Buongiorno bimbe, ecco a voi un altro capitolo. Scriverlo non è stato semplice, quando iniziamo non sappiamo mai come andrà a finire, è questo il bello della nostra storia. Come sempre io e Roby vi ringraziamo per il sostegno che ci date e speriamo che questo capitolo possa aiutarvi a staccarvi da tutto quello che sta accadendo e a pensare ad altro.
Buona lettura ♥️Claudio
Credo di non aver mai provato così tante emozioni nella mia vita come in questi ultimi giorni. Mi rendo conto soltanto adesso di quanto stessi aspettando così impazientemente qualcosa che arrivasse a sconvolgermi l'esistenza come un uragano che non chiede il permesso di passare sopra tutto e tutti. Però non è detto che dopo un uragano non debba rimanere nulla, non è detto che questo spazzi via ogni cosa. Sei tu a deciderlo. Sei tu a decidere se farti portare via da lui o se farti travolgere e rimanere sulle tue gambe senza cadere al suo passaggio. E la cosa incredibile di tutto ciò è che a cosa decidere nemmeno ci pensi, perché avviene tutto in maniera così spontanea che non hai nemmeno il tempo di poterlo fare. Decidi e basta. Agisci e basta. Ti ritrovi ad essere tu insieme alle tue sensazioni,alle tue emozioni,al tuo istinto,alla tua testa che dice una cosa e al tuo cuore che ne dice un'altra, alle tue gambe che si muovono incontrollate e alle tue mani che cercano di afferrare la felicità.
E le mie mani in questo esatto momento stanno prendendo a pugni un tizio sconosciuto ma che ha osato toccare qualcosa di davvero prezioso, qualcosa che poche volte incontri nella vita, qualcosa che ti investe completamente quando ti trova e che non ti lascia più andare, qualcosa che con un solo sguardo ti fa sentire bene, qualcosa che,nonostante il poco tempo trascorso, è più forte e più presente di qualsiasi altra cosa che probabilmente fa parte della tua vita da anni, qualcosa che proprio come quell'uragano che aspettavi da sempre finalmente arriva e ti travolge.
Stava toccando Mario.
Il mio uragano si chiama Mario.Ho il cervello e la vista completamente annebbiati, non riesco a spiegare cosa sia successo dentro di me nel vedere quella scena raccapricciante. So solo che ho sentito il sangue ribollirmi nelle vene e la rabbia invadere il mio corpo. E adesso sto riversando questa stessa rabbia addosso a quest'essere viscido che cerca di ripararsi dai miei pugni che giungono a raffica sulla sua faccia.
Non riesco a fermarmi, più penso alle sue mani sul corpo immobile e indifeso di Mario, più il disgusto e la collera mi assalgono. E se non fossi arrivato in tempo? E se non fossi arrivato affato? Cosa gli avrebbe fatto? Cosa sarebbe successo?
Rabbrividisco ancora di più al pensiero di quello che sarebbe potuto accadere se solo non mi fossi trovato da quelle parti, se solo non avessi perso tempo a parlare al telefono con Paolo per la quarantesima volta nel corso della giornata, se solo non avessi deciso di soffermarmi un pò a riflettere prima di tornare a casa.
Se solo fossi andato via come ho sempre fatto fino ad ora.Mi fermo a guardare Cristiano dritto negli occhi mentre lo tengo per il collo e uno sguardo malizioso si forma sul suo viso accompagnato da un ghigno arrogante che lui rivolge prima a me e poi a Mario, che in tutto ciò è rimasto a terra dietro di noi, sconvolto.
"Questa è la seconda volta che ti metti in mezzo, spero per te che non ce ne sia una terza", dice Cristiano sfidando la mia pazienza.
E infatti non lo lascio aspettare tanto e gli sferro un ultimo pugno dritto sul naso prima di stringerlo per il colletto della camicia e tirarlo a me.
"E io spero che questo ti sia bastato per capire di stargli lontano e che la prossima volta che ti vedo accanto lui o che ti vedo anche solo guardarlo ti mando all'ospedale. Quindi spero per te che non ci sia proprio una prossima volta", e lo lascio ricadere a terra allontanandomi da lui e avvicinandomi a Mario. Ha lo sguardo completamente perso nel vuoto. "Tutto bene?", gli chiedo io ma non mi risponde. Continua a stare immobile guardando un punto fisso davanti a lui.
"Mario..ehy", continuo a dirgli accarezzandogli la guancia ma al mio tocco lui si sposta terrorizzato. "Va tutto bene Mario calmati..sono io..sono Claudio. Non avere paura", e lo guardo sperando che almeno i miei occhi riescano a calmarlo un pò come hanno sempre fatto. Lui mi guarda con gli occhi spenti, pieni di amarezza, di rabbia, di vuoto. Due occhi che se potessero urlerebbero tutto il male a cui hanno assistito, tutta la delusione che hanno dentro.
"Cla..", sussurra piano piano ma non fa in tempo a dire altro che si ritrae e racchiude su se stesso come a volersi proteggere da quell'uomo che prima gli stava facendo del male e che adesso si sta alzando da terra dolorante. Mi alzo anche io ma senza allontanarmi da Mario.
"Sparisci!". "Ascoltami bene ragazzino", dice Cristiano, "farò finta che tu non mi abbia preso a pugni e per stavolta ti lascio in pace. Ma ci sono cose che non sai e ti consiglio di farti gli affari tuoi e di non immischiarti. Questa storia non ti riguarda". Si sistema il colletto della camicia e mentre va via tira un'ultima occhiata a Mario. "Ciao tesoro", gli dice mordendosi le labbra e poi finalmente se ne va. Mario trema. Quel saluto lo ha fatto riandare in panico e io non so come calmarlo. E più lo guardo e più mi chiedo perché abbia così paura di quell'uomo, perché lui lo perseguiti se la relazione tra di loro si è conclusa, cosa sia successo per arrivare a questo punto.
Vorrei abbracciarlo ma ho paura che perfino un abbraccio in questo momento possa fargli male. Così lo guardo soltanto, aspettando che sia lui il primo a dire qualcosa.
Ma Mario non parla, in realtà ogni volta che ci ritroviamo in situazioni in cui ci sarebbe tanto da dire Mario non parla mai. Lo vedo perdersi, spegnersi,rompersi. Lo vedo chiudersi in se stesso e nonostante io tenti di entrare dentro ai suoi pensieri,mi è impossibile. Lui non me lo permette. Ed è per questo che penso che ci sia qualcosa del suo passato, della sua vita,che deve averlo devastato e che ancora adesso gli faccia male, male al punto di non riuscire a parlarne, male al punto di soffrire in silenzio, male al punto di cercare di non pensarci e sperare che, prima o poi, il tempo lo aiuti a dimenticare.
Si alza da terra a fatica reggendosi con il muro evitando qualsiasi contatto con me che gli porgo una mano per aiutarlo ma che lui rifiuta. Si sistema la maglietta e, lanciandomi uno sguardo imbarazzato, si riallaccia la cintura dei pantaloni.
"Ti chiedo solo di non dire a nessuno quello che è accaduto e soprattutto", si ferma un istante per guardarmi e per lasciare andare un sospiro pieno di amarezza, "soprattutto di dimenticare quello che hai visto". La sua voce trema ma il suo sguardo è serio mentre rimane in attesa di una mia risposta. "Ma come faccio a far finta di nulla me lo spieghi? Mi avevi detto che non accettava che tu lo avessi lasciato ma non mi avevi detto che è praticamente ossessionato da te. Cosa vuole quell'uomo da te? Perché pensa di avere il controllo su di te? Perché tu non hai reagito?"
"Fai troppe domande. È una storia lunga e complicata, lasciarlo non è stato semplice e onestamente Claudio, non sono affari tuoi".
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Il mare nei tuoi occhi
Fanfiction"A volte, quando meno te lo aspetti, il destino riserva incontri capaci di cambiare attimi, giorni, anni o addirittura una vita intera. Puoi decidere di scappare via, di non affrontarlo, ma ovunque tu vada, lui sarà sempre con te!"