8.Svolta?

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In stato quasi catatonico passai la domenica completamente spoglio di qualsiasi emozione.
Solo un gran senso di oppressione. Sentivo ogni mio movimento pesante, così preferivo di gran lunga rimanere steso sul divano. Così. Fermo. Immobile. Senza far nulla. All'esterno inattivo, ma la mia mente era tutt'altro che spenta. Fuggiva da ogni angolo, ogni strada, per ritornare in quel vicolo cieco. Stavo affrontando la consapevolezza d'aver perso me stesso. Aver gettato ogni mio ideale, il mio essere.
Non è una tragedia, è vero, ma chi si è ritrovato in una situazione del genere sa...sa come ci si può bloccare davanti ad un ostacolo che sembra così grande, tanto da non poterlo abbattere, sentire il suo peso su se stesso e il sentirsi intrappolati in una spirale senza fine. Quanto può essere tetra e oscura la mente umana. Tanto forte quanto fragile. Intricata in migliaia di kilometri di nervi, e perdersi su quelle strade, cercare in modo estenuante una via di fuga...quando basterebbe spiccare il volo per uscire dal labirinto. Il problema è proprio quello, non è nell'umana possibilità farlo. Ci tocca affrontare il percorso sulle nostre gambe. Non possiamo sottrarci alle conseguenze del nostro agire, e il passare inesorabile del tempo ci rende frettolosi, ci fa cadere in errore. Eppure alla fine ci rialziamo sempre. La crescita, la presa di coscienza, sono figlie della fatica, la fatica di sapersi guardare dentro ed affrontare tutto.

Non mi pentii di niente, ora sapevo cosa fare, cosa non fare, cosa era adatto a me e cosa invece non lo era. Avevo scoperto un'altra parte di me, o meglio avevo accettato quella parte di me, imparai come trovare una specie di compromesso con essa. Un altro pezzo del puzzle aggiunto a quell'equilibrio che rende una persona adulta, ma sono tutt'ora consapevole che di strada ce n'è ancora tanta da fare.
Ora stava a me riprendere la situazione in mano.

Nei giorni a venire volli parlare con Andrea, ma la codardia non mi permise di farlo di persona, e scelsi la via più semplice, un messaggio privo d'espressione e d'emozione.

Forse il destino volle così, ma nello stesso istante ricevei due messaggi, una risposta, e una nuova conversazione.

A- Kev, dimmi. Immagino di doverti delle spiegazioni...insomma avrai delle domande e sarai anche abbastanza incazzato. Non ti biasimo.

C- Hey sono Christian, ricordi? Oltre a vedere il tuo telefono e violare la tua privacy entrando su Facebook, mi son preso la libertà di prendere anche il tuo numero. Spero non ti dispiaccia.

Oh insomma ma scherziamo? Tenere due piedi in una scarpa? Aggiungiamo anche questa alle tante immoralità, ma in fondo non devo nulla ad Andrea, tanto meno l'esclusiva. Non sono di certo il tuo giocattolino.

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