Capitolo 13

25 3 15
                                    


Aulo si sentiva in difficoltà. La sua etica e la sua formazione gli impedivano di attaccare il suo nemico per ucciderlo, d'altra parte l'altro non si faceva questi scrupoli. Oltretutto era ancora un po' scombussolato dall'uso massiccio di magia che aveva fatto dal mattino. Con la coda dell'occhio vedeva i suoi compagni battersi con tutte le loro forze ed era frustrante non poterli aiutare. Non sapeva dove fosse la ragazza, ma sperava che avesse avuto il buonsenso di rimanere nascosta. Se il Capitano avesse saputo che aveva implicato un civile in un'operazione pericolosa, avrebbe perso il posto di Mago Imperiale all'istante. L'unica cosa che doveva fare era finire in fretta quel combattimento e tirare tutti quanti fuori da quel pasticcio.

D'un tratto le frecce che bersagliavano Massimo divennero più rade. Aulo rischiò un'occhiata e vide che l'arciere era impegnato a cercare di spegnere il fuoco nella sua faretra, mentre teneva una scalciante Eveline per i capelli.

Non sapeva se essere più preoccupato o più furibondo.

"Paolo, copertura!" gridò prima di distogliere l'attenzione dal suo avversario e lanciare un incantesimo di confusione contro l'arciere. Sapeva di star correndo un rischio, ma non aveva scelta.

Nei pochi secondi che utilizzò per confondere l'arciere sentì una bordata di magia attaccare i suoi scudi magici e dissolverli. Se Paolo non lo avesse coperto con una protezione supplementare l'incantesimo lo avrebbe colpito in pieno. Si rigirò verso il suo opponente, sperando che la ragazza se la cavasse in un modo o nell'altro, pronto a farla finita, ma l'altro, con un ghigno satanico sparì in un portale di trasporto.

A quel punto la battaglia fu presto vinta. Aulo poté aiutare Massimo a sbarazzarsi del nano, che fu legato col suo compare, ancora sotto effetto dell'incantesimo, che si chiedeva cosa ci facesse nella foresta di notte.

// // //

"Ti sei completamente bevuta il cervello? – la aggredì Aulo – che ca... che accidenti credevi di fare, di battere da sola un bracconiere senza scrupoli? Ma ti rendi conto che potevi restarci secca?"

"Non sembravi tanto scioccato prima quando mi hai fatto lanciare l'incantesimo di sonno e quando avevi bisogno di me!" gli rispose dura.

"Prima potevo proteggerti, adesso ero troppo impegnato con quel mago che mi è scappato. E, indovina? Mi è scappato perché ho dovuto salvarti il culo!"

"Nessuno te l'ha chiesto! Al mio culo posso pensare benissimo da sola!" urlò lei

"Ah, certo, si è visto, come ci pensavi bene! Ti rendi conto della responsabilità che abbiamo nei tuoi confronti? Se un civile resta ferito in un'operazione imperiale siamo tutti nel casino!"

"Allora dilla giusta, stavi salvando il tuo, di culo, e quello dei tuoi amici! Non venire a raccontarmi storie, come se tenessi a me, tieni solo al tuo posticino e alla tua reputazione. E io scema che mi sono messa in pericolo per aiutarvi! Adesso, signor Mago Imperiale, cerca di spegnere questo accidenti di incendio, se no mi brucia anche la casa, e non vorrai mica avere una macchia sul curriculum!" concluse, avviandosi verso il margine della radura.

"E adesso dove credi di andare?" La apostrofò lui

"A casa mia, se permetti – gli rispose lei glaciale, le lacrime di rabbia che le danzavano negli occhi- o mi vuoi impedire anche quello?"

"Ci sono ancora nemici nei boschi, per non parlare del mago; non sappiamo dove abbia aperto l'altro portale" rispose lui tentando di tornare calmo e conciliante.

"Con questo fuoco le sentinelle se la saranno data sicuramente a gambe, e il tuo amico, se è furbo, e da come ti ha infinocchiato lo sembrava, è andato ben lontano da questo casino. E comunque non preoccuparti, se me ne vado spontaneamente non sei obbligato a proteggermi, anzi, a salvarmi il culo!" chiosò caustica, sparendo tra gli alberi.

Si pentì immediatamente di essere partita da sola. Man mano che si allontanava dalla radura dello scontro i barbagli del fuoco non erano più sufficienti ad illuminarle il cammino e, sinceramente, non sapeva se stesse andando nella direzione giusta. Le lacrime scendevano senza ritegno. Dapprima le asciugò rabbiosa, poi le lasciò scorrere liberamente, conscia che nessuno l'avrebbe vista. Per un solo, glorioso momento aveva creduto di aver incontrato qualcuno di diverso dagli altri, qualcuno che la considerasse un po' di più di una semplice locandiera. Non si era mai sentita così viva come quando avevano collaborato per liberare Massimo e Paolo, nonostante la paura ... E ora non sapeva se fosse più arrabbiata con Aulo, che l'aveva, evidentemente, considerata solo uno strumento da usare alla bisogna o con se stessa, per essersi illusa e per aver sperato... Sperato cosa, poi? Forse non lo sapeva nemmeno lei, cosa si aspettasse. Le sembrò che le si fosse aperto un buco nero nel petto e non poté fare a meno di continuare a lasciar scendere le lacrime, che si erano trasformate in singhiozzi. Per la prima volta, si rese conto, stava piangendo per la sua vita, per le occasioni mancate e per quelle che non osava afferrare. Era come se il suo cammino fosse già tracciato, ma il percorso che vedeva non le piaceva per niente.

// // //

"Caratterino..." commentò Massimo, aiutando Aulo a spegnere l'incendio.

Il mago, in risposta, grugnì un verso interpretabile come tutto ed il contrario di tutto.

"Ha fegato e mi sembra anche piuttosto bravina con la magia... Tu che ne pensi?" rincarò la dose il guerriero

"Non sa nemmeno fare due calcoli di base per un incantesimo, altro che bravina! –sbottò Aulo- Le ho scritto l'incantesimo di sonno con tutti i parametri, TUTTI! E lei cosa fa? Non sa nemmeno quanto tempo durerà né quanto raggio di azione ha messo! Farà anche le pozioni più efficaci che io conosca, ma sugli incantesimi le potrei insegnare tre o quattro cose! E poi è una disgraziata imprudente! Ma che cosa credeva di fare con quel tizio!"

"Forse voleva solo dare una mano...E comunque era la prima volta che lanciava quell'incantesimo, non essere così duro... tu ci metti un po' a padroneggiare le magie nuove, e sei un genio della matematica... E poi un po' di pozioni potrebbero farci comodo"

Aulo non rispose, preferendo continuare ad evocare acqua. Massimo, conoscendo il suo amico, non replicò.

"Potenziale ce n'è..." mormorò Aulo dopo qualche minuto. "Ma come al solito ho fatto la figura del cretino e l'ho fatta scappare con due frasi..."

"Oh, per quello non mi farei troppi problemi, non dimenticarti che ci sono io nella squadra. Lascia che me la lavori e sarà lei a supplicare di entrare nel gruppo..." ribatté Massimo sornione

"NO!" gridò il mago, tanto che perfino Paolo, che teneva d'occhio il nano e l'arciere si voltò a vedere cosa stesse succedendo. "Se entrerà nella squadra lo farà perché lo vuole, non perché tu le fai la corte per finta. Non si merita un trattamento del genere. Tu le devi girare alla larga, non è una delle tue... non so nemmeno come definirle, vittime? Io ho fatto il casino e io devo risolverlo. Se non riesco a riconquistare la sua fiducia... non voglio obbligarla"

Massimo non rispose, ma se i barbagli del fuoco non fossero stati praticamente spenti si sarebbe potuto vedere un sorrisetto soddisfatto spuntargli sul viso.

Eveline e il mostro in cantinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora