Una vita nuova

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[CAPITOLO UNO]

~Prologo.~

Dopo qualche anno.

Già, sono sempre io: Evie Horan.

Bhè, si, sono un po' cresciuta adesso ho venti anni e non più sedici.

Vivo sempre qui: a Londra.

La mia vita è cambiata molto alla nascita del mio primo figlio Noah, che adesso ha quattro anni.

Vi chiederete che fine ha fatto Louis; bhè Louis è sempre qui tra noi, ha continuato la sua carriera di calciatore nel Doncaster e per qualche lavoretto extra fa tatuaggi, la sua seconda grande passione.

INIZIO.

Ero davanti all'asilo, detti un'occhiata all'orologio da polso fino a quando vidi una miriade di bambini uscire alla rinfusa.

Cercai con gli occhi il mio Noah fino a quando non mi sentii tirare il giubbotto.

-amore! Non ti avevo visto uscire. Esclamai chinandomi all'altezza di Noah.

Sorrise.

-dai andiamo a casina su!

Lo presi per una mano e ci avviammo verso la macchina.

-mamma, mamma sai che o oggi abbiamo fatto i lavoretti di Halloween?

-davvero?! Belli! E cosa hai disegnato? Chiesi agganciandolo bene al seggiolino dell'auto.

-io ho disegnato un grande zucca arancione. Esclamò alzando le braccia.

-bravo amore. Dissi sorridendo per poi lasciargli un bacetto sulla guancia.

Salii in macchina e partii.

Arrivammo a casa, detti da mangiare a Noah per poi ripulire tutto.

-mamma ma quando torna papà? Mi manca tanto. Disse triste facendo il broncio.

-tesoro lo sai che papà gioca in una squadra importante, delle volte dovrà stare lontano da casa ma poi torna, non ti preoccupare.

Sorrisi per poi sistemargli la frangetta che teneva sulla fronte.

Abbassò lo sguardo.

-dai, facciamo così, adesso lo chiamiamo e sentiamo cosa sta facendo, ok?

-siiiii! Esclamò cominciando a salterellare.

Presi il telefono di casa e digitai il numero di Louis.

-pronto?

-amore c'è una persona che ti vorrebbe parlare. Dissi mettendo il viva voce e passando il telefono a Noah.

-papà! Urlò.

-Noah, amore! Che fai di bello? Gli chiese Louis.

-ho appena finito di mangiare. Papà sai che oggi all'asilo abbiamo fatto i lavoretti di Halloween?

Risi.

A Noah piaceva molto raccontare ciò che aveva fatto a scuola.

-davvero tesoro?

-si papà, ho disegnato una grande zucca arancione. E nello stesso momento in cui alzò le mani per esperire la grandezza della zucca gli cascò il telefono a terra.

Lo raccolsi.

-adesso parla mamma con papà. Dissi chiudendo il viva voce e portandomi il telefono all'orecchio.

-allora amore, come va a Parigi?

-tutto bene, la città è bellissima per non parlare dello stadio, te come va a Londra?

-bene, a Noah manchi molto, mi chiede sempre quando tornerai.

-anche a me mancate moltissimo, dai ancora un paio di giorni e sono di nuovo da voi.

Sorrisi.

-va bene tesoro, adesso porto Noah al parco ci sentiamo stasera, ciao amore.

-Ciao amore mio.

Riattaccai e misi il telefono al suo posto.

-mamma hai detto che mi porti al parco??

-si Noah, se ti va si.

-certo che mi va! Esclamò su tutte le gioie.

Sorrisi e gli misi il giubbotto.

-mamma perché non chiamiamo anche lo zio Niall?

-tesoro, lo sai che lo zio deve studiare per l'università.

-giusto. Affermò con il broncio sulle labbra.

-dai ci divertiremo io e te, forza andiamo.

Aprii la porta di casa e uscimmo.

Tirava un venticello abbastanza freddo: d'altronde eravamo a fine ottobre.

-ma dopo lo prendiamo un gelato? Chiese guardandomi dal basso verso l'alto.

-ma non fa freddo?

-nooo! A noi bambini non fa mai freddo!

-e va bene, gelato sia.

Sorrise per poi tornare con lo sguardo sulla strada.

Ad un tratto un prato verde si fece avanti ai nostri occhi.

Noah mi lasciò la mano per correre libero in mezzo all'erba raggiungendo i giochi.

Tutti i pomeriggi lo portavo qua a divertirsi con i suoi amichetti, insomma i bambini devono stare con i bambini.

Mi misi su una panchina a guardare il mio ometto giocare, fino a quando i miei occhi caddero su un ragazzo di spalle che stava spingendo una bambina sull'altalena.

Non so perché, ma avevo come l'impressione di averlo già incontrato.

Il mio sguardo lo inquadrava attentamente aspettando che si girasse per vedere chi fosse.

La bambina che stava spingendo ad un tratto scese dal dondolo e corse verso lo scivolo facendolo voltare.

Non ci potevo credere, non volevo crederci: Harry.....come scordarsi di lui.

Eccomi :)

Allora questo è il primo capitolo del sequel di 'Dicono che sei cattivo'.

Spero vi piaccia, fatemi sapere.

Ciao ciao :)

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