'Dark Moon' di AWisehart

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Titolo: Dark Moon

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Titolo: Dark Moon

Autore: AWisehart

Genere: Thriller

Tipologia: Romanzo

Stato: In corso

Rating: Giallo

Avvertimenti: si parla di alcuni tipi di violenza (sia fisica che psicologica), ma non vi sono dettagli che possano turbare particolarmente il lettore.

Trama:

Shana ha quasi ventun'anni, ha da sempre vissuto in una famiglia di buon nome e dal fiorente conto in banca. Ma la sua famiglia non è quel che sembra.
Non è tutto oro quel che luccica. Sono stati gli anni peggiori della sua vita.

Le ombre di un passato dimenticato incombono minacciose su di lei, il vento vendicativo le graffia il volto pudico...

Le persone affidano i propri segreti e le proprie speranze alla luna, sperando essa possa esaudirli.
Lei oramai le speranze le ha perse tutte, la luna per lei è solo una falsa tentatrice vestita di nero.

Copyright ©A Wisehart, tutti i diritti riservati.


La mia storia è complessa...mi ci sono imbarcata non consapevole della sua portata, mi ha letteralmente travolto, ho ancora dubbi e ripensamenti, ma sono certa di una cosa: Shana e Logan sono vivi nella mia testa, sentivo l'esigenza di raccontarvi la loro storia...
Ma partiamo da zero, vi è una ragazza e il suo "viaggio" forzato alla scoperta di se stessa. Shana viene rapita, Shana è considerata un mero oggetto, una pedina in un gioco più grande di lei. Shana è una ragazza come tante con le sue debolezze e paure, ma scopre una forza che nemmeno lei immaginava di avere.

Sa di non essere solo quello che il mondo le vuole etichettare, sa che non è il suo nome a determinare ciò che realmente è. Crede che per salvarsi non abbia bisogno di nessun altro se non di se stessa, ma le circostanze e gli avvenimenti la obbligheranno a chiedere aiuto. Chiedere aiuto non è indice di debolezza, ma la consapevolezza dei propri limiti, vuol dire conoscere se stessi.

Oltre a questo la comparsa di un ragazzo, che sembra conoscerla meglio di quanto lei stessa ammetta. Logan: testardo, tenace e anche un po' arrogante. Ha fatto della vendetta la sua sola ragione di vita e crede che riversando la sua rabbia sulla ragazza possa porre fine al suo immenso dolore...

Estratto dal Capitolo Uno:

Vivevo in una vetrina esposta sul mondo intero. Ma non potevo realmente toccarlo.
Ero dietro quel maledetto vetro. Obbligata a frequentare scuole illustri, a vestirmi in un determinato modo, ad avere certi amici e
ad avere un futuro che non mi apparteneva.
E la luna se ne stava lì. Perché la gente continuava ad affidargli speranze e sogni? La luna io la vedevo nera come il carbone. Tutti quei sogni erano andati a male, marciti lì. È inutile sperare che le cose cambino perché lo si piange o lo si sussurra sottovoce alla notte. Anche la notte è buia e tenebrosa come un grosso buco nero.
Bisogna lottare e cambiarle da soli le cose.
Non verrà nessuno a salvarti. Devi salvarti tu per prima. Devi essere tu a salvare te stessa.

Dal Capitolo Dodici - Logan

Shana non era più quella dolce ed indifesa ragazza che correva a nascondersi nella mia stanzetta quando qualche bambino più grande faceva il prepotente con lei. Ora se ne stava lì seduta su quel pullman come nulla fosse. Rivestita di totale indifferenza e incurante del mondo che la circondava.

Era sempre stata solare, allegra, con le mani sporche di colori e il viso tondo e sorridente. Ora i suoi occhi erano come vuoti, era magra come un chiodo che sembrava quasi si spezzasse quando camminava. Mai un accenno di sorriso. Era una sconosciuta quella che avevo di fronte.

Dal capitolo Quattordici:

Cercai di comportarmi in modo naturale all'interno dell'abitazione. Ma la preoccupazione impediva ogni mio flebile tentativo. Così mi ritrovai di nuovo vicino la finestra con gli occhi puntati su Sebastian.
Lo vedevo muoversi cauto con la mano sull'arma. Si stava dirigendo proprio nel punto esatto in cui avevo visto la figura muoversi.
Avevo il cuore in gola. Talmente concentrata su quello che accadeva fuori casa, da non prestare attenzione a quello che mi circondava.
Una persona mi afferrò da dietro coprendomi la bocca. Spalancai gli occhi dal terrore. Non potevo chiamare aiuto, non potevo urlare.
Iniziai a scalciare e a muovere le braccia convulsamente nel tentativo di liberarmi dalla presa, o sperando semplicemente che Sebastian si voltasse nella mia direzione.
Nulla non riuscivo a colpirlo. La sua presa si faceva sempre più salda. Nell'ennesimo tentavo di colpirgli il volto, afferrò le mie mani e le imbrigliò in una salda presa dietro la mia schiena, con l'altra mano che gli era rimasta libera.

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