Capitolo 4

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Nonostante la sorpresa Aulo reagì.

Evocò un incantesimo di repulsione che scagliò i suoi amici diverse decine di passi più in là, poi iniziò a correre tornando sui suoi passi. Una cascata di terra e massi si rovesciò dove fino a poco prima c'erano lui e i suoi compagni. La trappola aveva funzionato, bloccando completamente il passaggio della grotta. Se un uomo – o perfino il mostro, si disse – fosse rimasto intrappolato lì sotto, avrebbe avuto ben poche possibilità di cavarsela.

Quando la polvere sollevata dalla caduta si fu un po' depositata, Aulo si avvicinò alla montagna di detriti e chiamò i compagni dall'altra parte.

Le voci gli arrivarono soffocate, ma rassicuranti.

"Stiamo bene – disse il guerriero- acciaccati e pieni di bava, ma interi! Non si può fare niente per togliere questo ammasso di robaccia?"

"Se fossimo tutti e tre dallo stesso lato potrei provarci – rispose il mago- ma con voi dall'altro lato ho troppa paura di seppellirvi sotto la terra che spingerei via. Penso che non abbiamo scelta a parte separarci"

"Non mi piace" bofonchiò Massimo. Aulo poteva immaginare i pensieri che passavano per la testa dell'amico. Rimanere da solo non piaceva troppo neanche a lui, visto che il combattimento fisico non era il suo forte e che era per quello che un mago era sempre accompagnato da almeno un compagno esperto nell'uso delle armi.

"Ci dev'essere più di un'uscita. Cerchiamo di uscire dalla grotta e di ritrovarci a casa della ragazza, non dovremmo impiegarci troppo e ci permetterebbe di ritornare uniti" propose Paolo.

"Vuol dire rallentare ancora i soccorsi, ma penso che non abbiamo scelta" rispose Aulo e dopo un saluto ritornò sui suoi passi.

Il mago procedette piuttosto speditamente all'inizio. Sapeva che finché c'erano i segni sulle pareti doveva voltare a sinistra per ritornare sui suoi passi. Tutto sommato a lui era capitata la parte semplice: cammino tracciato e luce magica a rischiararlo; gli altri dovevano avere qualche difficoltà in più, al buio e in una parte di grotta sconosciuta. D'altro canto lui avrebbe dovuto seguire le perle a ritroso e non sarebbe stato per niente facile, visto che erano state messe per essere seguite nell'altro senso... Si fermò in mezzo ad un incrocio di tunnel, il primo che aveva segnato sulla parete, cercando di pensare ad una maniera per essere sicuro di non perdersi. Non poteva fare affidamento solo sul suo senso dell'orientamento, non con un ostaggio in mano alla creatura.

Il globo di luce magica gli volteggiava pigramente intorno alla testa. Aulo lo scacciò con un gesto rabbioso per non essere abbagliato; aveva altre cose a cui pensare senza quella luce negli occhi...

Come un palloncino, la luce magica fluttuò sotto la spinta del mago, andando a rimbalzare contro la parete del tunnel e inoltrandosi per un po' nella galleria successiva. Un riflesso catturò l'attenzione di Aulo, gli era sembrato che qualcosa brillasse in mezzo alla gelatina.

Si avvicinò e si abbassò per vedere meglio. Un orecchino con una pietruzza azzurra occhieggiava annegato nella bava. Avrebbe scommesso quel che voleva che fosse di Eveline, che, una volta finita la collana aveva iniziato a disfarsi degli altri gioielli per guidarli. L'esitazione fu minima. Prese il corridoio che la ragazza gli aveva indicato e sperò che la sua magia fosse sufficiente a salvarli entrambi.

⫻⫻⫻

Paolo e Massimo procedevano molto lenti. Il buio era quasi totale, ora che Aulo non li rischiarava più, e Massimo aveva paura di altre trappole. Il fatto che lo strato di bava fosse viscido e scivoloso non migliorava certo le cose. Paolo aveva lanciato un incantesimo che avrebbe dovuto permettere loro di individuare eventuali trappole, ma, per sua stessa ammissione, non era uno di quelli che gli riuscivano meglio. A tutti i bivi prendevano la galleria che andava verso sinistra, sperando di avvicinarsi un po' ad un'uscita, visto che si erano inoltrati nel dedalo di gallerie girando sempre a destra. Erano tesi e nervosi.

Si resero conto di aver girato in tondo quando ritrovarono il mucchio di terra franata davanti a loro. Imprecarono entrambi e senza parlare, decisero di riposarsi un po' prima di ricominciare a cercare l'uscita.

Massimo si sedette e appoggiò la testa al muro. Non era ancora il momento di farsi prendere dallo sconforto, lo sapeva. Avevano provato una sola volta. Sotto la mano –e la bava- sentì un pezzo di corda e lo prese. Iniziò a giocarci per allentare la tensione, mentre ascoltava i respiri sempre più profondi di Paolo, che probabilmente si stava assopendo. Lasciò la mente vagare senza meta, arrotolando sul dito quel pezzetto di corda. Chissà che ci faceva una corda, lì... probabilmente era quella su cui era inciampato e che aveva fatto scattare la trappola... Ma chi aveva interesse a piazzare lì una trappola? La mezz'elfa? Che senso aveva? E se qualcuno aveva piazzato una trappola, forse sarebbe venuto a controllarla...

Quasi nello stesso momento sentì dei rumori in lontananza. Paolo lo chiamò a bassa voce "Arriva qualcuno – disse – umani."

Si alzarono entrambi e poco dopo videro il riflesso di una torcia avvicinarsi.

I due uomini si guardarono e si capirono. In assenza di Aulo, Massimo avrebbe parlato per entrambi e Paolo avrebbe osservato e ascoltato quello che succedeva. Non sapevano ancora se si sarebbero potuti fidare dei nuovi arrivati

"Oh, per fortuna – esclamò Massimo, in tono tra lo spaventato e il lamentoso – siete arrivati! Aiutateci, vi prego, ci siamo persi e una frana ci ha quasi ucciso!"

Tre uomini e un nano li guardarono sospettosi. "Chi siete e che cosa ci fate qui dentro?" chiese quello che teneva la torcia.

Massimo capì all' istante che l'ultima cosa da fare era dire la verità.


Eveline e il mostro in cantinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora