-Capitolo 3-

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Claudio
Sento quegli occhi neri addosso, ogni secondo, e mi sento morire. Nessuno mi ha mai guardato in questo modo, con questa attenzione, quasi a voler studiare ogni centimetro della mia pelle, ogni centimetro di me. Non appena riesco a salvare quella bimba mi dirigo verso la spiaggia emozionato nel vedere la felicità di quei genitori, che spero un giorno di provare anch'io, e senza nemmeno accorgermene...gli vado addosso. Mi scuso immediatamente  imbarazzato e nel momento in cui mi sto dirigendo verso la vedetta sento qualcuno chiamarmi da lontano: è lui. Senza nemmeno capire come sia possibile, il mio cuore comincia a battere forte, forse perché non me lo aspettavo, forse perché un pò lo volevo. Non sono mai stato un ragazzo molto espansivo,anzi in realtà non lo sono per niente. A volte vorrei urlare al mondo intero cosa provo,cosa sento, cosa sono. Vorrei che tutti mi sentissero e capissero che dietro questo carattere ostile e questo cuore di ghiaccio, si nasconde la persona più dolce del mondo, un ragazzo che non sa esprimersi a parole ma che sente con il cuore,un cuore che tanto di ghiaccio fondamentalmente non è. Ma queste urla rimangono sempre soffocate dentro di me,chiuse in una campana di vetro che posso ascoltare solo io,perché nonostante i miei tentativi di aprirmi e sciogliere la mia freddezza,io non ci riesco. Ed è per questo che sentire il mio cuore battere cosi,adesso, per qualcuno che ho solo guardato negli occhi, mi spaventa. È una sensazione strana, non saprei neanche spiegarla, l'unica cosa che so per certo è che è una sensazione del tutto nuova.
Tiro un grosso respiro e mi volto verso quella voce calda che mi chiama e nuovamente siamo faccia contro faccia,occhi dentro occhi. Questa cosa è successa già così tante volte che ormai dovrebbe essere innocua,normale,innocente.
Ma non lo è.
Ogni volta è un pugno allo stomaco.
Ogni volta è una scossa che mi attraversa.
Ogni volta è il mare dentro i suoi occhi.
E quando trovi il mare in due occhi neri ti ci perdi e basta. E io,volutamente, mi ci sto perdendo dentro. E so perfettamente di essere egoista in questo momento,so perfettamente che sto sbagliando a permettermi di provare determinate sensazioni vista la situazione che ho lasciato a Verona,ma è più forte di me..devo parlarci.
Decido di vivermi il momento, in fondo mi ha solo invitato a bere qualcosa così accetto volentieri. Cerco di essere il più naturale possibile e mi presento, e così, scopro il suo nome: Mario.
Quegli occhi neri si chiamano Mario.

"Come ti trovi qui? Ti piace il posto?" mi domanda lui mentre mi prepara un caffè. "Si, molto. Ogni estate vengo qui a Roma, e quest'anno senza preavviso mi sono ritrovato a lavorare qui. E ammetto che non mi dispiace".
"Di dove sei? Sai si sente dall'accento che non sei di qui" e sorride, e forse non dovrei dirlo, ma è il sorriso più bello che abbia mai visto.
"Di Verona" gli dico "ci sei mai stato?" "No, mai".
Lo guardo mentre armeggia con la macchinetta del caffè,osservo ogni suo movimento e mentre è di spalle,qualcosa dietro il suo collo luccica e attira la mia attenzione. Un piercing.
"Sai..stasera c'è una festa sulla spiaggia..e ci sarà anche molta gente, e la musica, e da bere. Ti andrebbe di venire?" Mi chiede, quasi tutto d'un fiato, come se avesse paura di un rifiuto da parte mia.
"Certo, perché no, sarà divertente. A stasera Mario". Accetto l'invito di uno sconosciuto,il più bello che abbia mai visto.

Inizio a prepararmi sperando che la serata vada nel migliore dei modi. Guardo l'armadio con sguardo amletico,ho tanti vestiti ma come di consuetudine ci impiego una vita a decidere cosa mettere. Alla fine opto per una t-shirt bianca e dei calzoncini neri, perfetti per una festa sulla spiaggia.
Il suono del mio cellulare mi fa sussultare cogliendomi di sorpresa e non appena leggo il nome che appare sul display alzo gli occhi al cielo accompagnando questo gesto con un sorriso.
"Ma è mai possibile che non riesci a vivere senza di me?" dico con fare scherzoso.
"Io vivo per te Sona,dovresti saperlo ormai",mi risponde Paolo dall'altro lato della cornetta.
" Che vuoi Pà? Sbrigati che devo uscire e sono già in ritardo"
"Tu stai uscendo e non mi dici niente? Ma che razza di amico infame sei? E io che volevo proporti una festicciola perché pensavo fossi stanco dalla giornataccia di oggi e volevo farti divertire un pò", e a quel punto penso che sono fortunato ad avere Paolo nella mia vita. Perché lui c'è sempre stato. Continua ad esserci. E sono sicuro che ci sarà sempre. I veri amici si contano sulle dita di una mano e per me Paolo fa parte di questi. È uno di quegli amici che non sono solo amici ma fratelli,uno di quelli con cui condividi praticamente tutto,dalle cose serie alle stronzate. È uno di quelli che ti capisce al volo con uno sguardo, uno di quelli che non ci pensa neanche un minuto a starti accanto nei momenti difficili mettendo prima te e poi se stesso. È Paolo.
" In effetti stavo giusto andando ad una festa sulla spiaggia in cui lavoro. Perché non vieni?",e spero che lui mi dica si con tutto il cuore,perché pensandoci bene ho bisogno di lui stasera o mi sentirei troppo in imbarazzo ad essere da solo in mezzo a tutta quella gente che non conosco.
"Se non fosse perché voglio uscire e perché ti voglio bene ti avrei già sfanculizzato Cla. Ma è la tua serata fortunata questa..ti raggiungo lì".
Sento le sue parole e mi sento già molto meglio. Grazie a Dio esiste Paolo Pini. Riattacco e finisco di sistemarmi.

Il mare nei tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora