Capitolo 1

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Eveline spalancò le finestre della sala comune della sua locanda per far entrare l'aria fresca del mattino. Un leggero brivido la fece fremere; l'aria era ancora frizzante nonostante il solstizio d'estate si avvicinasse. Non se ne preoccupò comunque più di tanto, l'esperienza e la sua parte elfica le dicevano che il sole avrebbe ben presto scaldato la strada, e che molti viandanti sarebbero venuti a dissetarsi col suo idromele.

Lasciò la finestra e si mise a rassettare la stanza; la sera prima gli ultimi clienti erano andati via molto tardi e non aveva potuto finire di sistemare. Sbuffò di fronte alla pila di bicchieri da lavare e cominciò a fantasticare mentre li lavava... Se soltanto ci fosse stata una magia per pulire la casa... e invece i maghi e gli elfi pensavano solo a inventare nuovi incantesimi per farsi del male o proteggersi dagli avversari. Tipicamente maschile, pensò. Se più donne si fossero messe a studiare le equazioni cabalistiche ci sarebbero state meno palle di fuoco e più case che si pulivano da sole. Non era la prima volta che si lasciava andare a fantasie di questo genere. Elfa per metà, aveva ereditato la predisposizione alla magia dal suo sangue e non aveva mai avuto bisogno di studiare troppa matematica arcana. Chi lo faceva, però, aveva sviluppato quasi esclusivamente incantesimi per offendere i nemici o proteggere se stesso, come se l'arte magica fosse troppo nobile per abbassarsi alle faccende quotidiane, e così era andata a braccetto con l'arte della guerra, da sempre corteggiata dai potenti.

"Anche contro lo sporco è una guerra senza fine" sbottò quando ebbe lavato tutto, a metà tra il serio ed il faceto.

Dalla finestra aperta sentì provenire un rumore di zoccoli e ruote in lontananza, accompagnato da alcune voci che si stavano avvicinando. Molto probabilmente i viandanti si sarebbero fermati da lei prima di arrivare in città, la birra e l'idromele erano migliori e meno cari! Si asciugò le mani e si avviò verso la finestra, per chiuderla prima che arrivassero gli avventori. Rischiò un'occhiata discreta – detestava i locandieri che cercano con ogni modo di "tirar dentro" i clienti- e vide un carro tirato da un mulo e due mercanti che conversavano. Li conosceva e poteva quasi essere sicura che sarebbero entrati da lei!

Poi il tempo sembrò fermarsi.

Le fronde sul lato della strada esplosero con un fragore disumano e un mostro verde eruppe sulla strada. Con un urlo si impadronì del mulo e lo spezzò a metà senza nemmeno staccarlo dal carro. I due mercanti, impietriti, non riuscirono nemmeno a spostarsi. Il mostro si girò verso di loro e ruggì. Eveline parve riscuotersi dall'immobilità che l'aveva inchiodata alla finestra con la bocca aperta. Lanciò l'incantesimo di protezione più potente che conosceva sui due uomini, mentre urlava loro di scappare. Il mostro si girò verso di lei e ruggì. Come spesso le accadeva, sentì una calma gelida impadronirsi del suo cervello. Vagliò le possibilità che le si proponevano e scelse. La creatura verde stava già correndo verso la casa quando una muraglia di fuoco sorse dal nulla davanti a lei. Il mostro guaì come un cane bastonato, si fermò e proteggendosi gli occhi scappò verso il confortevole buio della foresta. Eveline ritirò l'incantesimo e fece segno ai due mercanti di venire in casa. Quando tutti furono al sicuro sigillò la casa con uno schermo di magia che avrebbe tenuto lontano ogni intruso, si assicurò che i due uomini non fossero feriti, poi, quando le sembrò di aver fatto tutto quello che poteva, svenne.

Quando si riprese, qualche minuto dopo, i due uomini stavano parlando fitto tra di loro, quasi ignorandola:

"Era come una palla di pelo sporco con mani e piedi umani - diceva il primo - non ho mai visto niente del genere!"

"Neanch'io! Penso che dovremo avvertire le autorità! Se Eveline non lo avesse distratto ci avrebbe spezzato a metà come il povero Larry"

"Già... chissà se l'Impero ce lo ripagherà? I mostri erranti sono responsabilità dei Maghi Imperiali e qui, chiaramente, non hanno fatto il loro dovere!"

Eveline li lasciò parlare, ma era ben cosciente che la tranquillità della sua casetta sarebbe presto stata distrutta. Se proprio doveva succedere, pensò, tanto valeva che fosse lei a condurre i giochi... forse si poteva ancora salvare la situazione senza versare altro sangue.

"Avete ragione – disse all'improvviso - bisogna avvertire i Maghi. Volete farlo voi o vado io?"

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Eveline e il mostro in cantinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora