Divisione

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Appena tornati a casa i due fratelli andarono verso la loro camera, il maggiore trascinando il minore.
Jay scaraventò il fratellino dentro e sbatté forte la porta della camera.
Poi si avvicinò a Jonathan e gli puntò il dito in modo minaccioso:<<Se provi soltanto a pensare di dire a papà ciò che è successo oggi, giuro che ti ammazzo!>>
Jonathan non si spaventò per niente e guardandolo più arrabbiato di lui sgridò il fratello:<<Dopo averti difeso è questo il ringraziamento! E poi perché papà non dovrebbe saperlo? Lui spezzerebbe quei bulli in due se solo glielo chiedi!>>
<<È proprio per questo che non voglio che glielo dici! Non voglio che lui intervenga e poi... è successo solo una volta. Domani non ricapiterà tranquillo. E poi non ho bisogno che tu prenda le mie difese!>>
<<Tranquillo non lo farò più! Per me puoi crepare!>>.

Purtroppo però quell'atto di bullismo non capitò solo quella volta ma per tutto l'anno.
Jay non ne parlò mai né con il padre né con la madre, né tantomeno parlò con il fratellino Jonathan.
Gli "scherzi" e gli insulti continuarono per tutto il quinto anno. L'unica cosa che sembrava tenere felice Jay era pensare che tra poco sarebbe andato alle medie e tutto sarebbe cambiato.
Ma gli scherzi diventavano più pesanti, tanto da non poter essere sorretti da una persona sola. Così venne preso di mira anche Paul che, da poco, si era messo gli occhiali e per questo veniva preso in giro.
Jay provava sempre a difenderlo dato che lui era un ragazzo sensibile oltre che completamente incapace di reagire se gli venivano dati pugni.
Questo gesto però causava un doppio dolore a Jay dato che veniva doppiamente picchiato e insultato.
Oltretutto non parlava più con nessuno se non con Paul. Katie si era offesa e ormai da tempo non gli parlava, stessa cosa Jonathan.
Sembrava che tutti lo odiassero, a parte Paul.
C'erano giorni in cui era persino terrorizzato di andare a scuola e non voleva uscire dal letto, come se esso fosse uno scudo.
Voleva costantemente tenere i suoi genitori fuori da questa storia ma ormai i lividi erano troppo evidenti.
Tanto che per nasconderli doveva passarsi sopra qualcosa per nascondere gli occhi neri o le braccia con graffi e lividi dappertutto.
Avendo la pelle bianca pensò di passarsi quei colori che usano le femmine per colorarsi la faccia (cipria). Così comprò alcuni prodotti cosmetici in un negozio accanto alla sua scuola.
Decise che, dopo essere stato picchiato, se la sarebbe messa in bagno prima del suono dell'ultima campanella.
Il piano però non andò come voleva.
Appena suonò la campanella della ricreazione sentì molti chiacchierare e ridacchiare alle sue spalle.
Si girò per vedere che stava succedendo e vide che tutta la classe stava attorno ad Austin e guardavano qualcosa sul suo telefono.
Jay non se ne interesso finché Austin non urlò:<<Ehi, LJ! Perché ti compri i trucchi? Sei una femmina forse?>>
Tutta la classe ridacchiò tranne Paul e Katie.
<<Io non ho comprato niente!>>, ribatté Jay.
<<Ah no?>>, Austin si alzò di scatto e prese lo zaino di Jay aprendolo con forza e svuotandolo mentre Jay cercava di strapparglielo dalle mani.
Una delle tracolle dello zaino si ruppe, quella destra.
Intanto Austin aveva ottenuto quello che voleva. Riuscì a prendere la busta dove c'erano i trucchi e alzò il contenuto mostrandolo alla classe.
Ancora una volta tutti risero.
Jay si alzò lentamente da terra e, per la prima volta, cominciò a piangere, ma non per la tristezza ma per la rabbia repressa.
Senza pensarci due volte diede un pugno ad Austin facendogli sputare un dente.
In quel momento una voce anziana di donna tuonò nella stanza. Era la maestra di italiano che, non appena vide Austin a terra, se la prese con Jay.
Tirandolo per un orecchio lo portò dal preside.
Dopo una strigliata di mezz'ora Jay poté uscire.
Stavolta però i suoi genitori sarebbero dovuti intervenire per forza e Jay doveva dirgli tutto. O il preside li avrebbe chiamati personalmente, e sarebbe stato peggio.
Alla fine della scuola Jonathan sembrava più felice che mai, ormai erano gli ultimi giorni in fondo. Il che voleva dire vacanze imminenti!
Jonathan si incamminò subito verso casa, del resto ormai non aspettava più il fratello. Jay invece fu fermato da Katie e da Paul.
Per la prima volta dopo tanto tempo Katie gli parlò di nuovo:<<Come stai? Che ti ha detto il preside?>>
<<Bene. Niente di importante solo che vuole parlare con i miei genitori.>>
<<Se vuoi il mio parere hai fatto bene a picchiarlo!>>, disse Paul dando a Jay una pacca sulla spalla.
<<Grazie. Ora devo andare, ciao.>>
Paul lo salutò e andò verso la macchina di suo padre, Katie invece lo fermò di nuovo:<<Mi dispiace... per essermi arrabbiata con te. Non dovevo.>>
<<Tranquilla non fa niente.>>
<<Prima che vai, vieni con me a prendere un gelato? Da vecchi amici infondo.>>
<<Ehm... va bene si, andiamo. So ancora il tuo gusto preferito sai?>>
<<Anch'io mi ricordo il tuo, cosa credi? Non mi sono dimenticata tutto!>>.
I due arrivarono davanti ad un furgoncino bianco che vendeva gelati e ne comprarono due.
Fragola per Katie, cioccolato per Jay.
Jay si tolse la caramella magica dalla bocca e se la rimise in tasca incartandola di nuovo come sempre, e cominciò a mangiare il gelato.
Davanti a loro intanto, dall'altra parte della strada, un insolito furgone si era fermato e da esso erano usciti due uomini molto robusti e armati.
Dal retro del furgone invece era uscita una donna, vestita con una tuta arancione. Si guardava intorno come se fosse la prima volta che era uscita all'aperto.
Intontita si girò verso Jay e Katie.
Il suo sguardo stanco vagò da Katie verso Jay e si fermò su quest'ultimo.
Dopo un po' che stava a guardarlo sgranò gli occhi e, come una pazza, cominciò ad urlare e piangere al tempo stesso, per poi accasciarsi a terra come se fosse morta senza però smettere di fissare Jay.
Intanto Jay, spaventato da quella scena, prese per la mano Katie e la portò via da lì.
Si salutarono davanti alla porta della casa di Jay, che entrò di corsa in camera sua.
Appena entrato notò subito che c'era una lunga tenda gialla che divideva la camera in due. Da un lato c'era il letto di Jonathan, dall'altro il suo.
Jonathan era giù, in cucina, a fare i compiti.
Jay scese per chiedergli il perché avesse diviso la camera in due.
Ma appena scese Laughing Jack lo prese e lo fece sedere in una sedia.
Sia lui che Laughing Jill guardavano il figlio con sguardo furioso che non prometteva niente di buono.
<<Che c'è?>>, chiese Jay, <<Non sono stato io a dividere la stanza, è stato...>>
<<Non è questo il problema!>>, lo fermò Jill.
<<Ha chiamato Justin.>>, continuò Jack con un sorriso forzato.
Jay stette lì sulla sedia, in silenzio, per parecchi minuti a fissarsi i piedi senza il coraggio di guardare in faccia i genitori.
<<Ci siamo trasferiti per te, per la tua educazione e tu ci ringrazi facendo a pugni?!>>, urlò Laughing Jill.
<<Io non... non volevo... mi ha provocato!>>
<<Bugiardo!>>
<<No è la verità! Jonathan... diglielo che sono stati loro a cominciare!>>
Tutti e tre si girarono verso il piccolo Jonathan che ci pensò un attimo prima di rispondere.
Se avesse detto:<<Si è così.>>, doveva dire anche che li aveva picchiati, se diceva no invece deludeva il fratello.
Ma infondo Jonathan glielo aveva detto cosa fare prima che la situazione degenerasse. Si era scavato la fossa da solo e da solo si sarebbe seppellito!
<<Perché lo chiedi a me? Io non ne so niente.>>
I genitori tornarono a guardare Jay più arrabbiati di prima.
Prima della strigliata Jay poté pensare solo ad una cosa.
All'odio verso il suo fratellino Jonathan.

Siiii!!! Finalmente sono riuscita ad aggiornare! Tra poco però ho l'esame di spagnolo e quindi dovrò ripassare. Comunque, da questo momento in poi la storia si fa più interessante.
Spero non abbiate odiato Jonathan perché vi dovrete ricredere verso gli ultimi capitoli!😉
Ciao a tutti e spero che questo capitolo vi sia piaciuto.

Laughing Jack è un buon padre(?)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora