Capitolo 10

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Melody diventò preoccupata. Era vicino al campo di battaglia e quindi al Nemico. Doveva subito trovare riparo contro di lui altrimenti l'avrebbe fatta fuori. Decise quindi di raggiungere l'accampamento. Il sole si alzava alto nel cielo pallido del mattino. Sentì la fame che la tormentava e la bocca asciutta. Non aveva portato provviste con lei, un altro dettaglio dimenticato. Poteva far comparire del cibo? No, non poteva. George le aveva detto durante le lezioni all'accademia che non si poteva perché era come mangiare il niente visto che il cibo poi spariva e quindi non aveva senso. Melody si rattristò di nuovo ricordando per l'ennesima volta gli altri con il senso di colpa. Li aveva lasciati senza dire un parola. L'avrebbero perdonata quando si sarebbero incontrati? Forse, se rimaneva viva...

Speranzosa controllò nelle sue tasche. Palpò qualcosa di duro ricoperto da una cosa soffice. Melody immediatamente lo prese e davanti ai suoi occhi vide un sacchetto immacolato.

Non ricordava di averlo portato. Trovò anche un bigliettino attaccato.

C'era scritto:

Ciao Melody!!!

Visto che non ho avuto tempo di dartelo te l'ho messo nella tasca della tua tunica. Spero ti piacciano i confetti fatati! Liù

Liù la stupiva ogni volta. Anche se non era qualcosa di sostanzioso era meglio di niente. Melody aprì il sacchetto e prese qualche confetto bianco che al tatto era freddo. Se li mise in bocca e se li gustò assaporando lo zucchero che si scioglieva e il profumo di mele. Mentre gustava il regalo di Liù si incamminò verso l'accampamento in ricerca d rifugio.

Forse quel viaggio non stava andando così male.

Liù starnutì. Stava tremando anche se la tenda era circondata dal calore del fuoco scoppiettante. Il volo in mezzo al vento con vestiti poco coperti le aveva causato un brutto raffreddore.

Il Generale stava scrutando in silenzio i tre ragazzi che erano appena arrivati dal nulla. George e Geremia stavano sorseggiando una tazza di té. Liù si era invece messa una coperta per scaldarsi.

-Mhh... se ho capito bene siete venuti qui da Musa per avvertirci che la principessa, erede al trono che non sapevamo niente, è in queste parti. E dovrei crederci?- disse il Generale. Era un uomo di alta statura, uno forte e robusto. Aveva un'accenata barba sul mento e dei occhi nocciola che sprizzavano determinazione e durezza. 

-La capisco, illustre Generale. Ma vede la principessa è una giovane un po'... impreparata. E quindi aveva compiuto un'incantesimo senza saperlo e noi crediamo che sia qui- spiegò George cercando di nascondere il nervosismo. Detestava parlare con un ufficiale, lo faceva sentire inferiore.

Il comandante che era rimasto in piedi sin dall'inizio fissò la terra dura e secca, dove neanche un germoglio nasceva. Cercò di sistemare l'abito di Generale, azzurro con un distintivo oro riservato solo agli ufficiali superiori.

-Anche se vi crederei, non potrei farvi lasciare andare- disse lui quasi dispiaciuto. George sussultò.

-Perché?- chiese Liù. Starnutì di nuovo e fece comparire un fazzoletto schioccando le dita. Il generale sospirò.

-Forse vi avrei lasciato se foste venuti la settimana scorsa. Ma c'è stato un problema-

-Che tipo di problema?- lo interruppe George. Il generale gli diede un'occhiata storta ma riprese lo stesso il discorso.

-Il problema è che il Nemico ha alzato una barriera invisibile. Stiamo cercando di penetrarla ma sembra impossibile. Si è attivata proprio la settimana scorsa. Nessuno per ora riesce a spezzare l'incatesimo. E siamo anche molto svantaggiati di numero di soldati. Quindi per ora la situazione è delicata- disse lui. I visi di George e Geremia si fecero cupi a parte quello di Liù.

Il potere della musica (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora