitolo Ventesimo

-Ti va di parlarne?

Non mi guardava nemmeno. Se ne stava stesa sul letto e mi dava le spalle.

Piangeva in assoluto silenzio, non si sentiva quasi.

Dentro di me cominciava lentamente a farsi strada un sottile senso di colpa, che mi bloccava la voce e mi faceva salire in bocca un forte sapore di bile. Come se fosse stata colpa mia. Ma non lo era, giusto?

-Becks, mi dispiace.-ammisi infine, sospirando. Dal mio tono non sembrava che fossi davvero dispiaciuta.-Dico sul serio.-aggiunsi, come se volessi convincerla del contrario.

Non disse nulla, non si mosse, né diede segno di avermi sentita.

-Non sapevo come dirtelo.-suonava come una scusa. Disse qualcosa, ma la voce impastata dalle lacrime mi arrivò incomprensibile.

-“Becky, Zayn sta con una”. “Becky, mio fratello si è messo con la mia amica Scarlett”. “Becky, quello stronzo s’è trovato un’altra oca”. E’ facile.

Feci il giro della stanza e mi inginocchiai davanti al letto, in modo da poterla guardare in volto. Becky crollava per tutto, non dimenticava mai niente. Becky sarebbe stata capace di piangere ancora per la morte di Blanket, il coniglietto che aveva a sette anni. Troppo dolce, troppo gentile, troppo fragile per tutto.

-Becky, andiamo, dopo tutto questo tempo?

-Sempre, Christa, sempre! Ogni giorno, ogni ora, orni minuto, ogni dannato istante della mia vita!

La solita melodrammatica. Dio li fa e poi li accoppia. Si dice così, no? Becks poteva sembrare l’Anti-Christa, ma in realtà era esattamente uguale a me. Conoscevo molto bene quell’atteggiamento tragico e delirante, e sapevo per esperienza personale che sarebbe stato impossibile tenerle testa.

Mi pentii anche di averla stuzzicata. Probabilmente si sarebbe lanciata in una scrupolosa analisi delle mie mancanze, seguita e intramezzata da crisi di pianto isterico e follia omicida.

-Come hai potuto nascondermi una cosa del genere? Ma che razza di amica sei?

-Un’amica che ha a cuore la tua salute mentale, idiota! Mio fratello porta solo rogne, è una vita che te lo dico, ma a quanto pare non ti si ficca ancora in testa. Becky sono passati due anni ed è ora di voltare pagina, non credi? Zayn non tornerà mai in ginocchio a chiederti di perdonarlo, anzi, credo che non se lo ricordi nemmeno, se devo essere sincera. Ha una pessima memoria.

Avvampò tutta, come se avessi detto qualcosa di osceno:-Ma io…io non voglio! Cioè, io non voglio lui, ma solo…oh, al diavolo. Cosa ha lei che io non ho?-aveva assunto un tono lamentoso, e si era tirata su, poggiando il mento sulle ginocchia.

Mi sedetti vicino a lei, intrecciando le gambe.

Il peggio era passato.

-Disegna.-mi tenni sul vago, e guardai di sottecchi il suo volto, attenta a scorgere anche il minimo cambiamento dell’espressione.-E’ brava.-aggiunsi, sbilanciandomi leggermente. Temetti un’accusa di alto tradimento, ma Becky si limitò a dire:-O sei Dalì o via da qui, no?

Doveva essere una battuta, ma lo disse con un’espressione così seria che non seppi cosa rispondere.

-Vabbe’. Chi se ne frega. È un coglione.-si asciugò le lacrime e sorrise, raggiante.-Altro che dovrei sapere?

Sospirai, disorientata. Becky era assurda, straordinaria. Forte come un uragano, come mille tempeste. Dove lo trovasse il coraggio di mettere una pietra sopra a tutto e di superare tutte le difficoltà restava per me ancora un mistero. Si salvava sempre da sola. Probabilmente sarebbe spettato a me il compiuto di aiutarla, ma non ero in grado di farlo con me stessa, figuriamoci con lei.

A boy like that SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora