Perciper 2.

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Le parole gli morirono in gola sentendo lentamente la porta aprirsi.

-Percy sei qui?

La sua voce si disperse per tutta la stanza senza ricevere risposta.
Era lei.
In una frazione di secondo tutto avvenne velocemente.
Lei alzò gli occhi di scatto sgrandoli nel sentire la sua voce, mentre lui la fece rotolare dall'altro capo del letto coprendola col lenzuolo. Grazie agli dei in quella cabina era buio pesto.

-S-i... entra pure.

Piper cercò di farsi più piccola possibile comprimendo completamente la schiena tra il freddo muro e la sua schiena calda.
Poteva sentire i brividi percorrergli la schiena e la paura impossessarsi dei loro corpi, ma una piccola parte di lei sapeva che lui avrebbe saputo gestire al meglio la situazione così critica... così strana.
Lei entrò dentro la camera facendo entrare ancora più luce e pregò gli dei che non notasse i suoi pantaloncini buttati al centro del pavimento.

-È da ore che ti sto cercando! Ma si può sapere perché c'è così tanto buio qui dentro? Sembra il covo di un vampiro.

-Haz, è solo che ho un grande mal di testa e volevo restare al buio.

-Oh, ma vuoi dell'ambrosia?

-No, voglio solo dormire.

-Percy, Annabeth è preoccupata.
Negli ultimi tempi sei così assente, così pensieroso, come se vivessi in un'altra realtà.

"Una realtà che ho dovuto affrontare e non penso di cambiare"- pensó mentre strinse d'istito la sua mano nascosta dietro di lui, e allora tutto fu più chiaro.
Amava Piper McLean.

-Sono stato male per troppo tempo, ma adesso sto cercando di rimediare.

Piper sentì una strana sensazione dentro di se, come una miriade di naiadi che danzano un lento, un lento dolce e semplice come l'amore che provava per lui o forse era solo l'inizio di qualcosa di nuovo che lentamente stava crescendo dentro lei.
Lasció un piccolo bacio sotto la sua spalla accarezzandogli con il pollice il dorso della mano e speró di sentire presto la porta chiudersi.

-Okay Percy, ma...- la sua voce si bloccò notando dei pantaloncini corti fin troppi familiari.
-Questi... questi non sono i...

Percy seguì il suo sguardo finché capì e in quell'istante rimpianse di non essere  figlio di Ecate per distorcere la realtà, sempre che Hazel ci sarebbe cascata.

-Quelli? Oh sono di Annie, li ha lasciati qui ieri.

Iniziarono entrambi a sudare freddo.
I muscoli contratti, i nervi tesi fino alla rottura, i brividi lungo i loro corpi, l'esasperante tensione concentrata tutta in quella stanza, in quel preciso attimo.

-Okay, allora ci vediamo, e riordinala per una volta la stanza, ci sono vestiti sparsi ovunque!

Percy cercò di tenere la voce calma e più sicura possibile anche se in quel momento avrebbe voluto gridare per la gioia o far esplodere i gabinetti, era lo stesso.
In lontananza si sentì un figlio della casa di Hermes imprecare a squarciagola per l'esplosione delle tubature che avevano allagato la cabina.

-I Greci saranno pure stati la civiltà che ha creato le divinità e i templi, ma nessuno batte Roma in fatto di tubature, è la seconda volta che si rompono oggi! Mi aspetto di vederti domani a colazione.

-Contaci!

E finalmente lanciò un ultima occhiata a Percy chiudendosi la porta alle spalle.
Piper uscì dal suo nascondiglio.
La pelle sudata, l'espressione ancora terrorizzata sul suo volto, le loro dita ancora intrecciate tra loro.

-C-c-c'è mancato così...

-Shh...- le scostó una ciocca ribelle dietro l'orecchio- Non lo dire neanche.

Piper ridacchió- sei diventato un esperto a far esplodere le tubature.

-E tu a far esplodere il mio cuore.

-Non sapevo che fossi così sdolcinato Jackson

-Oh, sta zitta McLean e baciami

I loro nasi si toccarono e le loro bocche si sfiorarono.

-Ti amo Percy.

-Ti amo anch'io.

E si fecero cullare dal silenzio della notte.

Intanto...

La mente di Hazel dopo essere uscita dalla cabina di Poseidone era piena di dubbi e domande.
Quei pantaloncini erano fin troppo familiari e quella piuma che spuntava da dietro la sua spalla? La sua mente iniziò a viaggiare e dopo essere arrivata a una risposta plausibile si diede della stupida anche solo per averla pensata.
Aveva proprio bisogno di dormire.
Stava per ruotare la maniglia quando...

-Hei Haz!

-Umh, hei ciao Annabeth.
Guardando l'amica sgranó gli occhi.
Indossava i suoi pantaloncini.

-Hai parlato con Percy?

Hazel si riscosse dal suo stato di shock distogliendo lo sguardo dai pantaloncini dell'amica.

-S-Si certo... era solo un po' stanco.

-Umh, questa faccenda non mi convince, ma... forse starà preparando qualcosa per il nostro anniversario e starà inscenando tutto per una sorpresa?

Le si strinse lo stomaco guardando lo sguardo innamorato di Annabeth.

-Hei Annie non ti facevo così romantica!

-Oh...-arrossí- non c'è nulla di male a far vagare la fantasia.
A proposito, hai visto Piper? Jason è preoccupato, aveva detto che sarebbe uscita solo per fare una passeggiata e non è più tornata.

Un fulmine a ciel sereno attraverso la mente di Hazel.
I pantaloncini, la piuma, il buio, lo strano comportamento,l'esplosione delle tubature, la scomparsa di Piper... Non poteva e non voleva crederci, ma era tutto fin troppo evidente.
Adesso era tutto più chiaro.

-Annabeth...- si fece coraggio, non poteva nasconderglielo, non a lei, non così. -H-ho... visto qualcosa nella cabina di Percy.













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