23 aprile, 2016 alternativo.
Erano passati diversi giorni dalla funzione in onore di quello che era stato il migliore amico di Paul.
Per tutto il tempo della cerimonia, numerose persone si erano fatte avanti per parlare di lui, sostenendo quanto la sua morte fosse stata una grande perdita per l'umanità.
L'anziano non aveva potuto fare a meno di sentirsi irritato da quelle parole, decidendo di non salire all'altare per raccontarlo come solo un vero amico avrebbe potuto fare, rendendosi conto che probabilmente lo avrebbero cacciato via.
Non avevano raccontato di Eddie. Lo avevano associato a quel che avrebbero voluto Eddie rappresentasse.
Non avevano parlato della sua arroganza, della sua meschinità, della sua maleducazione. E neanche della sua freddezza nei confronti delle persone più sfortunate di lui.
Si ritrovò a domandarsi quante voci sentite su persone che non conosceva direttamente fossero veritiere.
La mattina del 23 aprile Paul si alzò nuovamente dal letto, lavandosi e vestendosi con l'aiuto dei suoi figli, che oramai vivevano in casa sua.
Indossò una tenuta comoda, con l'intenzione di andare a passeggiare nel parco. Sua figlia gli aveva domandato per quale motivo avesse tanta fretta di uscire così presto, intimandolo di fare prima una lunga colazione.
Paul non aveva parlato a nessuno del suo incontro, nonostante sperasse, dentro di sé, di incontrare nuovamente Liesel.
Capitava molto raramente che restasse colpito così tanto da qualcuno e sentiva di poter ammettere che quella bambina l'aveva rapito profondamente.
Si incamminò a braccetto del suo bastone, poggiandolo di tanto in tanto nel momento in cui sentiva le sue gambe cedere. Attraversò la strada, superò la chiesa e il supermercato, ritrovandosi di fronte ad una distesa verde.
All'entrata c'era un cancello di ferro, al quale Paul diede uno scossone per aprirlo.
Affondò le scarpe grigie nell'erba folta, sentendosi subito meglio. Incominciò a camminare inoltrandosi nel boschetto, osservando gli alberi di pini e betulle che gli si presentavano davanti.
Non erano passati che pochi minuti quando Paul sentì una voce che lo chiamava. Si voltò a destra e a sinistra per cercare di capire da dove provenisse, per poi rendersi conto che la giovane Liesel lo stava chiamando da pochi metri di distanza, incominciando poi a correre verso di lui.
Una volta raggiunto lo abbracciò per pochi secondi, staccandosi poi e regalandogli un sorpreso sorriso.
Il sole filtrava dai rami e raggiungeva la sua pelle, sottile e candida, facendo risplendere il colore dei suoi occhi.
«Cosa ti porta da queste parti, Paul?» domandò, prendendolo a braccetto.
«Oh, io vengo molto spesso a passeggiare nel parco. Amo immergermi nella natura, contemplarla, mi fa sentire davvero bene. Non mi pare di averti mai vista da queste parti, Liesel.»
«Ci venivo in passato.» si affrettò a rispondere lei «Molti anni fa, una volta era diverso.»
«Visitavi il parco con i tuoi amici?»
«Sì, con i miei amici.»
«Che adesso non frequenti più?»
«No, non più.»
«A volte capita di perdere le amicizie, Liesel, fa parte della crescita. Io ho smesso di sentire il mio migliore amico molti anni fa, anche io e lui ci ritrovavamo spesso in questo posto.»
Evitò di dirle che, all'età di quattordici anni, lui ed Eddie erano soliti portare le ragazze proprio in quel posto per potersi poi appartare con loro.
«Con i miei amici era diverso, ci divertivamo insieme, Adesso loro... beh, non sono più vicini a me, e visitare il parco senza di loro mi fa un certo effetto.»
Per qualche strana ragione, Paul immaginò che la giovane si stesse riferendo ad una singola persona piuttosto che ad un gruppo di ragazzi.
«Come mai sei qui, allora?» continuò l'anziano.
«Stavo andando a scuola.» rispose lei «Ti ho visto entrare nel parco e sono corsa a casa a posare la cartella. Poi sono tornata qui, a cercarti.»
«Hai saltato la scuola per vedere me?» rise Paul, mettendole un braccio sulla spalla e continuando a camminare «Per quale motivo hai voluto perdere un giorno di scuola per passare del tempo con un vecchio?»
«Non lo so, avevo voglia di farlo. Mi sei simpatico, parlare con te è molto più interessante del farlo con le persone della mia età. Oggi avevo voglia di scambiare quattro chiacchiere con qualcuno in grado di mantenere una conversazione intelligente.»
Così iniziarono a parlare nuovamente dei loro interessi, scambiando opinioni come due coetanei. Passeggiavano sotto il sole che splendeva sulle foglie degli alberi, con la luce che non smetteva di emettere calore. Paul pensò che sotto i raggi luminosi quella ragazza appariva come un angelo. Di tanto in tanto dovevano fermarsi a causa degli improvvisi malori della ragazza, che la costringevano a piegarsi e a cercare di trattenere le lacrime.
Dopo di ciò, si rialzava e continuava a ridere e scherzare proprio come se nulla fosse accaduto.
Paul tendeva spesso a scordare quanto la ragazza fosse malata perché, aldilà di questi episodi, possedeva una vitalità invidiabile.
«Il tuo autore preferito?» domandò Liesel ad un certo punto «Anzi, no, non dirmelo. Voglio provare ad indovinare.»
«Puoi provare, ma non credo sia facile arrivarci.»
«Rimbaud?»
«Come hai fatto?» rise lui, sorreggendosi per qualche secondo ad un tronco d'albero.
«Conosco bene la poetica francese e credo sia quello che ti rappresenta maggiormente. Forse sto imparando a conoscerti, Paul.»
«E il tuo preferito qual è?»
La ragazza sorrise.
«Indovina.»
Continuando a concentrarsi sul periodo decadente, Paul si rese conto che non rimanevano che Baudelaire e Verlaine. E per quanto quest'ultimo fosse sublime come gli altri, non poteva assolutamente pensare che una giovane come Liesel potesse rappresentarlo. Non rimaneva dunque che un'unica possibilità.
«Baudelaire?»
«Hai indovinato!» esclamò, abbracciandolo nuovamente e stringendogli le mani al collo «Sei fantastico, sai leggere perfettamente dentro la mia anima.»
Attraversarono un fiumiciattolo che Liesel scavalcò senza problemi, aiutando poi Paul a passare dove l'acqua era più bassa e dunque facilmente attraversabile.
Il vento si stata agitando e l'aria fresca aveva iniziato a tramutarsi in gelo. I due decisero dunque che sarebbe stato meglio rincasare.
Liesel accompagnò Paul fino alla sua abitazione, per poi salutarlo nuovamente con un bacio sulla guancia. La ragazza iniziò a correre lungo la stradina semi buia, sotto gli occhi di Paul, che la seguì con lo sguardo mentre si faceva sempre più lontana.
Si passò una mano tra i capelli ed aprì la porta della sua casa, quella dove aveva vissuto fin da quando era nato, chiudendola alle sue spalle per poi scomparire fra le mura, senza riuscire a smettere di pensare alla vitalità di Liesel e a quei brevi attimi trascorsi assieme.
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Lolita non l'ha mai fatto
Romance-COMPLETA- Paul è un uomo anziano che si lascia trasportare dalla monotonia che accompagna le sue giornate, ripensando alle memorie che lo hanno reso felice. Il giorno dell'anniversario di morte del suo migliore amico Eddie, però, conosce Liesel, un...