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Nella cassa non stavano molto comodi.
Cercarono di aprirla ma niente da fare.
Ci volle un po' prima che la signora Jade mettesse in moto la macchina. In quel lasso di tempo sia Katie che Jonathan pensarono ad un modo per farsi aiutare.
Ma Jonathan, ormai spazientito, cercò di non pensare più a niente e di godersi soltanto una dolce caramella a spirale.
Prese il suo sacchetto rosso che conteneva infinite caramelle a spirale e ne prese una.
Ma prima che potesse gustarsela, Katie gliela strappò di mano senza fare troppi complimenti. Jonathan gridò un "Ehi!" di indignazione.
<<Ho trovato!>>, esclamò Katie rigirando più volte la caramella, <<Se buttiamo le caramelle fuori... no aspetta siamo chiusi. Ma... ma se entriamo entrambi nel tuo sacchetto magico?>>
Jonathan fece una risatina stupida, molto stupida, specialmente in quel momento.
<<Il mio sacchetto sarà anche infinito, ma è stretto!>>
Katie tornò a guardare la caramella delusa.
Cosa potevano fare?
<<Forse... >>, pensò infilandosi una mano dentro la borsetta rosa (👛).
Dall'interno ne estrasse una boccetta di profumo alla fragola. Anche se l'odore sembrava di gomma da masticare.
Ciò che aveva in mente era un piano un po' complesso.
<<Jonathan mangiati questa caramella e anche delle altre. Devi mangiartele tutte fino a lasciarne solo lo stecco bianco ok?>>
<<Per me non è un problema!>>, fece il piccolo sorridendo all'idea di mangiare tante caramelle.
E mentre lui mangiava, Katie attaccava ad uno ad uno tutto gli stecchi bianchi delle caramelle. Come? Con dello scotch. Non sapeva nemmeno lei perché se lo era portato ma si era auto-benedetta per quella strana idea.
Nella cassa c'erano ai lati alcuni buchi per respirare, tutti di diversa misura.
Arrivati ad una lunghezza giusta, Katie fece passare gli stecchi uniti attraverso il buco più grande della cassa e fece gli fece arrivare davanti alla porta del cofano.
La donna l'aveva lasciato, involontariamente, aperto ma appena un po'. Lo spazio minimo per lasciar intravedere un po' di luce.
Poi Katie prese il suo profumo. Lo aprì e stacco il tubicino di plastica, che faceva uscire il profumo, dal resto.
Lo attaccò ad un altro stecco di caramella creando un tubicino più lungo.
Poi inserì il tubicino di nuovo nella bottiglia attaccando anche al resto degli stecchi di caramella.
Tappò il troppo spazio lasciato dal tubicino nel collo della bottiglia, per evitare che uscisse il profumo là dentro, lasciando solo un piccolo foro tra il suo indice e il suo pollice per far passare quel tubicino.
Poi capovolse la bottiglia e il liquido cominciò a scendere.
Scese fino ad arrivare fuori dalla macchina che nel frattempo stava camminando.
<<Così dovrebbero riuscire a capire dove siamo. Il mio profumo Jay lo conosce, forse capirà che siamo stati rapiti!>>, disse a Jonathan per spiegarli ciò che stava facendo, dato che sembrava non aver capito niente.
Nemmeno dopo le spiegazioni ci capì qualcosa ma fece finta del contrario.
Katie non sembrava averci fatto caso alla sua aria ancora confusa.
"Conto su di te amico!", pensò.
A Jay intanto la febbre non sembrava diminuire, nonostante ripetesse di stare bene.
Ormai erano le nove.
<<Jonathan doveva già essere a letto non in giro a casa di una svitata!>>, commentò Laughing Jack guardando l'orario.
<<Vai da lui allora, e vedi di riaccompagnarlo a casa. Io non posso devo controllare che Jay non scappi dalla finestra. Ci ha già provato due volte!>>, disse Laughing Jill spazientita.
Così Jack andò in quella casa. La strada per arrivarci gli era familiare. Quando arrivò anche la casa gli sembrò di averla già vista.
La cosa che gli sembrava strano era che tutte le luci erano spente.
Come mai?
Si avvicinò alla finestra e cercò di vedere se c'era qualcuno, ma niente. Bussò alla porta più e più volte, ma niente. Suonò, ancora niente.
Con uno schiocco di dita allora comparì dentro quel soggiorno buio e accese le luci.
C'era del sangue sulla porta, ma era ormai secco. La striscia di sangue continuava fino ad una porta.
Jack la aprì senza pensarci due volte. Ma era vuota.
Era anche piuttosto polverosa, ma una parte sul terreno era senza polvere. Aveva la forma di un rettangolo bello grande.
"Cosa c'era qui?", si chiese un po' infastidito.
Odiava gli indovinelli e, se non vedeva suo figlio sbucare fuori da qualche parte entro pochi secondi, qualcuno faceva una brutta fine!
Uscì e andò in cucina. Gli era tutto in ordine.
"Non ha offerto neanche il tè, ma qualcuno se l'è vista brutta. E quel qualcuno ha lasciato quel sangue incrostato. Forse quella donna, la signora Jade, sta dormendo. Meglio svegliarla, infondo... chi dorme non piglia pesci!".
Un altro schiocco di dita e finì davanti ad un letto matrimoniale ancora ben piegato. Nessuno ci stava dormendo.
Quella camera però se la ricordava.
Jack cominciava ad averne abbastanza. Mise a soqquadro tutta la stanza, ma non trovò quello che sperava.
Cercò nelle altre stanze, fino ad entrare in una cameretta per bambini. Entrò e quando accese la luce notò un enorme chiazza di sangue sul muro.
Era essiccato da un bel pezzo ormai.
Anche lì sembrò ricordarsi qualcosa ma non aveva capito ancora cosa finché non guardò una foto sul comodino accanto al letto.
Quella foto ritraeva un bambino, poco più grande di Jonathan, una vecchia conoscenza di Jack...
<<James?!>>, sussurrò piano.
Posò la foto sul comodino e uscì da quella casa.
Andò da quella di Justin bussando così forte da far svegliare tutto il quartiere.
Justin infine aprì e, stropicciandosi gli occhi, chiese:<<Jack! Che ci fai tu qui? Ah lo so del fatto che mia figlia voleva restare da voi stanotte tranquillo.>>
<<Aspetta quindi non è qui con te?>>
<<No, perché? Non è da te?>>
<<Se fosse da me non sarei venuto!>>
Justin fece accomodare Jack e andò di sopra a svegliare sua moglie. Non volendo si svegliò anche Austin.
<<Papà che succede?>>, chiese il ragazzo.
<<Tua sorella è scomparsa insieme a Jay.>>
<<No, con Jonathan.>>, lo corresse Jack, <<Jay stava male.>>
Si sentì in quel momento il campanello.
La moglie di Justin, Elizabeth, aprì la porta e lasciò entrare Jill.
Con lei c'era anche Jay.
<<Si può sapere che fine hai fatto?>>, chiese Jill urlando a Jack, <<Dov'è Jonathan si può sapere? Oh, ciao Justin. Austin...>>, strinse le mani a tutti e due e tornò a parlare con Jack, <<Allora? Dov'è Jonathan?>>
Jack fece un sospiro e poi disse stranamente calmo:<<È stato rapito.>>
<<Cosa?!>>, esclamò Jill.
<<E anche Katie.>>
<<Cosa?!>>, esclamò Jay.Buona sera, come state?
L'ho scritta proprio ora questa storia.
Mi scuso se è un po' confusa.
Spero che il piano di Katie non vi sembri troppo strano. Non sapevo che fare per farli rintracciare😅.
Vabbè leggetevelo per sapere di che sto parlando.
Ciauz👋🏻😎
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Laughing Jack è un buon padre(?)
FanfictionQuesto è il sequel di "Laughing Jack incontra Laughing Jill ". Per il resto... il titolo dice già tutto. Buona lettura😉!