-CLAUDIO
Ore 07:00La luce filtrava dalle tende della finestra, il lenzuolo bianco color neve copriva il suo corpo per metà, lasciava scoperta quella parte di cui ero diventato dipendente.
Il suo viso era schiacciato sul cuscino e il suo incavo del collo era segnato da un piccolo rigonfiamento viola.
Riuscivo a percepire il suo profumo, era un profumo dolce ma allo stesso tempo forte.
Un po' come lui, lui era così dannato da farmi perdere completamente i sensi ed era così bambino da rendermi vulnerabile in ogni mia azione.
La notte era passata e dopo le birre una cosa tiro l'altra, Mario senza neanche pensarci due volte decise di intrufolarsi in casa mia, passammo tutta la serata sul divano a parlare, non ci fu nessun rapporto fra di noi. Ci limitammo a qualche bacio, alcuni più passionali, ma nulla di più.
Dalla finestra entrava un aria fresca, il mio corpo era coperto di brividi, ma presumo che gli stessi furono provocati dalla vicinanza di quel corpo esile, così fragile da distruggersi al solo sguardo.
Il suo respiro era così leggero che sembrava formare una melodia, il viso era sereno e quel modo buffo di dormire mi portava una tale sensazione che a parole sarebbe impossibile spiegare.
Era una sensazione di pace interiore, sentivo una morsa allo stomaco, probabilmente dopo tempo le famose farfalle erano tornare a farmi visita e se anche la cosa mi spaventava, non avrei potuto chiedere di meglio.
Meglio di averlo li, accanto a me, nel mio letto.Come sempre le cose belle hanno vita breve, il mio lavoro mi chiamava, l'urban aveva bisogno di me, così anche contro ogni mio volere mi dovetti alzare dal letto, prepararmi ed uscire di casa.
Una volta alzato dal letto, mi diressi verso il bagno, mi sciacquai la faccia così tante volte solo per il gusto di capire se fosse tutto reale o un sogno, una mia surreale immaginazione.
Fortunatamente era tutto vero.
Mi vestii, mi avvicinai al letto e coprii Mario con il resto del lenzuolo che ormai toccava terra."Buongiorno, sono dovuto correre al lavoro, tu fai come se stessi a casa tua.
Grazie per ieri sera, mi hai confermato quello che speravo su di te.
Ti lascio il mio numero, ci sentiamo più tardi."-MARIO
Ore 11:00
Sentivo dell'aria fredda sul mio corpo, aprii leggermente gli occhi e percepii di non essere a casa, non nella mia almeno.
Mi venne istintivo allungare la mano dalla parte opposta del letto ma la trovai vuota.
Ieri sera dopo aver parlato e bevuto, ricordo perfettamente di essermi messo nel letto di Claudio.
Ricordo perfettamente ogni singola cosa, le sue mani possenti accarezzarmi dolcemente il corpo partendo dal viso fino a delineare tutto il contorno del mio corpo.
Ricordo perfettamente il suo respiro, così pesante ma allo stesso tempo presente, come a voler dire, sono qui accanto a te, non succederà nulla.
Avrei preferito sicuramente un risveglio diverso, magari con lui accanto, ma molto probabilmente il lavoro era una parte fondamentale nella vita di Claudio e quindi veniva prima di ogni altra cosa. Questo mi rassicurava, mi faceva capire che nella sua vita nulla gli era stato regalato, tutto se lo era sudato di mano sua, ma allo stesso tempo mi agitava.
Mi agitava il pensiero di Claudio con quella polo aderente dietro il bancone ad armeggiare con bottiglie di alcolici o semplicemente con la macchina del caffè, quel sorriso contagioso e quei movimenti leggeri esposti a tutti.
Nella mia vita il senso di protezione per gli altri prevaleva sempre su di me schiacciandomi, rendendomi insicuro, ma questa volta no, avevo deciso di lasciarmi alle spalle il passato, di guardare la vita con la stessa sfrontatezza con cui Claudio affrontava la sua.Avrei voluto dimostrare al mondo, o anche semplicemente a lui, che nel suo piccolo stava diventando il mio mondo, che io potevo farcela, potevo emergere e risalire forte come non mai.
Mi alzai dal letto dirigendomi verso la cucina e trovai un bigliettino scritto da lui dove mi augurava il buongiorno, ero al settimo cielo, sentivo finalmente il pensiero di qualcuno verso di me.
Non ci pensai due minuti, corsi in bagno, mi salvai il numero e iniziai a scrivere..."Buongiorno, sono felice a leggere queste parole, mi preparo e arrivo da te, aspettami"
Dopo pochi minuti però decisi prontamente di eliminare il messaggio e non inviarlo, avrei voluto sorprenderlo nuovamente, fondamentalmente toccava a me adesso, questo mi ero ripromesso.
Volevo correre da lui, sentivo quel bisogno impellente di vederlo,di sentire il suo profumo nella stessa stanza anche se fossimo stati a distanza, di vederlo sorridere, vederlo toccarsi i capelli ogni due per tre, insomma necessitavo di Claudio.Chiusi la porta di casa sbattendo e una volta uscito mi incamminai verso l'Urban.
Spazio autrice:
Scusate se il capitolo non è lunghissimo ma ci tenevo a scrivere i loro pensieri dopo l'accaduto, io sono sempre più innamorata di questa storia, anche se non vi nego che non è semplicissimo scrivere dopo i fatti accaduti a Claudio.
Spero vi piaccia e vi aspetto nei commenti come sempre. Grazie mille.Silvia.
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Pezzi Messi
FanfictionMario 31 anni commesso, Claudio 29 anni barista. Vivono a Verona, entrambi rispettivamente fidanzati, chi da 1 anno e mezzo e chi da 5. Qualcosa nella loro vita cambierà, cambierà in modo strano e particolare.