Capitolo 15- parte II

28 3 4
                                    


L'attacco andò ad infrangersi contro un muro di fiamme blu che Aulo evocò senza nemmeno riflettere. Stavolta non se lo sarebbe lasciato sfuggire. Stavolta no. La rabbia e la frustrazione alimentavano la sua magia, infondendogli precisione e potenza. Non si accorgeva di niente intorno a lui, né di Massimo, che tirava quadrelli contro il mago per distrarlo, né di Paolo che rinforzava continuamente le sue difese e curava le piccole ferite che la magia avversa riusciva a infliggere. Non si rese nemmeno conto di quando entrambi furono bloccati da un incantesimo paralizzante. Non se ne curò e continuò ad attaccare con sfere di energia e frecce infuocate, che andavano ad infrangersi contro le difese dell'altro. Ad un tratto gli era sembrato di sentire un refolo di magia sfiorarlo, proveniente dalla ragazza svenuta, ma decise di ignorarlo e di concentrarsi.

Poi la foresta sembrò esplodere. In un fragore di fronde spezzate e di urla bestiali, l'Anomalo Verde fece la sua comparsa nella radura. Aulo ne approfittò per lanciare a sua volta un incantesimo per stordire l'avversario, ma lo colpì solo di striscio, rallentandolo solamente. In quel momento Eveline crollò a terra.

Come se non aspettasse altro la mezz'elfa si rialzò di scatto ed iniziò a tessere la sua ragnatela di magia per tenere sotto controllo il mostro. "Abbiamo trovato i cuccioli – diceva la magia- sono nelle casse! Stiamo combattendo contro chi te li voleva portare via, aiutaci!"

Mamma Anomalo si bloccò per un attimo, poi emise un lamento straziante a cui risposero tre versi simili, appena più acuti, dalle casse ancora chiuse. Tre pugni formidabili liberarono i piccoli, che si arrampicarono sulla schiena pelosa della madre per non perderla più di vista. I due combattenti si erano fermati, ognuno tenendo le proprie difese alzate. Eveline continuò il suo incantesimo per affascinare l'Anomalo. "Aiutaci a farla pagare al rapitore dei tuoi cuccioli!" le suggerì in un soffio. La madre si scosse, come con un tremito, come per togliersi di dosso una rete o una tela di ragno, poi si voltò verso la ragazza e con un solo, lugubre verso le riversò contro la mente tutto il risentimento e la rabbia che provava. Eveline fu sbalzata indietro di qualche passo, talmente intenso era il contatto... Mamma mostro con i suoi cuccioli sulla schiena si voltò e se ne andò nel folto della foresta, sparendo dalla loro vista.

Il duello magico, che si era interrotto per un attimo, riprese ancora più violento. Ora chiaramente l'avversario di Aulo non aveva più niente né da perdere né d guadagnare, se non la sua salvezza, quindi la sua strategia era scappare o uccidere... La magia crepitava da tutte e due le parti, con incantesimi che Eveline non aveva mai nemmeno immaginato che potessero esistere, violenti e potentissimi, che le facevano rizzare i peli sulle braccia. Avrebbe voluto aiutare Aulo, ma non osava. Le bruciava troppo quello che era successo solo poco prima. L'unica cosa che si azzardò a evocare fu un incantesimo di protezione supplementare sull'amico. Aulo se ne accorse e le rivolse un solo, secco gesto d'intesa, come a confermarle che si doveva limitare a quello...

Il problema era che l'ansia la divorava. Avrebbe quasi preferito esserci lei a combattere, piuttosto che dover assister impotente o quasi. Vedeva i due avversari stancarsi ed evocare magie con meno precisione. Capì che il primo che avesse fatto un errore avrebbe avuto la peggio. Non poteva far altro che sperare e tenere alte le difese di Aulo. Di colpo il mago ristabilì la connessione fra le loro menti.

"Scappa!"

"NO! Non ti lascio qui senza protezioni"

"Non so più cosa fare...Sto per cedere!"

"No, non lo farai!" urlò quasi la mezz'elfa. Poi senza sapere troppo cosa stesse facendo si proiettò nella mente di Aulo "Non lo lasceremo scappare, te lo garantisco!"

Aulo sentì un'ondata di energia percorrerlo e pur senza capire cosa o come stesse succedendo, preparò la sua magia offensiva: una sfera di energia capace di disintegrare il suo avversario. Eveline aggiunse il suo tocco: una barriera di protezione all'interno della sfera, che la trasformasse in prigione per l'avversario, ormai di entrambi.

Come una cosa sola lanciarono le loro magie.

                                                                                              /// ///

Massimo e Paolo rinvennero poco dopo e trovarono una sfera opalescente fluttuare in mezzo alla radura. Al suo interno il mago senza nome che avevano combattuto tutta la notte, furente. Per terra, a pochi passi l'uno dall'altra Aulo ed Eveline, privi di sensi. Nella mano destra la ragazza stringeva una boccetta di pozione. Paolo la stappò e la annusò prima di farne bere metà a lei e metà all'amico mago.

Eveline e il mostro in cantinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora