Uno scambio

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Qualche ora prima...

La giornata di lavoro di Molly fu, per tutto il tempo, un vero inferno: le parole di Sherlock, fredde e prive di emozione, echeggiavano di continuo nella sua testa, colmandola di tristezza, rabbia e delusione.
Come ho potuto essere così stupida?
Come ho potuto anche solo pensare di potergli piacere?
Credevo forse che fosse cambiato?

Anche queste domande tormentavano la giovane patologa, rendendole la giornata di lavoro al Barts mille volte più lunga del consueto. Eppure, quasi si aspettava che Sherlock sbucasse da un momento all'altro per chiedergli un cervello, un cuore o un qualsiasi altro organo da esaminare: era assurdo che, nonostante la lite appena avuta e la sua rabbia, avesse ancora voglia di vederlo.
L'amore sarà anche cieco...
Ma nel mio caso è pure muto e sordo, per avermi fatto innamorare di un uomo come Sherlock Holmes!

Sbuffò, gettando un'occhiata all'orologio che portava al polso: grazie al cielo era finito il suo turno.
Non vedeva l'ora di andare a casa, farsi una bella tazza di cioccolata calda- il rimedio universale contro ogni tristezza, era solita dire sua madre- e rilassarsi con uno dei suoi programmi preferiti.
E, soprattutto, di non
pensare più a quel dannato detective.

La patologa girò la chiave nella toppa con un movimento distratto e automatico, la mente, nonostante tutto, ancora piena di pensieri: anzi, di uno solo.
Ma proprio mentre stava per varcare la soglia di casa, il suo cellulare prese a suonare. Con un sbuffo insofferente lo tirò fuori dalla tasca del cappotto; ci mancava solo che le chiedessero pure gli straordinari...
Sullo schermo però, anziché apparire il numero di uno dei suoi superiori, lampeggiava: "Sherlock".
Fissò il cellulare ad occhi sgranati, prima incredula, poi furiosa, stringendolo tra le dita con forza, come se potesse trasmettergli la sua rabbia col pensiero, mentre la suoneria proseguiva imperterrita. Dopo tutto quello che era successo... Dopo tutte le parole crudeli e insensibili... pensava forse di poterla chiamare così, come se nulla fosse accaduto??
La rabbia la infiammava sempre di più ad ogni secondo che passava, gli occhi fissi sul display.
Non era il suo dannato zerbino!
Se voleva tanto la sue dita umane, se le poteva anche andare a prendere da solo, per quello che le importava!
Sì, avrebbe risposto, decise. Ma aveva già bene in testa le parole che gli avrebbe rivolto, fredde e risolute. No, non solo, ma anche cariche di cattiveria. Era il minimo.
Ma prima che potesse decidersi, il telefono smise, finalmente, di squillare.
Strinse le labbra.
Meglio così, pensò.
Tuttavia lo tenne ancora in mano mentre varcava la soglia di casa, fissando pensierosa la notifica di "chiamata persa". E se ci fosse stato qualche problema serio? Magari era successo qualcosa a John... o a Mary... o alla signora Hudson, addirittura...
Scosse la testa: stava solo accampando scuse, e lo sapeva; voleva solo una motivo valido per poterlo richiamare.
C'era però la possibilità che fosse davvero accaduto qualcosa di grave, per insistere tanto... Ma era comunque determinata a non cedere di un millimetro.

Giuro davvero che se è solo per delle dita...
Con uno sbuffo nervoso premette il tasto verde sull'ultima chiamata ricevuta, spingendo con una mano la porta dietro di sé, senza voltarsi, lo sguardo fisso nel vuoto mentre ascoltava gli squilli del telefono.
Improvvisamente, si sentì afferrare da dietro: un braccio nerboruto le strinse la gola, mozzandole il respiro. Prima ancora che potesse opporre un qualsiasi tipo di resistenza o anche solo provare a gridare, un pezzo di stoffa le venne premuto con violenza sul naso e sulla bocca.
Un odore sgradevole e penetrante la assalì, soffocandola ancor più della stretta ancora vigorosa sulla sua gola, mentre la vista le si offuscava e il cellulare le cadeva a terra.
Poi, fu il buio.
L'aggressore fece scivolare rudemente sul pavimento la patologa priva di sensi e raccolse il cellulare a cui, a giudicare dal vocio sommesso e confuso che proveniva dal ricevitore, qualcuno aveva appena risposto.
Se lo portò all'orecchio e ascoltò in silenzio la voce all'altro capo, gettando un'occhiata compiaciuta alla ragazza incosciente ai suoi piedi.

Sherlock Into Darkness -Il ritorno Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora