7 gennaio, 1959 autentico
Essendo troppo nervosa per riuscire a mangiare, Liesel decise di saltare la cena. Una volta tornata nel bosco, passò più tempo del solito a strofinarsi il corpo con l'acqua ghiacciata del fiume.
Per tutto il tempo del bagno, non smise un istante di pensare a Paul.
Tornata a casa, indossò un vestito preso proprio la sera precedente. Aveva un colorito blu scuro, con un colletto a punta, lungo fin sotto alle caviglie. Si legò i capelli in una coda di lato, grazie ad un elastico che portava al polso quando era arrivata, indossò le prime scarpe che trovò e si diresse rapidamente verso la casa della cugina di Paul. Già in lontananza poteva udire la musica e le voci degli invitati.
Si fermò sul vialetto esitante, trovando poi il coraggio di suonare il campanello.
Ad aprirle fu una ragazza con lunghi capelli scuri. Portava un rossetto rosso acceso ed era piuttosto carina.
«Ciao! Devi essere Liesel. Mio cugino mi aveva detto che saresti venuta.»
La giovane entrò nella casa, lasciandosi travolgere da un'atmosfera festosa. C'erano diverse persone che chiacchieravano, sia adulti che bambini. Liesel posò un occhio su alcuni di loro, sguardo che venne subito intercettato dalla cugina di Paul.
«Tranquilla, la festa è nella mia stanza.» le disse, spingendola verso il corridoio «I miei genitori non vogliono che stiamo soli in casa, sai cosa intendo.»
Liesel fu tentata di raccontargli che nel duemila le ragazze erano solite dare festini fino a mezzanotte ed oltre, senza genitori e con fiumi di alcool.
Si limitò invece ad annuire e a seguire la ragazza fino alla sua stanza. Una volta entrate, un'ondata di fumo investì la giovane, facendola quasi tossire.
Sedute sul letto c'erano tre ragazze che parlavano fra loro, ridendo e stringendo una sigaretta fra le mani. Per terra stavano invece quattro ragazzi, fra cui Paul, che le sorrise subito, facendole un cenno con il capo. Liesel arrossì violentemente, cercando di nascondere il volto, salutandolo con un'alzata di mano.
«Ad ogni modo, io sono Samantha.» le disse la ragazza dai capelli scuri.
«Molto piacere.»
«Vieni, siediti sul letto con noi.»
La fecero accomodare sulla branda, passandole la sigaretta. Non sapendo bene cosa dovesse fare, aspirò e buttò fuori il fumo riuscendo a non tossire. Si sorprese nel non provare alcun disgusto.
Iniziarono a conversare della scuola, dei ragazzi e di altri argomenti che potessero interessare entrambi i sessi. Liesel fumava e ascoltava, senza riuscire mai ad inserirsi realmente nel discorso. Anche Paul appariva piuttosto silenzioso, limitandosi a qualche commento per poi richiudersi nel suo mutismo.
Quando a fine serata tutti uscirono dalla stanza per raggiungere i rispettivi genitori, Paul invitò Liesel a fare due passi fuori e lei non rifiutò.
Aprirono la porta e si sedettero sugli scalini della casa, iniziando a conversare con disinvoltura.
«Non posso dire sia stata una serata indimenticabile, ma le ragazze sono simpatiche.»
«Dovresti conoscere il mio migliore amico, oggi non è potuto venire. È a casa con la febbre da più di due settimane, se stasera ci fosse stato lui puoi star certa che la festa avrebbe assunto un carattere più vivace.»
«Perché? Lui com'è?»
«Ha un carattere molto forte, sembra sempre sapere quello che fa e non ha timore di nulla. In un certo senso, tu me lo ricordi. Almeno per quel poco che ho potuto vedere di te.»
Il venticello fresco scompigliò ad entrambi i capelli. Liesel li sciolse e li sistemò con le dita, rendendosi conto che il ragazzo la stava fissando.
«Perché mi guardi così?» gli chiese, voltandosi verso di lui.
«Ti trovo molto carina, ecco tutto.»
«Mi fa piacere, Paul.» disse lei alzando il mento e socchiudendo gli occhi, imitando una donna di classe «Mi lusingano i suoi complimenti, lei è davvero educato.»
«Per voi questo ed altro, mia altezza.» rispose lui, cogliendo lo scherzo «Mi concederete qualche altro minuto o scapperete via sulla carrozza?»
«Nessuna carrozza e nessun principe, Paul.» aggiunse Liesel, rompendo la fantasia «Le vostre feste non sembrano essere molto fiabesche.»
«Immaginavo non ti fossi divertita. Potrò rivederti ugualmente?»
«Se lo desideri, certamente.»
Paul fissò intensamente la ragazza per poi avvicinarsi a lei, mettendole una mano fra i capelli e carezzandole una guancia. Con molta lentezza le sue labbra raggiunsero quelle di Liesel, ed entrambi si abbandonarono al gesto senza far caso ai passanti.
Si staccarono solo molto tempo dopo, rendendosi conto dell'ora tarda.
Paul la baciò ancora per salutarla, domandandole quando si sarebbero potuti vedere ancora.
Non avendo un telefono, Liesel gli propose di incontrarsi il giorno successivo nel parco davanti la chiesa del paese. Quest'ultimo accettò, ed entrambi si lasciarono con una punta di tristezza, toccandosi per l'ultima volta le mani in quella fresca sera d'inverno.
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Lolita non l'ha mai fatto
Romance-COMPLETA- Paul è un uomo anziano che si lascia trasportare dalla monotonia che accompagna le sue giornate, ripensando alle memorie che lo hanno reso felice. Il giorno dell'anniversario di morte del suo migliore amico Eddie, però, conosce Liesel, un...