-Capitolo 2-

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Mario
Lascio all'istante tutto quello che stavo facendo e corro verso la spiaggia con il cuore in gola,sperando e pregando che non sia successo nulla di grave e che il nuovo bagnino sia riuscito a salvare quella ragazzina in tempo. Mi avvicino quanto basta per notare sul volto dei genitori il panico e la paura e mi tremano le gambe al solo pensiero che qualcosa possa essere andato storto. Ho sempre avuto un amore incondizionato verso i bambini,li ritengo la cosa più bella del mondo, perché loro non hanno bisogno di sforzarsi per essere felici, non hanno bisogno di far finta di essere un'altra persona pur di piacere agli altri,non hanno bisogno di dover trovare per forza un motivo per  sorridere..loro sorridono e basta, a prescindere dalla situazione, dall'umore, da tutto. E guardandoli sorridere senza nemmeno volerlo ti ritrovi a sorridere anche tu, tu che invece ti svegli già infastidito da tutto fin dalle prime ore del mattino,tu che non riesci a sorridere perché la vita ti ha fatto troppo male per riuscire a farlo spontaneamente, tu che fuggi perfino da te stesso perché quello che vedi allo specchio ogni volta che ti guardi non ti piace e allora scappi, perché scappare è più facile. Ma sorridi. Ed è incredibile l'effetto che hanno su di te perché nonostante tutta l'amarezza che ti porti dentro,tu sorridi se vedi un bambino sorridere.
Il cuore accelera e le mie mani sudano mentre questi pensieri scorrono nella mia testa. Guardo verso il mare sperando di vedere la scena che tutti stiamo aspettando con tanta ansia ma davanti a me, il vuoto. Nessuna traccia della bambina,nessuna traccia del bagnino,niente di niente. Solo un silenzio assordante rotto dal pianto della madre che disperata si accascia a terra. Mi sento inutile,vorrei fare qualcosa per renderle più sopportabile questo momento,sempre se sia possibile farlo,così mi avvicino a lei piano piano cercando di non darle fastidio ma solo conforto e le poggio una mano sulla spalla e l'altra sul viso asciugandole le lacrime.
-"Coraggio signora,vedrà che andrà tutto bene,deve essere forte per suo marito e soprattutto per sua figlia. Non smetta di crederci"- e questa è l'unica cosa che riesco a dirle prima che lei mi guardi e scoppi a piangere davanti a me. Mi pietrifico all'istante e mi maledico perché forse sarei dovuto restare in silenzio e invece ho peggiorato solo la situazione.
"Ma che cazzo ho fatto, perché le ho detto quelle cose,hai perso un'occasione per stare zitto BRAVO MARIO, COMPLIMENTI!",penso tra me e me mordendomi la lingua. Mi alzo e provo ad allontanarmi da lì ma una mano mi blocca il braccio e mi trattiene.
-" Grazie "- . Il padre della bimba, visibilmente sconvolto, lascia andare il mio braccio e io gli sorrido con tenerezza, come per fargli capire che non volevo essere scortese prima, ma solo stargli accanto. Non sono sicuro che lui abbia capito ma altre parole sarebbero inopportune in un momento così. D'un tratto lo vedo correre seguito dalla moglie verso la riva e accade tutto con una velocità così estrema che faccio fatica a rendermene conto: il bagnino sbuca fuori dall'acqua con la bambina in braccio e dolcemente la poggia sulla sabbia. Mi assicuro che vada tutto bene ma poi senza volerlo, o forse si, i miei occhi si posano sul corpo perfetto del ragazzo che si,avevo già intravisto da lontano qualche minuto fa ma, Dio, da vicino è tutta un'altra storia. Percorro con lo sguardo il suo petto scolpito e non posso non notare gli innumerevoli tatuaggi presenti sulle sue braccia muscolose e rimango incantato perché nonostante siano davvero tanti su di lui stanno così bene da farlo sembrare un'opera d'arte. A fatica reprimo l'istinto di tracciare con un dito il perimetro di ogni tattoo e cerco di riportare l'attenzione su quello che sta accadendo, ma inutilmente perché ad ogni minimo movimento del suo corpo i miei occhi tornano a guardarlo senza tregua. E con prepotenza si fermano ad osservare un cuore di ghiaccio tatuato al centro del suo petto..
"Mario piantala,piantala subito! Non è il momento adatto per fare l'idiota!", ma mentre penso ciò contemporaneamente lo guardo e tutti i miei buoni propositi se ne vanno a puttane. Per fortuna l'urlo della madre della bimba mi riporta alla realtà come uno schiaffo in piena faccia e soltanto dopo qualche istante realizzo che è un urlo di gioia e che la piccola sta bene. Tiro un sospiro di sollievo e istintivamente sorrido in maniera isterica sia per il lieto fine della vicenda e sia perché mi sento totalmente ridicolo per non aver prestato attenzione a ciò che era realmente importante perché troppo impegnato a guardare altro.
Davanti a me una scena bellissima, questo quadretto di famigliola felice mi riempie il cuore di gioia e più guardo i genitori stringere la figlia,più dentro di me sento vivo il desiderio di avere una famiglia tutta mia un giorno, un figlio da abbracciare esattamente come loro stanno facendo adesso con la loro,esattamente come non è stato fatto con me. Perché io non ho mai ricevuto un abbraccio così dai miei genitori, non ho mai ricevuto tutto questo affetto, specialmente dopo aver rivelato loro la verità su di me, anche se più che a loro la rivelai a me stesso. E non dico che mi manca questo genere di legame con la mia famiglia, ma avrei voluto che loro fossero lì ad aiutarmi a rialzarmi ogni volta che cadevo,a tendermi una mano quando pensavo di non farcela,a dirmi che loro c'erano quando pensavo di essere solo. Il problema è che solo lo sono davvero. Non ho mai chiesto un abbraccio o grandi manifestazioni d'affetto, mi sarebbe bastata solo una parola, una parola che però non è mai arrivata...
-"Oh scusa"- qualcuno mi spintona e io sono già pronto a insultarlo e a dirgli di fare più attenzione a dove mette i piedi, così mi giro e..mi perdo in quel mare verde che vedo nei suoi occhi! Un mare dove chiunque vorrebbe annegare, un mare che prima d'ora non ho mai visto. Avevo ammirato il suo corpo ma non i suoi occhi e se lo avessi saputo prima lo avrei evitato con tutto me stesso, perché è proprio nel momento in cui quel verde si posa su di me che sento un vuoto nello stomaco, come una voragine inaspettata da cui non sai come fuggire e che non sai come gestire.
-"Scusa non volevo,non l'ho fatto apposta. Stai bene?"- mi chiede lui con un accento che capisco subito non essere romano.
-"Si tranquillo, non preoccuparti"-. Lui mi sorride e va via verso la sua postazione e io rimango lì imbambolato a guardarlo ancora una volta. È bello pure mentre cammina,avrà qualche difetto quest'essere perfetto?
-"Ti va di prendere qualcosa da bere?"- e in realtà non so nemmeno come ho fatto a trovare il coraggio di fargli una domanda del genere ma ormai è troppo tardi, la cazzata l'ho fatta. O forse no, forse non è una cazzata, perché io ho davvero voglia di parlarci e berci qualcosa insieme. Lo vedo voltarsi verso di me, sistemarsi il ciuffo con una mano e mi trattengo dal ridergli in faccia mentre i suoi capelli vanno da una parte all'altra bagnati e scompigliati dal vento.
-"Si certo, perche no"-
-"Allora vieni, ti preparo qualcosa. Sarai affaticato dopo quello che hai appena fatto"-
Si avvicina e io mi sento un attimo mancare per quanto è bello, mi tende la mano e si presenta con una naturalezza tale da attrarmi sempre più maledettamente a lui come una calamita, un'attrazione dolce ma allo stesso tempo dannata, piacevole ma indomabile, un'attrazione da cui so già non uscirò illeso.
-"Ciao piacere. Mi chiamo Claudio"-
Gli stringo la mano per ricambiare il saluto e cerco di nascondere, sperando che lui non se ne accorga, il brivido che mi attraversa la schiena come una scossa elettrica nell'esatto momento in cui le nostre mani si toccano. E cavolo, pure le sue mani sono belle..

-" Mario,io sono Mario"-

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Ciao ragazzeee❤ piano piano stiamo entrando nel vivo della storia,  speriamo davvero che vi piaccia, e grazie a tutte di seguirla. Un bacio, a presto ❤

Il mare nei tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora