-Capitolo 10-

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Mario
Un altro giorno di lavoro è finito. Un altro giorno passato a far finta di nulla. Un altro giorno passato a soffocare tutto il nervosismo e l'angoscia che mi stanno logorando dentro. Sono sfinito. Letteralmente. E non solo fisicamente, anzi pensandoci bene fisicamente non sono affatto stanco, ma psicologicamente si, lo sono eccome. Non ce la faccio più. È come se mi sentissi sempre inadatto, fuori luogo, sbagliato. Qualsiasi cosa io decida di fare, di vivere, di provare, è sbagliato. Eppure vorrei solo che le cose andassero bene, che per una volta le mie aspettative venissero soddisfatte, vorrei potermi svegliare una mattina e stare bene, senza drammi. Vorrei un amore che mi faccia sentire perfetto, unico, desiderato e soprattutto amato. Un amore capace di darmi affetto come quello che darei io,un amore normale ma folle allo stesso tempo, che ti consuma a tal punto da non poterne più fare a meno, che ti faccia sentire completamente dipendente, che ti faccia mettere in dubbio ogni cosa, che ti spinga a capire se ne vale la pena o meno. Vorrei un amore che mi faccia sentire vivo.
Più vorrei tutto questo e più mi sembra di chiedere l'impossibile. La vita non è mai stata clemente con me, per questo oramai mi sono convinto che forse quello che desidero non esiste. O che forse sono io che non vado bene. Ogni volta la stessa storia, io mi affeziono a qualcuno e quel qualcuno non riesce a darmi ciò che voglio. A volte semplicemente non vuole farlo oppure altre volte ne è incapace, ma ciò che non cambia mai è che, puntualmente, quello che ne soffre sono sempre e solo io.
Oggi è stata una giornata più impegnativa del solito,la spiaggia era molto affollata e i clienti al chiosco parecchio numerosi, ma almeno questo mi aiuta a tenere la mente occupata e a non pensare a quel ragazzo dagli occhi verdi che mi sconvolge ogni giorno di più. Evitarlo è difficile visto che lavoriamo nello stesso posto, ma ignorarlo è ancora peggio. Sarei un bugiardo se dicessi che Claudio mi è indifferente, se dicessi che non mi pesi far finta che lui non ci sia, o ancora se dicessi che non faccio fatica nel desistere dal guardarlo. Perché io i suoi occhi addosso li sento. E bruciano da matti.
Molte volte sono quasi tentato a cedere,ad incronciare il suo sguardo, ma se penso a come mi ha trattato in questi giorni, al suo menefreghismo,alla sua ridicola gelosia, la tentazione si disintegra all'istante. Ed è per questo che a lavoro concluso scappo via sempre per primo,per evitare di restare solo con lui,per evitare un confronto che, però, mi sembra di capire nemmeno lui vorrebbe. Infatti non so più nulla di lui, da quando non ci parliamo non so come sta, che fa, come vanno le sue giornate ma in fondo è meglio così, lontano dagli occhi lontano dal cuore. E il mio cuore è già abbastanza malandato per essere calpestato ancora.

Come ogni sera, finisco di pulire tutto e afferro le mie cose al volo per andare via. Non vedo l'ora di arrivare a casa, buttarmi sul letto e chiudere gli occhi per mandare via un'altra giornata di merda.
Sono quasi arrivato alla mia Smart quando una mano,con molta delicatezza, prende la mia. Non ci metto molto a capire chi è,perché solo un tocco può mandare così in confusione la mia mente scaldandomi il cuore contemporaneamente, ogni volta.
Mi giro e lui è lì, davanti a me, bellissimo, mentre mi guarda con quei suoi maledetti occhi che,fin dal primo giorno in cui li vidi,capì sarebbero stati la mia rovina.
"Mario possiamo parlare?"
La voce di Claudio trema, come se avesse paura di me. Forse non dovrei lasciarmi prendere dallo sconforto, ma inevitabilmente ciò accade, inevitabilmente penso che questa conversazione sarà soltanto un altro fallimento e io non posso, non voglio, affrontarla.
"No, non possiamo parlare. Io e te non abbiamo nulla da dirci e ora se non ti dispiace...ho da fare" dico sfilando la mia mano dalla sua anche se a malincuore. Apro lo sportello della macchina ma lui continua ad impedirmi di salirci sù.
"Mario aspetta..ti prego!"
"Ma si può sapere cosa vuoi da me?!" chiedo esasperato.
Claudio chiude lo sportello e mi spinge verso l'auto appoggiando le sue braccia possenti al tettuccio, bloccandomi. Siamo così vicini, così stretti l'un l'altro che mi sento mancare l'aria. Non riesco a respirare, non riesco a pensare a nulla, tranne che al sapore delle sue labbra sulle mie provato giorni fa ma indelebile. Dio mio, quanto vorrei prenderlo a schiaffi e poi baciarlo. È incredibile come quest'uomo riesca a provocare in me così tante emozioni contrastanti senza che io possa fare nulla per impedirlo.
"Voglio parlare Mario", dice lui guardandomi dritto negli occhi. È la prima volta che mi guarda così, è come se stesse scavando dentro di me fino in profondità e ho paura che possa arrivare proprio lì dove non dovrebbe, lì dove non posso più nascondermi e dove potrebbe leggermi a carte scoperte. C'è un posto dentro di te che tieni spento, un posto in cui nessuno arriva mai. Ma quando meno te l'aspetti, arriva quel nessuno che scopre ogni singola parte di te. Claudio è il mio nessuno. Ed è per questo che ho paura che lui potrebbe arrivare al mio cuore.
"Voglio spiegarti il perché delle mie azioni..perché mi sono comportato in quel modo per tutto questo tempo non riuscendo ad essere chiaro."
Sento le parole uscire dalla sua bocca con convinzione, stavolta fa sul serio. Mi tremano le gambe.
"Quando sono venuto a Roma stavo attraversando un momento difficile della mia vita, ero stressato e confuso, non sapevo quello che volevo veramente e cosa aspettarmi una volta venuto qui.. per un attimo ho creduto che la mia mente potesse avere un po' di pace e serenità,che avrei avuto tempo e modo di capire cosa fare...ma poi sei arrivato tu e hai stravolto tutti i miei piani.."
"In che senso?", sussurro a un centimetro dalle sue labbra.
"Nel senso che non pensavo di poter provare qualcosa di così tanto...beh, intenso... per una persona che conosco da così poco tempo...nel senso che mi piaci Mario e non so come fare, nel senso che perdo il controllo quando ti sto accanto, nel senso che non faccio altro che pensare al nostro bacio e vorrei baciati anche adesso".
Claudio allunga un dito verso il mio collo e lo sfiora in una maniera tale che, solo quel tocco, riesce a provocare in me un brivido freddo lungo la schiena e a farmi tremare. Ed è lì che capisco che Claudio al mio cuore c'è già arrivato da un pezzo.
"Ma c'è una cosa che devi sapere.."
Sento un vuoto aprirsi nello stomaco mentre l'ansia mi assale.
"Ti ascolto", rispondo poco convinto.
"La mia vita, la mia vera vita, è a Verona. Quando sono venuto qui ho lasciato lì tutto quello che mi stava stretto. Mario.."
Lo guardo mentre cerca le parole adatte per continuare a parlare e mi rendo conto che sta per farmi male di nuovo.
"Mario io sono fidanzato", confessa lui alla fine, forse più spaventato di me. La sento la sua paura di avermi ferito e percepisco pure la sua consapevolezza di esserci riuscito. Perché si, mi ha ferito. L'impeto mi direbbe di prenderlo a pugni, di urlargli contro le peggio cose, ma sento soltanto i miei occhi riempirsi di lacrime, fino a non poterle più trattenere. Lacrime amare scorrono sul mio viso mentre io me ne sto in silenzio, fermo e immobile davanti a Claudio i cui occhi, una volta accortosi che sto piangendo,si spengono.
"Non voglio più mentirti, non è giusto. Non dopo quello che c'è stato tra di noi", continua a dire lui, intristendosi a sua volta.
"Ci eravamo presi una pausa, o meglio lo avevo fatto io. Ma poi lui una settimana fa è venuto a casa mia.. ci siamo parlati e..."
Sento le mie gambe cedere, non credo che riusciranno a reggermi ancora per molto.
"E...?"
"Mi ha chiesto di sposarlo."
Mi sento morire. Perché? Perché doveva succedere proprio a me? Non ho già sofferto abbastanza forse?
"E tu?!", è tutto ciò che riesco a dire.
"Ed io non ho risposto, gli ho chiesto del tempo per pensare alla risposta da dare, ma so già cosa dirgli. L'ho sempre saputo e adesso ne sono solo più convinto".
Non voglio saperlo. Non voglio saperne più niente. È fidanzato o forse lo era ma resta il fatto che me lo ha tenuto nascosto per tutto questo tempo. Ha un compagno e c'è di mezzo anche un matrimonio.. non ha senso restare. Sarebbe solo sofferenza gratuita. E io non starò qui a soffrire aspettando che lui decida cosa fare, se dare retta al cervello o al cuore, non ne ho più le forze.
"Tu lo sapevi", farfuglio cercando di mettere in riga due parole di senso compiuto, "tu sapevi che mi stavo affezionando a te. Lo avevi capito..ma non te ne è fregato niente ".
"Non è vero Mario, io ci sono stato di merda, avrei voluto dirtelo subito ma poi fra di noi le cose sono diventate più intense e allora..credevo di riuscire a soffocare tutto,ci ho provato, ma è stato inutile. Lo è stato proprio perché tu non sei niente per me, questa cosa ti entra nella testa?"
"Bugiardo!", urlo spingendolo via con forza. "Non credo neanche ad una parola di quello che dici. Che c'è, volevi divertirti col primo che capitava? Beh ti do uno spoiler, io non lo sono. Se vuoi "capire" cosa cazzo devi fare della tua vita, gentilmente sei pregato di non rovinare la mia". Ormai sono un fiume in piena, le parole escono dalla mia bocca incontrollate così come le mie lacrime.
"Assolutamente no maledizione, io non volevo divertirmi con te. Tu sei capitato in un momento in cui era tutto complicato e io ho avuto paura. Non ho mai provato certe emozioni, con te provo cose nuove e tutto ciò mi manda fuori di testa, ma mai e ripeto mai c'è stata una volta in cui ho pensato di farti del male volutamente, devi credermi. Il nostro bacio è stato la cosa più bella che io abbia mai provato e.."
"Non ti azzardare Claudio, non ci provare", lo interrompo io, "non provare a riempirmi di stronzate su quanto sia stato bello quel bacio perché lo è stato solo per me, per te era finto!"
"Lo sai che non è vero..una volta mi hai detto che le cose si fanno in due Mario, ricordi? Beh allora avrai capito che è stato speciale anche per me. Hai sentito tutto quello che ho provato"
Lo sento parlare a fatica, ho l'impressione che stia trattenendo le lacrime. Respiro a lungo e cerco di calmarmi.
"Ciò non toglie che mi hai mentito", dico senza guardarlo, "io non posso, non ci riesco". Apro lo sportello e tento di salire in macchina ma invano.
"Mario ti prego aspetta..." dice Claudio prendendomi di forza e girandomi verso di lui costringendolo a guardarlo dritto negli occhi.
"No, lasciami stare, non avrei mai dovuto incontrarti. Mi sarei risparmiato tutto questo dolore" e da una parte, una piccola parte di me, lo pensa veramente.
"Tu non vai da nessuna parte! "
"Altrimenti?"
"Sei importante per me..lo vuoi capire o no?! Anche se per te ora sembrerà non essere così mi devi credere che tutto quello che ho fatto era tutto voluto per te."
"Cla lasciami sta.." e prima che io possa finire la frase, lui, inaspettatamente, mi bacia. Di nuovo. E io piango tutte le lacrime che ho in corpo, perché non doveva andare così. Magari fossi fatto di gomma, così se incontrassi i suoi occhi non sentirei la scossa che mi trapassa e mi fa battere il cuore a cento all'ora, non soffrirei sapendoti con altri e sapendo che di me non te ne frega niete.
Ma non è così, purtroppo.
Lo spingo lontano da me entrando in auto e chiudendomi dentro. Lui si avvicina al finestrino per dire l'ultima cosa prima che io vada via.
"D'accordo, va via, evitami, odiami se ti fa sentire meglio, ma voglio che tu sappia una cosa..non ho intenzione di accettare quella proposta". Lo guardo per un attimo attraverso il finestrino e mi viene in mente la sera in cui lo vidi insieme a Paolo, credendo che fosse il suo ragazzo. Beh, non mi ero sbagliato di molto. Metto in moto e vado via insieme ai miei mille dubbi e paure.

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