-Capitolo 4-

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Mario
Mi piacciono le feste. Mi piace stare in mezzo alla gente euforica che ti trasmette tutta la sua allegria,che riesce a non pensare a niente se non a divertirsi, che riesce a staccare la mente dai problemi almeno per qualche ora.
A volte vorrei essere così anch'io, vorrei liberarmi dalla mia pesantezza e dalle mie paranoie. Ma è difficile stare al passo con il mondo, stare al passo con i sorrisi degli altri quando dentro ti senti un pò vuoto.
Vi è mai capitato di trovarvi in un posto e pensare "ma che ci faccio qui" ?
Ecco,questa sensazione mi capita spesso,come se fossi dentro una gigantesca bolla di sapone che mi estranea da tutto ciò che mi circonda, che mi obbliga a fare quel mio sorrisino di circostanza forzato quando invece vorrei solamente urlare, urlare a squarciagola tutto il dolore che mi porto, tutte le mie paure,i miei tormenti, la mia vita che mi ha fatto solo male. Ma non urli perché non c'è mai nessuno disposto ad ascoltare davvero le tue urla. E soffochi tutto,soffochi dentro di te, come se stessi affogando e nessuno ti lanciasse una corda.
Ed è un pò la sensazione che provo adesso, qui, stasera.
Vedo le persone ballare, cantare, bere, divertirsi, vivere. E in mezzo a loro ci sono io che invece voglio solo scappare.
Voglio scappare perché mi sento un completo idiota,perché ho delle aspettative così tanto elevate che mi ferisco da solo quando queste si rivelano diverse da quelle che vorrei,perché viaggio troppo con la fantasia,perché quando vidi Claudio per la prima volta pensai subito che sarebbe stato facile avvicinarlo a me,perché quando gli chiesi di venire alla festa credevo che sarebbe venuto da solo e che avremmo passato la serata insieme a parlare e a conoscerci. E invece lui è qui ma non è venuto da solo e non sta parlando con me,o almeno non come io avrei voluto.
Che cosa ti aspettavi Mario? Credevi davvero che Claudio fosse solo? Ma lo hai visto? Non è un cesso. Era scontato che uno come lui fosse già impegnato ma la verità è che io questa probabilità nemmeno la pensai la prima volta che lo vidi,molto probabilmente perché non volevo.
Non ho avuto nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia quando lui mi ha presentato Paolo che,fra l'altro,si è pure dimostrato molto alla mano chiedendomi di andare a ballare insieme a loro ma io,scorbutico come sono, ho rifiutato in malo modo. Chissà cosa avrà pensato Claudio. Chissà se avrà capito che non sono così pazzo ed esaurito come sembro ma la mia è stata solo una reazione dovuta alla consapevolezza che lui per me è ormai irraggiungibile.
Che poi ci saremmo si e no scambiati due parole,non so praticamente nulla di lui,eppure è così familiare che mi sembra di conoscerlo da una vita.
Vorrei sotterrarmi.
Li osservo da dietro il bancone cercando di non dare troppo nell'occhio. Li vedo sereni,sono complici, affiatati, si divertono, hanno tutto.
E questo mi irrita così tanto da convincermi ad andare via. Ho bisogno di schiarirmi le idee e restare qui a guardare quello che probabilmente è il suo ragazzo saltargli al collo ogni minuto cantandogli nelle orecchie e Claudio ridere come un matto di certo non mi aiuta. Raccolgo le mie cose velocemente ed esco dalla passerella dietro al chiosco ritrovandomi sulla strada. Mi incammino verso la macchina, apro lo zaino per prendere le chiavi e mi accorgo che manca qualcosa.
-" Cazzo, ho dimenticato il cellulare sul bancone"-

Sbuffo scocciato ma sono costretto a tornare indietro.
Mi intrufolo tra la folla e mi avvicino al bancone ma nessuna traccia del mio cellulare. Cerco per terra sperando che sia caduto per sbaglio e di trovarlo ma niente.
"Merda", fra tutte le cose che potevo perdere, proprio il cellulare?
Continuo a cercarlo ovunque,senza accorgermi che nel frattempo qualcuno si sta avvicinando.
"Cercavi questo?"
Riconosco subito la sua voce. Rimango di spalle per un paio di secondo poi,alla fine, mi volto verso di lui.
Claudio è davanti a me,ubriaco ma forse non così tanto,con il mio cellulare in mano.
"Si", rispondo spostando il mio sguardo dal suo viso alla sua mano. "Perché ce l'hai tu?"
"L'ho trovato sul bancone, ti ho visto andare via e volevo riportartelo".
Claudio parla con molta calma,si avvicina a me ondeggiando,forse per l'effetto dell'alcol. " Tieni".
"Beh..si..grazie". Prendo il cellulare avvicinandomi a mia volta e siamo vicini, siamo troppo vicini,così vicini che mi ritrovo a fissargli le labbra ipnotizzato.

Il mare nei tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora