'Mai più senza' di Giuseppe Calzi

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Titolo:​ Mai più senza

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Titolo:​ Mai più senza

Autore:​ Giuseppe Calzi (@GiuseppeCalzi)

Genere:​ Thriller psicologico / horror

Tipologia:​ Romanzo

Stato:​ In corso

Trama:

Il passato non può tornare, il passato non può essere cambiato. Nemmeno i sogni hanno un tale potere. Eppure i sogni possono cambiare qualcosa di molto più importante: presente e futuro.
Quali nefaste conseguenze si potrebbero scatenare nell'esistenza di un individuo privato della possibilità di sognare?
La vita di Gregory Leali sta sprofondando e qualcosa sta tornando. E' qualcosa di terribile, di assolutamente inspiegabile. E' una sensazione forte, capace di scatenare un terrore impossibile da affrontare, tanto meno da vincere. Gregory sa benissimo che chiudere gli occhi e provare anche solo a concepire un nero ed un silenzio tali va ben oltre i limiti della follia. Essere avvolti dalla mancanza totale dei sensi e da un vuoto assoluto, eppure pienamente consapevoli e coscienti di sé...

Eventi inspiegabili, una serie di indizi ambivalenti e l'incontro con Michael Russell porteranno Gregory all'apertura di una serie di porte chiuse a chiave all'interno dalla sua mente, dalle quali emergeranno spicchi di ricordi di un passato che pareva perso e dimenticato, come se non fosse mai esistito.
Nero e silenzio devono essere affrontati, perché questa per Gregory è l'ultima fermata. E l'esito di tutto ciò non può che passare dall'ultimo ricordo, dall'ultimo sogno vissuto, da qualcosa che era stato spezzato ai tempi di un'infanzia lontana. Da un profondo rapporto di amicizia rimosso e cancellato dalla brutalità del destino. La sottile linea che separa vittoria e sconfitta, vita e morte, potrebbe spezzarsi da un momento all'altro.

Copyright ©di GiuseppeCalzi, tutti i diritti riservati.

Non tutto ciò che di negativo ci accade deve essere necessariamente dimenticato e rimosso. Credo che spesso, ben nascosto dietro momenti delicati, magari oscuri e velati da sensazioni pessimistiche, possa nascondersi qualcosa che può apparirci chiaro solo in un futuro molto lontano.
Mai più senza è dedicato a chi ha saputo guardare oltre oppure ci sta provando. A chi ha saputo vedere, a chi ha saputo ritrovare qualcosa che pareva smarrito, dimenticato per sempre.
E ancora di più, è dedicato a chi non sa neppure cosa va cercando, ma che sente la necessità di trovare quei segni che hanno la capacità di rinnovare una persona. A chi ha perso qualcosa, a chi ha perso qualcuno; a chi crede che avendo perso qualcosa o qualcuno, tutto sia svanito, finito per sempre. A chi lotta silenziosamente, convinto che non vi possa essere una vittoria, convinto che il futuro sia un cancello chiuso. A tutti quelli che hanno vinto ed in particolare a chi purtroppo ha gettato la spugna.
E' dedicato a coloro che vivono con la speranza rinchiusa in un angolo buio e lontano, sigillata in un vecchio scatolone logoro, da qualche parte della propria mente.
Mai più senza.

Estratto:

[...]
Durante l'estate, i giochi di verde che scaturivano da quella volta davano al Punto una connotazione quasi magica, fuori dalla realtà, come se il resto di New Castle fosse lontano mille miglia da lì.
In quel periodo dell'anno, nel cuore dell'autunno, al contrario quelle sfumature magiche si dissolvevano. Sembrava piuttosto di ritrovarsi all'interno di una fiaba dalle tonalità scure e piuttosto cupe, qualcosa che poteva ricordare vagamente il bosco e le ambientazioni della fiaba di Hansel e Gretel. Gli alti alberi, ormai quasi completamente spogliati, allungavano le loro braccia sottili ed avvizzite, come nel disperato tentativo di raggiungere quel poco calore residuo che un sole morente emanava proprio sopra di loro.
Gregory oltrepassò lo spiazzo con il tavolo in legno intagliato, dove spesso, con la bella stagione, Donald Adler ed un paio di altri arzilli ottantenni si incontravano per passare la maggior parte del loro tempo ad imprecare e a maledire quell'ormai logoro mazzo di carte che si portavano sempre appresso. Gocce di resina rappresa punteggiavano la superficie irregolare del tavolo. Di quelle se ne sarebbe occupato il vecchio Donald tra qualche mese. Delle due lunghe panchine ai lati del tavolo, in quel momento Greg ne notò una sola. Quasi sicuramente l'altra doveva essere stata portata via da Sammy Ebelfield, il figlio di uno degli inseparabili compagni di Donald Adler. Sammy avrebbe provveduto alle riparazioni del caso giusto in tempo per l'arrivo della primavera prossima.
Greg si lasciò tutto ciò sulla destra, mentre sulla sinistra, attraverso la vegetazione che diventava via via più fitta, riusciva ancora a distinguere piccole porzioni dei caseggiati che davano sul vicolo dal quale era entrato nel Punto.
Il sentiero piegò a destra. Poco più avanti andava restringendosi e sopra il passaggio, i rami delle betulle e di giovani querce andavano abbracciandosi sempre più fittamente. Durante i periodi più caldi dell'anno, il ricco e lussureggiante fogliame dava frescura e ristoro ai visitatori del Punto, ed era sicuramente per questo motivo che vecchi e ragazzini conservavano ancora un minimo di interesse nel frequentare quel posto.
Lungo il percorso, al momento ancora piuttosto ampio e ben definito, i primi segni dell'abbandono legato all'arrivo dell'autunno e dell'inverno cominciavano a farsi notare. Un tappeto dalle forti tonalità aranciate decorava i margini del sentiero e andava diradandosi lungo una fascia centrale, dove il passaggio sporadico di qualcuno aveva creato una sorta di solco tra il fogliame soffice.
Il silenzio era totale.
[...]

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