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19 aprile, 2016 alternativo

Aveva attraversato gli inferi, uscendone integra.
Ancora per poco.
Liesel si ritrovò stesa sul letto della sua camera, nella sua casa. Gli occhi erano ancora bagnati dalle lacrime, il corpo assuefatto dal dolore.
Non riusciva a provare nulla. Né sensazioni piacevoli né spiacevoli.
Al suo capezzale, la madre sostituiva un fazzoletto bagnato con un altro.
Le  pupille della donna erano umide, resasi conto per la prima volta di avere una figlia bisognosa d'attenzioni.
«Liesel, bambina mia, devi mangiare qualcosa.» le disse, con voce amorevole.
Era la prima volta che la ragazza sentiva parole tanto dolci uscire dalla bocca di sua madre. Continuava a ripetere che le dispiaceva, che era per colpa degli impegni se non aveva notato prima quanto la figlia fosse dimagrita e sciupata.
Liesel sapeva che quel momento non sarebbe durato a lungo e che presto la donna sarebbe tornata bruscamente in sé.
Non le restava che sperare che l'incantesimo durasse il più a lungo possibile.
Ricorreva il 19 aprile,  il giorno prima della funzione in onore di suo nonno Eddie.
La giovane riuscì a trovare la forza di parlare, stupendosi di come il suo corpo non fosse più in grado di provare dolore.
«Mamma, domani voglio andare in chiesa.»
«Tesoro, devi riposare. Hai la febbre alta, voglio che tu rimanga a casa per riguardarti dalla malattia.»
«Non posso, mamma, mi dispiace.» rispose lei, alzandosi a sedere e guardandola negli occhi con aria sofferente. «C'è una persona che devo vedere ad ogni costo, mamma. Ad ogni costo.»


Lolita non l'ha mai fattoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora