Capitolo 9

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Melody pensò a qualcosa girando avanti e indietro nella sua stanza. Non voleva causare altri problemi e non voleva far rischiare i suoi amici. Sapeva che il giorno dopo sarebbero partiti ma quanto tempo sarebbero riusciti ad arrivare alla fortezza del Nemico? Non sapeva per esattezza dov'era e se ce l'avrebbe fatta da sola. Doveva esserci un rimedio, almeno uno! Un'incantesimo che la potesse mandare in un secondo dall'altra parte... c'era! Il teletrasporto!

“In verità si potrebbe andare con un incantesimo ma sono molto difficili e di solito ci riescono quelli di livello S. Peccato che lei, principessa, sia ai primi passi.”

Lei poteva farlo. Il problema era come. Incantesimi ne aveva fatto pochissimi e di solito inconsapevolmente. E se non avrebbe funzionato? O ancora peggio, se avrebbe funzionato ma trasferendosi in un posto sbagliato? Era inesperta e disorganizzata. Era un bel problema. Ma non poteva fare altrimenti. O questo o niente.

Si tolse la tunica da notte e mise vestiti leggeri. Rabbrividì quando la brezza della notte la accarezzò sulla pelle poco coperta. Si mise la cintura portatrice che l'aveva regalato Liù e prese il suo violino e l'archetto. Non sapeva esattamente l'incantesimo ma se non si sbagliava si doveva immaginare e concentrarsi, e che poi si avverava. Facile detto a parole.

Fece un respiro profondo e iniziò a suonare. Cominciò con un mi alto e immediatamente iniziò una melodia veloce e ritmata. Era una musica di festa, di allegria che non dava l'idea di un momento triste. Ma poi i mi acuti si assimilarono ai gridi di orrore, il re basso al silenzio delle tenebre e i si ai tuoni delle tempeste. La melodia diventò sempre più tremante, veloce e paurosa. Melody stessa tremava ma teneva serrati gli occhi chiusi con immenso sforzo. Quando fece un mi acuto come finale si sentì come se ogni pezzo di lei si dissolvesse, una parte di lei sparita. Melody cercò di tenere la calma ma non potè fare a meno di stringere forte la tastiera del violino, poteva perfino spaccarla. Pian piano il suo corpo diventò solo piccoli frammenti. Mancava solo il viso. Gli occhi di lei guardarono la sua stanza dove l'avevano accolta e ripensò ai suoi amici, a Clara, a sua zia e a George. Chiuse gli occhi e aspettò il momento. Prima di sparire del tutto, sentì solo la voce strozzata di George.

-Ma perché l'ha fatto!- gridò George. Diede un calcio alla sedia facendo un'ammacattura profonda.

-Tranquillizzati, George! Non andremo da nessuna parte se distruggi tutta la mia stanza- lo ammonì Geremia.

-E cosa dovrai fare, secondo te?! Melody se n'è andata senza avvisarci! E ha fatto un incantesimo che non sapeva neanche! Potrebbe essere ovunque adesso!- urlò l'altro. George diede un pugno al muro.

-Per cominciare, smettila di gridare come un pazzo! Adesso dobbiamo pensare come riportare Melody. Non sappiamo dove andata ma forse credo di saperlo- disse con calma Liù. Era seduta sul letto di Geremia in modo composto con le gambe e le braccia incrociate. Sembrava una professoressa.

-E dove?- chiese Geremia.

-Alla Rocca del Buio- rispose lei come se fosse una cosa ovvia.

-E tu come fai a saperlo?- domandò George che si era calmato.

-I presenti si sono dimenticati che hanno davanti a loro una fata. Noi abbiamo dei sensi molto più sviluppati e percepiamo sempre dove è una persona a cui siamo legati. E i miei sensi dicono che è là.- spiegò Liù.

-Ebbene, cosa facciamo? Per arrivare alla Rocca del Buio ci vogliono cinque ore- disse con amarezza Geremia. Liù sorrise.

-Ehilà! Non vi siete ancora svegliati? Sono una fata. Capito? F-A-T-A. Fata!-

-E allora?- si intromise George. Sembrava depresso. LIù rise.

-Ho le ali, stupidi. Posso trasportarvi da qui a là in mezz'ora- disse fiera lei. George la guardò perplessa.

Il potere della musica (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora