- equilibrium -

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Era buffo il pupazzo che Claudio tempo fa aveva appeso alle sue chiavi, una scimmia, l'animale che dice rappresentarlo.
Erano anni che oltre alle mie chiavi non ne avessi altre da poter utilizzare, ma mai avrei pensato che nel giro di così poco tempo potessi ottenere quelle della persona che mi ha completamente rapito.
Mai, mi sarei permesso di entrare in casa senza di lui, la confidenza non era ancora tale, avevamo si passato la notte insieme ma i miei freni erano ancora ben saldi a terra.
In quella notte parlammo tanto ma mai gli confessai che lui era il ragazzo che mi diede la forza per affrontare me stesso, per guardarmi dentro e capire realmente cosa fosse giusto in quel momento.

Il lavoro mi occupava la maggior parte del tempo, l'invito al lago lo avrei voluto accettare con tutto me stesso ma purtroppo i miei impegni me lo impedirono.
Riuscii a mandargli un messaggio scusandomi, ma sapevo già che non sarebbe bastato.
Non sarebbe bastato a lui quanto a me perché la voglia di stare insieme era inspiegabilmente tanta.
Lavoravo con un solo pensiero, quello fissò che non si schioda neanche se ti ci impegni, era così bello immaginarmelo nella mia vita che quasi mi si spezzava il cuore a quella sensazione.
In tutti questi anni ho tenuto nascosto questo importante ruolo di Claudio nella mia vita che adesso è come se vorrei urlare al mondo che grazie a lui sono leggero, sereno, spensierato.
Grazie a lui accetto me stesso, ogni mio pregio e difetto.
Grazie a lui so che non sono io quello sbagliato ma che sbagliato é chi giudica in base ad un orientamento.
Grazie a lui probabilmente so amarmi, o perlomeno sto cominciando a farlo.

Mi sentivo profondamente in colpa, Claudio ai miei messaggi non rispose, non si presentò in negozio e non ebbi traccia di lui per tutto il giorno.
Mi mancava profondamente.
Non vedevo l'ora che arrivassero queste benedette 21 per poter tornare a casa e rilassarmi, sperando in un semplice rimirino del telefono, in una notifica che riguardasse lui.
Ma così non fu, i secondi, i minuti e le ore passarono ma di lui nessuna traccia.
Così che tornai a casa, distrutto, dispiaciuto e con un grande vuoto, Claudio.

21:10
"Hai intenzione di non rispondere?"

22:00
"A che gioco stai giocando?"

22:30
"Sono il solito stupido che crede a tutto, mi sono lasciato andare e questo é il giusto trattamento?"

23:00
"Claudio, vaffanculo"

Non rispondeva, leggeva i miei messaggi ma non mi degnava di alcuna risposta.
La situazione era diventata insostenibile, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo.
Mi scoppiava la testa, lo stomaco era distrutto dal nervosismo, fin quando non arrivai alla conclusione più triste, quella che mi ero ripromesso di lasciare per ultimo.
Federico, sicuramente.
Sicuramente é con lui, ieri era al bar e oggi tutto quello che ho cercato di mettere da parte per non sembrare ossessionato si sta realizzando.
Non posso credere che tutto questo sia possibile, non adesso, non a me, perfavore.

Il cuore mi scoppiava e ormai ero entrato nella fase del pianto, quello isterico, dove si tirano fuori tutte le paure che nella vita ti si propongono.
Singhiozzavo.
Mi ero ripromesso di essere più forte, dovevo dimostrare a me stesso di farcela, questi erano i patti.

"Me la paghi" urlai,
In fretta mi infilai la giacca, presi le chiavi della macchina e uscii di casa.
Uscii spedito, senza guardare in faccia nessuno.
Ero deciso, io, dovevo superare tutto ciò.
Dovevo dimostrare che non ero più il ragazzo indifeso che dipendeva dagli altri, io ero diventato la roccia di me stesso, l'ancora della mia stessa vita.

Prima,
Seconda,
Quarta, quinta.
Andavo ad una velocità inaudita.
Stavo riversando tutta la rabbia sul pedale del l'accelerazione.
Fin quando non fermai la macchina di botto, frenando bruscamente, parcheggiai e scesi senza pensare.
Correndo mi diressi verso il portone lo apri e feci le scale due a due.
Una volta davanti la porta, mi accasciai sulle gambe, cercando di fare il meno rumore possibile.
Volevo ascoltare ogni singolo respiro che ci fosse in quella casa, sicuramente quello di Claudio lo avrei riconosciuto in un attimo.
Sentivo delle voci, era sicuramente la televisione.

"È in casa e non mi risponde, che stronzo.
Entro o non entro?" Sussurrai con le labbra socchiuse.
Non sapevo se suonare o meno, ma alla fine presi coraggio e lo feci, con un movimento deciso.
In quel momento i miei battiti erano cessati e il mio corpo era in apnea.
Non sapevo cosa, da lì a pochi minuti, mi sarei trovato davanti.
Avevo una fottuta paura, mi tremavano le gambe. Fin quando non sentii la porta aprirsi.

Era lì davanti in silenzio, bello.
Con la sua solita faccia innocente e quegli occhi verdi che solo guardandoli approfonditamente mi diedero di nuovo il respiro.
Non mi disse nulla, si limitò a spostarsi per farmi entrare, il che mi diede sicurezza in quanto era una conferma della non presenza di Federico.

Passai le scarpe sul tappetino, entrai e vomitai un fiume di parole.

" Come ti è venuto in mente di sparire,
Se hai qualche problema sei pregato di parlarne non di sparire, di evitarmi tutto il giorno, fai finta che io sia un fantasma, ma vorrei ricordarti che la notte insieme, nel tuo letto io l'ho passata con te.
Credi di aver a che fare con le puttanelle dei tuoi amichetti del l'Urban, quelli che ti sbavano dietro e che pagherebbero oro per farsi scopare da te?
No caro mio, io non sono così, io Claudio Sona, non voglio farmelo per una notte, voglio vivermelo, vivermelo quotidianamente.
Voglio svegliarmi con lui tutte  le mattine e addormentarmici tutte le sere, voglio baciarlo quando ne sento la necessità e abbracciarlo perché la mia testa mi dice che in quel momento è giusto così, voglio litigarci per chi tira di più la coperta e per chi sceglie il film da vedere la sera.
Voglio ridere, divertirmi, cantare canzoni senza senso e fare vocine surreali solo per impietosirti e ricevere quell'abbraccio in più che non riesci a darmi.
Voglio fare l'amore con te, sentirti mio, sentire la stessa voglia che ho di averti, voglio essere desiderato e desiderarti nello stesso modo.
Accarezzarti e guardarti negli occhi mentre i nostri corpi finalmente si uniscono.
Voglio fare la spesa, passeggiare, cucinare insieme e per te.
Claudio io ti voglio nella mia vita, ma se tu non sei disposto a ciò, preferisco tu me lo dica, preferisco tu sia chiaro con me."

Ripreso fiato mi accorsi che dalla mia bocca uscirono parole che probabilmente era meglio tenessi ancora con me per un po', ma sicuramente  se erano passate dal cuore alla bocca senza chiedere permesso alla testa un motivo ci sarà stato.
E quel motivo era ben chiaro, non volevo perdere Claudio.

Non potevo permettermi di perdere quell'equilibrio sopra la follia.













Spazio autrice:
Scusate l'attesa ma ho passato dei giorni veramente intensi.
Cosi finisce un altro capitolo, spero vi piaccia ma soprattutto non odiatemi per avervi lasciato senza la risposta di Claudio a tutto ciò.
Fatemi sapere come sempre cosa ne pensate e se vi è piaciuto nei commenti.
Ho scoperto che mi fa molto piacere " parlare" con voi e cercare di capire sempre cosa vi piace leggere o meno.
Grazie come sempre, un bacio Silvia.

Pezzi MessiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora