Giorno 1

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Circa un'ora dopo rientrarono Giovanni e sua moglie Loretta.
Io ero ancora in uno stato catatonico indotto.
La scena fu straziante.

Come prima cosa Giovanni mi prese le spalle fra le mani, mi scosse con forza e mi chiese cosa era successo. Poi l'urlo gelido di Loretta.

Mattia era un tiepido corpicino steso a terra.
La mamma lo teneva fra le braccia, stringendolo, stritolandolo.
Sembrava volesse strillare al piccolo perché lo scherzo stava durando troppo.
Giovanni invece rimase fermo e guardò la scena senza apparenti reazioni.
Ogni cervello va in black out a modo suo.
Jo era vicino la televisione da un po' di tempo, in piedi, quasi in castigo.

Una scena che non dimenticherò mai. Una famiglia distrutta che stavo sbirciando di sfuggita con l'occhio semiaperto nel mentre della mia recita.

Dopo quasi dieci intensi minuti di disperazione, Giovanni iniziò a farmi domande a macchinetta.

- Cosa è successo?
- Parla!
- Dì qualcosa!
- FIGLIO DI PUTTANA DI' QUALCOSA!

Non dovevo fare neanche un fiato. Incominciai a tremare.
Ora, da piano, dovevo rompere la piccola capsula che avevo nel dente.
Al suo interno avevo inserito un farmaco che mi avrebbe steso per un bel po'.
Non dirò il nome del farmaco per non far venire strane idee ai lettori.
Ok, scusate l'ipocrisia, sto a tutti gli effetti raccontando di un omicidio.
Avevo già testato in segreto quel farmaco. Sarei svenuto davanti Giovanni e sarei rimasto così per ore.
E così avvenne.

Non vi posso raccontare nulla di cosa successe dopo nella casa.
Non posso descrivervi l'arrivo della polizia, né cosa fecero e neanche come mi trattarono da svenuto.
Mi svegliai in ospedale.
La pasticca sciolta aveva il grande pregio di far sembrare lo svenimento un calo di zuccheri.
Soffro di glicemia alta e lo stress, come raccontato in un mio post di pochi mesi prima, contribuisce ad aumentare di intensità gli attacchi di ipoglicemia.
Per questo non risultò strano a nessuno che lo stress di vedere un bambino passare a miglior vita potesse essere sufficiente a farmi svenire.
Andava tutto come da programmi.

Non vidi Giovanni e Loretta da nessuna parte in ospedale, anzi non vidi proprio nessuno.
Ero in una stanza che aveva quattro letti vuoti.
Probabilmente l'avevano svuotata e la stavano controllando.
Ero naturalmente il maggiore indiziato per l'uccisione del docile Mattia.

Il mio giorno 1 finì su quel letto, in attesa che i pezzi del puzzle iniziassero a cadere uno dopo l'altro.
Come vi dissi, scrissi un post riguardo la mia condizione.
Condizione che era ovviamente fasulla: falsificai all'epoca le analisi.
Sui social dovevo apparire immacolato.
Dieci anni ci sono voluti.
Il mondo doveva vedermi come la persona più pura della terra e i social erano la chiave di tutto il piano.
Anzi erano il motivo per cui il piano nacque in primo luogo.

Come ho ucciso un bimbo e l'ho fatta francaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora