Capitolo 2

618 26 2
                                    

Capitolo 2

“Il Dono Musicale?” Melody era totalmente scioccata.

“Il Dono Musicale è un potere magico di cui ne hanno alcune persone. Queste persone, detti Musicisti, controllano questo potere attraverso la musica, cioè lo strumento musicale. Questo potere è diviso in gradi e ogni grado ha un insegnamento. Esistono cinque gradi: livello D, il più minore, il livello C, il livello B, il livello A e infine il livello S che ce ne sono ben pochi e sono i più potenti. Nel tuo caso sei una di livello S come i tuoi genitori ma sei ancora agli inizi. Devi andare subito nel Regno Musicale per insegnarti a dominare questo potere altrimenti non ce la farai a salvare il regno.”

“Ma…dovrei lasciare la scuola, Clara e te!”

“Non pensare alla scuola. Dirò che ti sei trasferita in fretta in America. Riguardo a Clara mi sa che non la vedrai per un bel po’ di tempo e lo stesso vale per me…”

“Ma io…non posso farcela…” Melody aveva le lacrime agli occhi.

“Non pensare a questo! Tu puoi farcela e io lo so perchè credo in te”

“Ma io…non lo so…” Meldoy si sentiva fragile come il vetro. Abbandonare il mondo che consideravi casa per otto anni e lasciare la zia e Clara. Non si sentiva di farlo.

"Io..."

"La smetta di fare così" inaspettatamente George parlò in tono duro.

"Non può continuare a scappare da questa cosa. La si deve affrontare. Altrimenti la considerò una vigliacca." Quelle parole trafissero Melody.

"George!" disse a George con sguardo di rimprovero la signora Adriana.

Nella mente di Melody si sentiva solo il vuoto assoluto delle shock. Una vigliacca, sì, era una vigliacca. Ma lei non voleva esserlo. Aveva ragione George, non avrebbe potuto scappare da questa cosa, era ormai destino. Un destino ingiusto. E poi non era così crudele a lasciare un popolo in pericolo e che poi era casa sua. Se come diceva George, l'unica speranza era lei doveva farlo.

Melody guardò dritto negli occhi blu del ragazzo.

“Va bene” dichiarò Melody

“Andrò là e lo salverò”.

Il sole era calato dietro agli edifici provocando mille sfumature di rosa e arancioni. George e Melody stavano parlando del viaggio prima della fatidica partenza.

“Come faremo ad arrivare lì?” chiese Melody.

“Con questa pietra viaggiatrice, una pietra che ti porta in qualsiasi luogo. Sono rare e si possono usare una volta. Fortunamente ne ho due” e mostrò due pietre candide e lisce.

“Non si può andare in un altro modo?”

“In verità si potrebbe andare con un incantesimo ma sono molto difficili e di solito ci riescono quelli di livello S. Peccato che lei, principessa, sia ai primi passi.”

“George, ti prego non chiamarmi principessa, non ci sono ancora abituata. Puoi darmi del tu come amici.”

“E’ sicura?…”

“Certamente, possiamo essere amici no?”

“Certo princi…no scusa Melody” e scoppiarono a ridere. In questo scherzare faceva più che bene. Erano nella stanza di Melody e dopo lo scontro contro Caius era un po’ disordinata. Erano caduti una dozzina di libri per terra e alcuni mobili erano spostati. Si erano posate anche foglie secche sul pavimento di legno rovinato e l'aria era ancora un po' fredda.

“Scusa George, ma la spada come l’hai fatta comparire? Non avevi nessuno strumento in mano.” domandò Meldoy notando il segno sulla parete di una spada.

“E’ vero ma chi è dal livello B può usare semplicemente l’immaginazione per far comparire e scomparire le cose. Però ci si deve esercitare per un po’ a seconda del grado di potere”

“Ma perchè adesso quella spada non c’è più?”

“Perchè questi incantesimi durano massimo mezz’ora ma se lo si vuole più duratore lo si deve fare con lo strumento musicale”

“Ah, capito. Allora qual è il tuo strumento?”

“Il mio? E’ la tromba” e gonfiò il petto in segno di orgoglio “sono fortunatamente un livello A, peccato che ho lasciato la tromba a casa” a Melody scappò un risolino. George era davvero divertente. Poi esitò un po’ alla seguente domanda allora prese coraggio.

“Tu…sai qualcosa dei miei genitori?”

“Da quello che ho sentito sono scomparsi durante il combattimento contro lo Stregone Nero” da quella notizia le venne un dubbio. Lui aveva detto scomparsi…non morti! Poteva esserci la speranza che i suoi genitori fossero vivi! Forse poteva salvarli. E forse poteva riavere finalmente dei genitori.

“Scusa se ti faccio troppe domande ma cos’è il Nemico? Chi è lo Stregone Nero?”

“Il Nemico è lo stesso Stregone Nero. Non siamo molto originali, lo so ma nessuno sa il vero nome di questo Nemico e quindi ci limitiamo ai sopranomi” a Melody venne i brividi sapendo che avrebbe prima o poi incontrato quello stregone. Aveva ancora paura ma era più sicura di se stessa e trovare i suoi genitori la faceva andare avanti. Ne era certa, una speranza dentro di lei diceva che erano vivi.

Dopo aver chiacchierato altro, George e Melody decisero di andare a dormire. Melody non fece notti tranquilli, sognava sempre quelle maledette catene che imprigionavano Geroge, zia Adriana e anche Clara. Gridavano fortemente di dolore. Era raccapricciante come la musica che aveva suonato Caius. Meldoy urlò sconvolta nel mezzo della notte sudata fradicia. Cercò di calmarsi e provò a tornare a dormire ma ovviamente non ci riuscì, troppo spaventata.

Meldoy decise finalmente di alzarsi e fece una colazione anche se malavoglia. Uscì fuori pensierosa facendo la sua ultima camminata a Treviso. SI diresse di fretta nella cassetta della posta di Clara e imbucò una lettera. Le faceva soffrire non salutarla spiegandole la situazione ma il tempo non c'era. Ritornò velocemente a casa fra le intricate strade di Treviso. Depose il suo violino nella custodia, se lo mise davanti al petto e sospirò. Era l’ora. Arrivò nel salotto dove c’erano Adriana e George.

Abbracciò calorosamente Adriana. Sua zia stava trattenendo le lacrime.

“Ritornerò, zia. Te lo giuro” e sorrise con tristezza. Poi guardò George.

“Pronta?”

“Pronta”

“Bene. Tieni la pietra. Dammi la mano e chiudi gli occhi”

“Va bene”. Melody prese la pietra bianca, chiuse delicatamente gli occhi e strinse la sua mano con quella di George arrossendo un po’. Le faceva uno strano effetto stringere la mano di un ragazzo.

“Teletrasporto!” gridò George. Melody improvvisamente sentì un vento impetuoso andarle contro e sotto i suoi piedi appoggiavano sul vuoto. Dopo pochi secondi sentì un aria fresca e l’erba alta tra le gambe. Aprì gli occhi. Davanti a lei si alzavano folti boschi composti da alberi verdi, arancioni, rossi, gialli e azzurri. C’erano distese di prati verdi con fiori colorati e da lontano vedeva imponenti montagne candide con il cielo che era di un azzurro così intenso. Lei e George erano davanti a un grande e immensa cascata. Però era diversa. Non sapeva ma aveva qualcosa di magico. Quel posto sembrava preso da una fiaba. Non credeva che ci fosse un posto così bello. Dopo lunghi minuti di ammirazione riprese la capacità di parlare.

“Wow! Questo posto è magnifico. Dove siamo?”

George sorrise.

“Benvenuta nel Regno Musicale, Melody!”

Il potere della musica (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora