Per riconoscerti.

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  Per riconoscerti m'è bastato uno sguardo;
alla camminata, sempre un po' troppo impacciata,
alla schiena, una montagna da scalare
alla tua nuca che, anche se non te lo dico,
''ho notato che hai tagliato i capelli, stai bene.''
allo zaino, stanza segreta, ci avrei passato la vita.

I miei occhi ti troveranno sempre,
anche a kilometri di distanza,
anche quando ignorerò un eclissi

perchè tu sei comunque il sole. 

Conto i giorni al contrario,

 25 ottobre. Una volta ci perdemmo; in un pomeriggio solo raggiungemmo Roma per prendere poi una strada secondaria per casa. Tu diventasti un po' triste e nervoso perchè avevi paura facessi tardi a lavoro, ed io ridevo. Ridevo perchè a volte avevo paura anche della strada casa - lavoro e con te, invece, in un solo pomeriggio: ROMA! Quanti altre strade avremmo perso e quanti altri luoghi avremmo raggiunto, solo per poi tornare a casa, se avessimo avuto coraggio? Mi sono sentito protetto, al sicuro con una gamba fuori dal burrone, apparentemente forte in altre mille circostanze, altre cento relazioni.. ma con te. Con te io ero INVINCIBILE.  

27 ottobre. Eravamo pronti e sapevamo sarebbe finita. Me lo ripeto quando mi chiedo se forse l'errore, tra noi, è stato correre troppo. Il resistere poco agli istinti, fisici e mentali. Eravamo pronti e avevamo paura; ogni sera ti chiedevo se ci saremmo sentiti il giorno dopo, ogni sera mi chiedevi di esserci, di non scappare, non sparire. Ogni sera lo sapevamo che il giorno dopo sarebbe potuto essere l'ultimo. Eravamo pronti, ogni sera. Lo sapevamo.

3 novembre. Il quarto giorno ti chiesi che profumo usassi. Nei primi tre me ne ero talmente assuefatto che mi sembrava che il mondo intero avesse quell'odore. Mi vergogno ancora un po' a dire che era un semplice deodorante, un Nivea per l'esattezza. Sorrisi quando riscontrando la foto con quelli di mio padre scoprii di averne uno uguale in casa. A volte lo indosso come un vestito, di quelli che ti fanno sentire adatto a qualsiasi occasione, altre vorrei bruciarmi la pelle per evitarti. Stasera lo porto a letto con me, sulla mia pelle. Voglio sentirmi meno solo.

12 novembre. ''Dove lo vedemmo la prima volta non l'avevano più, ho dovuto girare mezza Campania per trovarlo''. Dicesti così mentre ero ancora intento a scartare il tuo primo regalo, stupito ed ansioso nello scoprire cosa mai avevo desiderato senza neanche accorgermene, io che a volte voglio il mondo e mi accontento di una stanza. Era un cofanetto di DVD, il cofanetto di DVD che prendendo in mano un pomeriggio, in uno dei nostri pomeriggi, mi aveva fatto brillare gli occhi. Non dissi mai quanto lo desiderassi in quel momento, lo leggesti tu dal modo in cui lo posai con estrema lentezza, come quando si lascia andare qualcosa che in qualche modo ci è appartenuto. Lo prendesti, senza dire una parole, lo portasti al petto e continuammo il giro, fino a quando capii quale era il tuo intento e te lo feci posare dicendo che non ne avevo bisogno, che non era necessario, che ce l'avevo già. Mentii. Mentii perché non sopporto mi vengano fatti dei regali. Soprattutto da te che, grande e grosso come sei, mi mettevi in difficoltà su ogni regalo da farti perché ''F., io sono grande. Ai grandi non interessano i regali materiali.'' Non ho mai pensato di farti un regalo materiale. Per me, nessuno mai aveva ''fatto il giro di mezza regione''.

4 dicembre. Difficile uscire dalla vita di qualcuno. Ancora piú difficile lasciar uscire qualcuno dalla propria. Fanno proprie cose e gesti che in futuro non riuscirai a condividere con nessun altro, come i posti a tavola, accendini che non usi ma che conservi, mani sui fianchi, posti nel cuore. Esci davvero dalla vita di una persona e la lasci andare definitivamente quando ti accorgi che i posti a tavola possono essere occupati da chiunque, gli accendini sono solo accendini e che la casa che pensavi di avere nel cuore di qualcuno in realtà era solo una stanza in affitto. Penso.

13 dicembre. Ho sempre dovuto fare i conti con una terza persona, in ogni relazione. Sempre a confronto con quella più bella, più matura, più intelligente. Mi sono sentito dire che non ero quello giusto perchè ''non riesci a farti stare bene niente'' oppure '' non sei tu l'errore, neanche io, ma di sicuro quell'altra non ha nulla di sbagliato. '' Forse solo con te sono stato per la prima volta la persona giusta, nel momento sbagliato, ovvio, ma giusta indipendentemente da tutto. Me lo dicevi tramite i messaggi, o me lo sussurravi all'orecchio mentre aspettavamo l'ascensore, tra un frigorifero ed un altro da MediaWorld. ''Sei bellissimo'', e forse lo ero davvero.

Si può essere la persona Giusta nel momento Giusto?

15 dicembre. Non mi sei mai mancato meno, mai ho avuto meno speranze di quante ne ho adesso. Sono fatto così; mi dici di non aspettarti e lascio comunque la porta aperta, nonostante il freddo. E non esiste realtà più vera di quella che racconto. Mai mi sono chiesto meno dove fossi, cosa stessi o meno facendo. Come impegni, adesso, i pomeriggi passati un tempo insieme. Mai ti ho meno sognato, mai meno pensato. Non ho mai sentito freddo senza immaginarmi tra le tue braccia. Sei sempre stato ovunque, a casa, per la strada, al negozio. Nella boccia del pesciolino rosso che da quando non ci sei più riceve più cure, nei libri ancora non aperti sulle mensole impolverate, nelle lamentele sull'acqua nelle bottiglie di cocacola, ne La cura di Battiato, nei film che senza te non ho il coraggio di vedere, tra le lenzuola che hanno perso il tuo odore.

24/25 dicembre, Natale. Posso farti gli auguri di Natale? Lo festeggi? Auguri! Sei stato, anche se per poco, la cosa più bella che mi potesse capitare quest'anno.

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