Capitolo 4

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Melody si svegliò di colpo. Era leggermente scossa e le faceva male la schiena e quindi decise di alzarsi. Era ancora mattina presto e si vedeva magnificamente l’alba. Il sole luminoso che propagava i suoi intensi raggi stava sorgendo e Melody guardava quei spettacolari colori di diverse tonalità dall’ardente rosso al blu mare della notte.

“Bello eh?”. Accanto a lei arrivò George.

“Vero…”

“Non ne hai mai visto uno?”

“In verità no…”

“No? Allora sei vissuta troppo in città!” e sorrise. Melody arrossì leggermente sulla punta del naso. George quando sorrideva si intravedevano i suoi perfetti denti bianchi e con il sole era così bello…il cuore le iniziò a battere.

“Ehi, partiamo? Ci mancano ancora tre giorni per arrivare alla capitale quindi sbrighiamoci!” esultò Geremia. Era quello più attivo di tutti e si vedeva che ci era abituato.

“Certo, abbiamo capito Gere ma non sono mica sordo!” disse George un po’ assonnato.

”Ok ragazzi. Prendete i vostri strumenti e partiamo!”

Melody prese il suo violino che era appoggiato per terra e se lo strinse a se. Iniziarono il duro cammino per ore e ore nel Bosco Colorato e si intrattenevano parlando.

“Scusa Geremia ma quali poteri hanno le fate?” chiese Melody.

“Be’ in generale poteri curativi e controllare gli elementi della natura ma quelle più potenti e vecchie anche il tempo e lo spazio. Interessante no?”

“Be’ come da aspettarsi da delle fate” si intromise George.

“Sì ma sai che le fate possono avere il Dono Musicale?”

“Ah, questo non lo sapevo”

“Ovvio, sei così ignorante!”

Melody scoppiò a ridere e George mise il broncio. Ad un certo punto del viaggio si fermarono per riposare. Erano tutti stanchi, soprattutto Melody che si portava sempre la custodia del violino e le faceva male il braccio. Si sedettero sull’erba a guardarsi attorno. C’erano sempre gli stessi alberi colorati ma non sentiva niente. Forse qualche cinguettio ma non vedevano alcun uccello. Melody avrebbe voluto almeno vedere un animale ma a quanto pare erano molto timidi. Melody si accorse che qualcuno si muoveva tra i cespugli.

“George…” quando lo guardò era pallido.

“Prendete gli strumenti e preparativi, siamo sotto attacco!”. All’istante sbucarono un ventina di uomini giganti con l’armatura nera e una spada che faceva paura solo a guardarla.

“Delle Guardie Nere!” gridò Geremia con la pianola in mano. Melody prese rapidamente il violino e cadde sotto il colpo di uno dei soldati. Si credeva perduta ma all’improvviso sentì una leggera melodia di un flauto. La guardia era legata da delle catene e cedette sotto il colpo di una freccia. Lei per alcuni istanti restò con gli occhi sbarrati ma si riprese subito. Non era il momento.

Si alzò e vide che Geremia faceva incantesimi efficaci e quando un soldato cedeva, spariva. Guardò George che stava usando la spada e sbaragliò parecchie guardie con mosse veloci e abili. Lei non voleva fare di meno anche se sapeva che non avrebbe fatti molto ma ci provò. Si concentrò con tutta la pazienza che aveva. Dei soldati la stavano circondando. Chiuse gli occhi e provò a suonare. Questa era una musica spaventosa che faceva tremare. Melody pensò a qualcosa di spaventoso, che li facesse tutti scappare dalla paura. Suoni acuti e scattanti. Il cielo si oscurò, si sentirono fulmini e si stava alzando un freddo vento. La musica era ancora più veloce, più raccapricciante e imponente. Il vento si alzò impetuoso e più forte. Il temporale più devastante e scuro. Più scuro, più terrore, più paura. Si scatenò un uragano che spazzò via qualunque soldato. Melody era al centro, ferma e composta, suonando con il suo violino con gli occhi che emanavano luci abbaglianti. George e Geremia si tennero sugli alberi fortemente guardando quella spaventevole forza. Melody assorta sbagliò nota. Inaspettatamente tutto si fermò e l’unica presente era Melody che aprì gli occhi e cadde per la stanchezza.

Il potere della musica (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora