Capitolo 5

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Geremia stava fissando Liù deciso. Lei restò muta, lo guardò un po’ sorpresa e alla fine scoppiò in una sonora risata.

“Sei un osservatore nato, boccoli d’oro! Sì è vero, sono una fata. In verità dovevo nasconderlo però posso confidarlo a qualcuno ma a pochi. Visto che la Legge Fatale me lo permette posso dirvelo ma non osate parlarne con qualcuno, capito?”. Gli altri due annuirono. Melody la guardava un po’ perplessa.

“Ti stai chiedendo perchè non ho ali e bacchetta? Pensano tutti così ma siamo nel nuovo millennio, per favore! Anche noi ci siamo evolute e sappiamo nascondere le ali adesso. Possiamo farle comparire quando vogliamo e non ci serve la bacchetta per fare magie. E riguardo i vestiti, anche noi fate abbiamo dei gusti e di certo un vestito rosa con i brillantini non fa al caso nostro”.

Un attimo dopo arrivò George con un mucchio di rami secchi in mano e si sentì un estraneo vedendo i visi stupiti di Melody e Geremia.

“Ehm…mi sono perso qualcosa di incredibile?” domandò George.

“Niente, amico solo che Liù è una fata” disse con aria tranquilla Geremia.

“Cosa?! Me lo dici così tranquillamente?”

“Scusa ma è la stessa cosa che hai fatto quando mi hai detto del corvo” rise con un sorriso sulle labbra l’amico.

“No veramente cosa mi sono perso?” richiese di nuovo George.

“Che la Liù è una fata. So che non ci crederai ma è vero” rispose Melody.

“Ah…che?! Lei una fata? Scusa ma credevo avessero le ali”

“Se vuoi sapere sappiamo nascondere le ali. Altrimenti come faremo a mescolarci tra voi umani?” spiegò Liù.

“Be’ sì hai ragione. Quindi abbiamo una fata moderna tra noi” disse con tono di scherzo il ragazzo. Geremia era ancora taciturno.

“Ehi, Gere hai perso la lingua?” chiese accorgendosi George che il suo amico era ancora immobile.

“Spiritoso. E’ che…va be’ lascia stare. Invece ho una domanda. Come diamine facciamo ad andare all’altra parte del fiume?” gridò seccato Geremia.

“Il ponte, semplice. Ma siamo andati troppo a est e quindi domani dovremo fare anche una oretta in più…”

“Tu nella geografia sei proprio imbranato”

“Lo so, non mi è mai piaciuta”. Il sole era calato del tutto e George si sbrigò ad accendere il fuoco. Dopo acceso si mangiarono delle carote e del pane. Melody era senza parole.

“Ma come avete fatto? Per caso nel bosco c’è una cucina che non ho visto?”

“No, Melody. Gli alberi non fanno solo frutta ma anche altri cibi che ti sembrerebbero strani per te trovarli sugli alberi. Un albero fa come vuole lui e non saprai mai cosa frutterà” rispose saggiamente Liù.

“Ma tu che sei una fata sai oltre ad attirare animali, fare altro?”

“In verità no perchè il mio potere di fata è debole e quindi non posso fare granchè. Per fortuna che ho il mio arco e il mio flauto”

“Ah capisco. Ma le ali le usi mai?”

“In caso estremo. Sinceramente non mi dispiace camminare” e la squadrò.

“Scusa se te lo chiedo solo adesso, Melody, ma che razza di vestiti porti?”. Melody si guardò, vestita da una maglietta azzurra con una calda giacca nera e jeans. In effetti il suo abbigliamento era molto diverso da quello degli altri.

Il potere della musica (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora