Era ormai mattina inoltrata, il lavoro come sempre era molto e non avevo mai modo di distrarmi.
I miei colleghi mi conoscevano molto bene, ormai erano anni che lavoravamo insieme, non a caso era tutta la mattina che mi guardavano e parlottavano fra di loro con un mezzo sorriso stampato sul volto.
"Sona,sona" mi disse Marika guardandomi con aria maliziosa.
Probabilmente il mio viso era più rilassato del solito, le mie occhiaie non erano pronunciate come sempre e il mio sorriso era più raggiante.
"Non è come pensi Marika" gli urlai, lanciandogli addosso la pezza che stavo utilizzando per pulire.Non era come pensava lei, solitamente le loro supposizioni erano sempre ricollegate all'ambito sessuale, mentre questa volta di sessuale non c'era stato un bel niente.
Certo la voglia c'era, il desiderio era grande, ma se le cose sono andate in questo modo senza dubbio un motivo doveva pur esserci. Avevamo davanti a noi una vita per recuperare, recuperare tutto quello che fin'ora stavo aspettando arrivasse.Nel mentre ripercorrevo la mia serata con Mario mi venne in mente un particolare.
Era mezzogiorno e ancora non si era fatto vivo, ne un messaggio tanto meno una chiamata.
"Non può essere successo di nuovo" dissi con un filo di voce.
Non può essere sparito nel nulla, non dopo la nottata che abbiamo passato insieme.
Una nottata tanto semplice quanto intima, io e lui sul divano, parlando di tutto, le nostre mani intrecciate allo stesso modo delle nostre bocche, i nostri cuori che producevano rumori indefiniti, che rimbombavano nella stanza.
Probabilmente avevo dato più valore io a questa serata che lui, probabilmente me la aspettavo e la volevo da così tanto tempo che seppur particolare mi aveva lasciato delle emozioni forti, contrastanti fra esse ma pur sempre speciali.Preso dallo sconforto mi assicurai che fosse tutto sistemato e mi diressi al di fuori del bar per fumare una sigaretta, il tempo non passava mai, ma improvvisamente ad interrompere la mia sensazione di pace assoluta fu una voce a me nota.
Un tintinnio d'acciaio risuonava vicino le mie orecchie, alzai la testa ed ebbi davanti a me tutto ciò che avrei preferito evitare almeno per i prossimi cinque anni.
Quella faccia così insignificante, quel sorriso malizioso che scaturiva dentro di me solamente un principio di rabbia.
"Cosa vuoi Federico?" Gli dissi con tono stizzato.
"Nulla, sono venuto a riportarti le chiavi di casa, volevo sapere come stavi, se ti eri ripreso, sai da quella sera non ci siamo ne più visti ne più sentiti, volevo sapere se ti fosse passata l'arrabbiatura così da poter rimanere amici"Amici? Tra me e me pensai che questa poteva essere solo la più grande follia della mia vita, una persona che ha ridotto la mia vita a brandelli non potrà mai più essere visto con un occhio di riguardo, con gli occhi con cui si guarda un amico.
Feci un sospiro, alzai la testa per rispondergli, avrei voluto sputargli addosso tutto il veleno che mi circolava in corpo, ma non ci fu bisogno.Sentii una mano sul collo e una sul fianco che da dietro mi cingeva. Non mi voltai perché avrei riconosciuto le sue mani, così delicate ma allo stesso tempo cosi prepotenti.
Fissai Federico negli occhi che ormai era diventato viola in volto e sentii pronunciare delle parole, una melodia di parole che unite al mio stato d'animo sembrarono la cosa più preziosa del mondo.
"Ciao amore, buongiorno"
Lo scrocchio di un bacio lasciato delicatamente sul collo mi fece rabbrividire, mi voltai ancora imbarazzato e lo vidi lì davanti a me.
Era bellissimo, raggiante ed era Mario, il mio uomo.
"Buongiorno cicci" risposi lasciandogli un leggero bacio sulle labbra.
"Lui è Federico" prontamente decisi di mettere in chiaro una volta per tutte chi fosse e cosa stesse facendo li, così smossi le chiavi di casa e le misi direttamente in tasca a Mario.
Federico non gradi molto questo gesto, oramai lo conoscevo, dopo cinque anni sapevo distinguere ogni sua minima espressione, quella sua faccia da strafottenza in questo momento non prospettava nulla di buono."Cicci, in bocca a lupo, ne avrai bisogno. E attento a questi occhi verdi, così limpidi quanto finti."
Federico lancio questa bomba prima di sparire dietro le macchine verso la fine della via.
Mario non proferì parola, ma vidi nei suoi occhi la paura di un qualcosa più grande di lui, improvvisamente i suoi occhi non brillavano più, si erano spenti."Amore tranquillo scherzava" l'unica frase stupida e senza senso che riuscii a dire fu questa, avevo pura di ferirlo e ferire qualcuno che ti rende vivo era la cosa che più mi spaventava.
Non avevo intenzione di perderlo, di farmelo scappare, volevo vivermelo, volevo vivere tutte quelle sensazioni che mi facevano svegliare la mattina, avere un unico pensiero ed andare a dormire con lo stesso.
Sentivo il bisogno di averlo nelle mie giornate, di riderci fino a sentire dolore e di piangerci se qualcosa mi turbasse.
Volevo il suo odore addosso, come le sue mani e la sua bocca.
Avrei semplicemente sperato che un giorno anche senza la sua presenza la mia pelle fosse piena di lui e del suo odore da sentirlo con me ogni istante.
Probabilmente mi ero innamorato, innamorato di lui, dei suoi sorrisi e delle sue più grandi paure."Ah domani, tieniti libero, andiamo al lago".
"Le chiavi ora le hai, quando vuoi sai dove sono" mi fece un mezzo sorriso al suono di questa frase, tanto che sperai avesse percepito il mio messaggio:
Ti voglio nella mia vita, adesso e per sempre.- il Claudio di ghiaccio ormai si era sciolto, si sentiva completo con se stesso e con la persona che aveva accanto. Sperava con tutto il cuore che potesse durare in eterno, come nelle favole, IO E TE -
SPAZIO AUTRICE:
Eccoci qui, un altro capitolo è finito e spero vi sia piaciuto, ho cambiato la modalità di scrittura, non saranno più due persone differenti nella storia ma una sola voce narrante per entrambi, cercherò di descrivere le sensazioni di entrambi cercando di lasciarvi qualcosa.
Vi aspetto nei commenti, fatemi sapere se questa nuova 'modalita' vi piace.
P.s scusate se non ho risposto ai vostri commenti ma ho avuto dei problemi con il pc!Silvia.
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Pezzi Messi
FanfictionMario 31 anni commesso, Claudio 29 anni barista. Vivono a Verona, entrambi rispettivamente fidanzati, chi da 1 anno e mezzo e chi da 5. Qualcosa nella loro vita cambierà, cambierà in modo strano e particolare.