Chiusi dentro una cassa

60 4 0
                                    

Ormai la scuola era finita e le vacanze estive erano iniziate.
Finalmente Laughing Jack e Laughing Jill avevano perdonato suo figlio.
L'astio ormai era solo tra fratelli.
Ogni giorno Jay andava ancora da quella donna insieme a Katie.
A Jonathan non piaceva quella donna, in realtà non la conosceva ma, dalla reazione che aveva quando guardava suo fratello, aveva un brutto presentimento.
Cercava di convincere sempre Jay a non andare ma era tutto inutile. A lui non interessava se quella donna lo odiava, a lui bastava passare del tempo con Katie. E poi ormai la madre non andava più da quella donna, infondo doveva lavorare. Perciò lasciare da sola Katie con quella donna non era proprio una buona idea. Anche se sembravano andare d'accordo.
Jonathan provò a dirlo al padre ma Laughing Jack semplicemente gli spiegò scherzando:<<Male che vada ci rimette solo tuo fratello!>>.
Ovvero a te non deve interessare. Detto in modo un po' più diverso.
Così provò a dirlo alla madre e lei, diversamente dal padre, decise di andare a vedere quella donna.
Con lei venne anche Jonathan.
Arrivati alla casa della donna spiarono dalla finestra che cosa accadeva.
Videro Jay versare del tè in tre tazze colorate e porgerne due ad una ragazza e ad una donna sui quarant'anni.
La donna sembrava normale. Non aveva più quelle strane reazioni alla vista di Jay. Ormai sembrava essere migliorata molto da quando era uscita da quel furgone.
<<Beh, non sembra cattiva.>>, sussurrò Jill a suo figlio, entrambi ancora accovacciati sotto la finestra a spiare.
Così decisero di tornare a casa.
Jonathan andò in camera sua a fare i compiti e aspettò che tornasse suo fratello prima di poter tirare un sospiro di sollievo.
Intanto in quella casa...
Era ormai tardi e Katie voleva tornare a casa perché era pronta la cena.
Anche Jay doveva tornare ma qualcosa catturò la sua attenzione.
Vide nel giardino dietro la casa una cuccia per cani rovinata dal tempo e dalle intemperie.
<<Signora Jade,>>, si chiamava così la donna, <<lei aveva un cane una volta? Lo chiedo perché c'è una cuccia lì.>>
<<Si, ne avevo uno. Se vuoi domani ti faccio vedere una sua foto.>>
<<Grazie! A domani.>>
I due uscirono e tornarono a casa.
Mentre Jay tornava alla sua, si mise a piovere.
Non avendo niente per coprirsi cominciò a correre nella speranza di bagnarsi di meno.
Arrivato al portone era comunque bagnato fradicio e sembrava aver preso un brutto raffreddore.
Ad aprirgli fu sua madre che lo mise a letto controllandogli se aveva la febbre.
Quando il termometro cominciò a suonare i numeri riportati erano 37.5.
L'indomani la temperatura non era cambiata, anzi, era aumentata a 38.0.
Nonostante avesse la febbre però, Jay continuava ad insistere di voler uscire fuori.
Alla fine Laughing Jack arrivò ad una soluzione.
Scese in cantina(vi ricordate quel buco nel soggiorno creato dagli opossum? Bene, Jack l'ha coperto con una botola creando così la cantina.) e prese una corda molto lunga.
Con essa legò Jay nel letto impedendogli così di alzarsi.
Nonostante il figlio stesse protestando, Jack non sembrava affatto intento a volerlo liberare.
Poco più tardi suono il campanello.
Era Katie. Era vestita con un vestitino rosa, una cintura bianca che lo "divideva", e delle scarpe rosa anch'esse.
Ad aprirgli fu Jill che la squadrò da capo a piedi.
<<Buongiorno!>>, fece la ragazza, <<Io sono Katie Jill Bowman, piacere di rivederla.>>, le porse la mano.
Jill gliela strinse ma, prima di potersi presentare, Katie la fermò dicendo che già sapeva tutto di lei e non c'era bisogno quindi di presentarsi.
Laughing Jill la fece accomodare in cucina dicendole di aspettare un attimino.
Intanto Laughing Jack era sceso dalle scale di sopra con Jonathan dietro.
Nel vedere il piccolo Jonathan a Jill venne un'idea.
Tornò in cucina da Katie e le disse:<<Senti Katie, Jay non può venire ha la febbre.>>
Si sentirono dei tonfi di sottofondo venire dal piano di sopra.
<<Cos'è questo rumore?>>, chiese Katie.
<<Che rumore?>>, chiese Jill fingendosi estranea, <<Come stavo dicendo... Jay non può venire però se vuoi puoi andare insieme a Jonathan. Ti terrà compagnia lui.>>
<<Oh... ehm... ok. Dopotutto mi sta simpatico quindi... ok.>>
<<Perfetto! Jonathan!>>, il piccolo entrò in cucina salterellando.
<<Si mami?>>
<<Preparati devi fare compagnia a Katie da quella donna.>>
Jonathan non protestò e andò con Katie in quella casa.
Preferiva non andarci ma doveva farlo, gliel'aveva chiesto sua madre, non poteva tirarsi indietro.
Arrivati alla porta bussarono.
La signora Jade aprì la porta e restò per un po' imbambolata a guardare Jonathan.
Appena fece entrare i due chiese al bambino:
<<Tu devi essere il fratellino di Jay, giusto?>>
Il bambino smise di guardarsi intorno e si girò verso la donna.
<<Si, sono io.>>, le rispose, <<Jay sta male, quindi sono venuto io a fare compagnia a Katie.>>
<<Che magnifica idea!>>, esclamò la signora Jade entusiasta battendo le mani una volta e lasciandole unite, <<Allora piccolino, come ti chiami?>>
<<Mi chiamo Jonathan.>>
<<Che bel nome! Io sono la signora Jade. Ti va un po' di tè?>>
<<Solo se ci sono i biscotti!>>
<<Te lo preparo subito allora! Intanto se vuoi guarda pure le foto che ci sono su quel mobile. Accenditi la TV se ti annoi in caso.>>
<<Certo grazie!>>
Jonathan si diresse verso quel mobile e guardò tutte le foto, soprattutto quelle dov'è c'era anche un cagnolino. Lui gli adorava i cani, ma il papà no. Quindi non poteva comprarsene uno.
Poi notò in una foto anche un bambino poco più grande di lui. Non c'erano altre foto che lo raffigurassero da grande. Così chiese alla signora Jade, che era ancora in cucina:<<Ma suo figlio non vive più con lei?>>
<<No, lui... se ne è andato via da un po'.>>
<<E dove di preciso?>>
Jonathan sentì qualcosa di appuntito sulla schiena e tentò di girarsi lentamente ma la signora Jade gli disse:<<Non provare a girarti o la mia voce sarà l'ultima che sentirai! Se proprio vuoi saperlo mio figlio è andato in un posto migliore, più precisamente in paradiso! E indovina un po' chi ce l'ha spedito.>>
Katie scattò in piedi dal divano e urlò:<<Signora Jade, la prego posi quel coltello! Ma che le è preso?!>>
<<Tu sta zitta!>>, puntò la fronte di Katie con una pistola tenuta nella mano sinistra, <<Non voglio coinvolgere anche te, perciò va via e non fare scherzi! Se provi a chiamare la polizia uccido pure te!>>
Nella mente di Katie rimbombò quella parola:"Pure.".
Se se ne andava avrebbe ucciso Jonathan.
Doveva fare qualcosa, così prese un portacenere dal tavolino di legno che aveva davanti e lo tirò in fronte alla donna, che mollò il coltello per tastarsi la testa.
In quel momento Katie afferrò velocemente il braccio di Jonathan e lo tirò a se.
Lo prese in braccio e tentò di uscire, ma la donna le sparò alla gamba destra facendola stramazzare a terra.
Poi le strappò Jonathan dalle braccia e gli puntò la pistola alla tempia.
<<Adesso, se non vuoi che muoia, apri quella porta e prendi la cassa di legno che trovi dentro. Poi apri la cassa ed entraci. Muoviti!>>
Katie fece tutto quello che le era stato detto poi, quando entrò nella cassa, la donna buttò dentro anche Jonathan.
Chiuse la cassa con dei chiodi e la caricò su una macchina.

Bonjour❤️, allora tra poco verrà svelato il passato della signora Jade, per adesso spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Poi, per chi volesse saperlo, l'esame di spagnolo mi è andato bene! Yeeeee😆😆!
Spero di aggiornare presto!
Alla prossima!
Ciauz 👋🏻😎

Laughing Jack è un buon padre(?)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora