-CLAUDIO
Ore 09:00Solitamente a quest'ora ero già attivo dietro il mio bancone mentre oggi no, oggi mi toccava il turno pomeridiano.
Odio lavorare il pomeriggio perché Federico la mattina è a casa e quindi per un motivo o per un altro me lo ritrovo in mezzo ai piedi.La mattinata era iniziata malissimo, io mi ero svegliato stranito dal pomeriggio passato e lui erano ormai due ore che si lamentava a causa di una maglietta diventata rosa, non so per quale motivo.
Ieri sera dopo aver girato tutto il pomeriggio, siamo tornati a casa e fortunatamente la mia serata prese la giusta piega quando Paolo venne a farmi visita.
Paolo era il mio migliore amico, quell'amico che non consideri tale perché per quanta confidenza e rapporto ci sia sembra come se di due persone ne faceste un cuore solo.
Lo conosco ormai da 10 anni, so tutto di lui e lui sa tutto di me.
Sa i miei pregi e i miei difetti, sa come prendermi quando i miei pensieri mi sovrastano e sa come farmi tornare con i piedi per terra quando la mia mente immagina.5 anni fa anche cercó di farmi tornare con i piedi a terra e di aprirmi gli occhi su Federico ma non ci fu verso, non lo ascoltai ed ora eccomi qui a mangiarmi i gomiti per aver utilizzato ancora una volta sempre e solo la mia testa.
Ieri sera si presentò sulla porta con tre cartoni di pizza e quattro birre, io amavo le sue improvvisate le sue intrufolate in casa mia, mentre Federico le odiava.
Odiava come io ridevo con lui tanto da dovermi sorreggere la pancia dai dolori, odiava le nostre occhiate che sostituivano le parole in momenti in cui anche quelle erano di troppo.
In poche parole odiava quel rapporto fraterno che avevo con lui.Paolo era una persona che non chiedeva mai come ti sentissi, non lo chiedeva, non perché fosse poco interessato ma semplicemente perché lo sentiva. Sentiva sempre se in me c'era qualcosa che non andava, se ero triste, felice o dubbioso.
Dopo aver mangiato e bevuto, mi prese da parte con una scusa, mi portò fuori il terrazzo per fumare una sigaretta e mi guardò negli occhi senza dire una parola.
Questo suo silenzio era una domanda esplicita per sapere come stessi.
Io abbassai lo sguardo quando sentii i miei occhi bruciare e diventare pesanti, non potevo permettermi di farmi scappare parole che mai e poi mai avrei dovuto pronunciare.
Ma niente fu così rasserenante quanto la mano di Paolo che alzo il mio mento per dirmi due semplici parole 'sono qui'.
7 lettere insignificanti se prese singolarmente, ma che messe insieme formavano la più grande forma di protezione a cui aspiravo in quel momento.Le lacrime ormai erano arrivate a bagnarmi l'inizio del collo, le asciugai in fretta e iniziai tirar fuori tutto quello che avevo tra lo stomaco e il cuore, tutto quello che mi provocava un senso di nausea furibonda.
" Sono stanco Paolo"
"Sono stanco" riaffermai alzando il tono della voce.
"Sono stanco di essere trattato come l'ultima persona sulla faccia della terra, di prendere sempre il brutto e mai il bello, di massacrarmi di lavoro per vivere una vita dignitosa per poi tornare a casa e non trovare nessuno."
"Paolo sai quante settimane sono che non ricevo una carezza, un bacio, un caffè al letto nel mio giorno di riposo?"
Continuai," sai da quanto tempo non faccio l'amore con Federico?, sai da quanto non mi addormento fra le sue braccia?"
" No questo non lo sai, nessuno lo sa se non io"
Con un soffio di voce alla fine di quel discorso aggiunsi due sole parole su cui Paolo non fece alcuna domanda, ma mi guardó interrogativo.
"E Serpiko".Si, nel tirare fuori tutto tirai senza volerlo fuori anche lui, in fin dei conti anche se non sapeva da quanto tempo non vedevo nudo Federico sapeva benissimo che la mia storia era al capolinea e che mi sentivo trascurato.
Questa serata e la liberazione che ebbi con Paolo fu l'unico motivo per il quale non prestai molta attenzione a quel messaggio.
Quel messaggio così vero, così limpido tanto che potevi quasi specchiartici dentro.
Quelle parole avevano fatto breccia nel mio cuore e finalmente mi sentivo compreso da qualcuno.
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Pezzi Messi
FanfictionMario 31 anni commesso, Claudio 29 anni barista. Vivono a Verona, entrambi rispettivamente fidanzati, chi da 1 anno e mezzo e chi da 5. Qualcosa nella loro vita cambierà, cambierà in modo strano e particolare.