Capitolo 1

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Mi sveglio qualche ora in anticipo per prepararmi al meglio ed essere puntuale. Oggi è il mio primo giorno di università alla Washington State University ed io non vedo l'ora di conoscere nuovi amici e completare i miei studi per iniziare a lavorare.
Mio fratello Connor mi accompagnerà al dormitorio per aiutarmi ad ambientarmi e accettarsi che non accada nulla. Lui lavora per l'FBI e, dopo ciò che è successo a noi in passato, non vuole saperne di lasciarmi da sola e di non controllare ogni mia mossa. Scommetto che ha fatto installare qualche microspia o cose del genere nella mia camera.
«Eccoci qua, stanza numero 237» mormora Connor posando le mie valigie a terra.
«Già» sospiro e busso. Non hanno saputo dirmi se avevo la possibilità di avere una compagna di stanza ma, per quanto Connor sia protettivo nei miei confronti, credo sia più che ovvio che ci sia qualcuno con me in camera.
Una ragazza bionda, alta, occhi verdi e incredibilmente bellissima apre la porta ed elimina quella poca autostima che mi ritrovo.
«Posso aiutarvi?» chiede.
Guardo Connor per un attimo, credendo iniziasse a parlare lui, e lo trovo imbambolato a guardare la ragazza davanti a noi. Scuoto la testa sorridendo e mi rivolgo gentilmente alla ragazza.
«Ciao, sono Anastasia Steele e tu dovresti essere la mia compagna di stanza»
La ragazza mi guarda per un attimo e poi mi salta addosso, abbracciandomi. «Che bello, finalmente una compagna di stanza decente! Mi chiamo Katherine Kavanagh, ma puoi chiamarmi Kate. Entrate, ti faccio vedere la tua stanza e tuo fratello può posare i tuoi bagagli»
Mi prende per mano e con tanta euforia mi trascina in una stanza che presumo sia la mia. È grande, spaziosa, con un letto matrimoniale e un gigantesco armadio, ho anche una scrivania spaziosa e qualche mensola da riempire. Le pareti sono di colore rosa chiaro, quasi pelle e il pavimento è di marmo bianco con qualche chiazza rosa. Mio fratello silenziosamente posa le mie valigie sul letto e ci segue mentre facciamo il tour della casa. Kate mi mostra il bagno, la cucina, un bagno di servizio, lo sgabuzzino e l'uscita d'emergenza. Credo che quest'ultima sia la cosa preferita di Connor.
«Abbiamo finito il giro. Puoi iniziare a conservare le tue cose, se vuoi ti do una mano così ci conosciamo meglio»
«Ehm» mi giro verso mio fratello che mi sta guardando come per dirmi di non lasciarlo. «Dammi solo un momento»
Kate annuisce e ci osserva, ma credo abbia capito che ci serve un po' di tempo da soli, magari per poter lasciare mio fratello piangere.
Ci abbracciamo forte e dopo lui mi sorride, accarezzandomi una guancia.
«Mi prometti che mi chiamerai ogni volta che avrai un problema o se ti serve qualcosa?» mi dice.
«Certo, e tu mi prometti che non mi metterai una spia a controllarmi?»
Lui ride. «Questo non posso promettertelo, la farò del mio meglio. Sicura non vuoi una mano con le valigie?»
«Connor, non preoccuparti. Ho 19 anni, ce la faccio da sola e devo imparare»
Lui sospira e annuisce, mi abbraccia l'ultima volta e poi si dirige verso la porta salutandomi con la mano.
Sospiro. È sempre stato difficile per me abbandonare Connor. Da quando i nostri genitori non ci sono più, è stato lui a crescermi e ho sempre paura che possa abbandonarmi anche lui.
«Tutto okay?» chiede Kate, interrompendo i miei pensieri.
Annuisco. «Si, si»
«Gli addii possono essere difficili a volte»
Sospiro. «Già» Già, ma non è solo questo, penso. Inizio a disfare le mie valigie e Kate mi da una mano, raccontandomi tutto ciò che succede al campus, le lezioni, i corsi extra da seguire e le famose feste che fanno ogni weekend.
«Sta sera c'è una festa per inaugurare l'inizio dell'anno, perché non vieni con me? Potresti iniziare a conoscere qualcuno, magari qualche ragazzo» sorride soddisfatta del suo lavoro, mettendosi le mani sui fianchi.
Andare ad una festa il primo giorno di college non mi sembra una buona idea e ho paura di quello che potrebbe fare Connor a riguardo, ma dovrei iniziare ad essere molto più indipendente e responsabile di me stessa, quindi accetto e Kate fa il salti di gioia, aiutandomi a scegliere cosa mettere sta sera, ma fa delle smorfie quando non trova nulla.
«Hai un armadio intero da Good Girl, ma non da Bad Girl» scuote la testa.
Alzo le spalle. «Forse perché non sono una bad girl?»
Kate scuote la testa e poi trova qualcosa che l'attira e me la mostra. «Metti questo»
«Sei impazzita?!» sbotto.
«Perché? È tuo, indossalo»
«Me l'hanno regalato e non lo indosso neanche per sbaglio»
«E allora perché lo hai portato?» si mette le mani sui fianchi come per sfidarmi, ma ha ragione. Arrossisco e resto in silenzio, facendole godere la sua vittoria. «Ecco, avevo ragione. Indossalo e dopo passiamo al trucco»
Sbuffo e aspetto che lei se ne vada per spogliarmi. Non è sicuramente il mio look, ma ammetto che mi sta davvero bene. Indosso dei jeggins neri a vita alta che mi fanno abbastanza forme, un crop top grigio con dei piccoli fiori bianchi e la scollatura a V e degli stivali alti fino alla caviglia col tacco alto.
La raggiungo in bagno e noto che anche lei si è vestita e indossa uno splendido tubino rosa antico che le mostra tutte le sue forme e non potrebbe essere più bella di così. Mi stava aspettando per truccarmi e sono grata che non decide di esagerare col trucco. Mi ha messo correttore, eyeliner, mascara e un rossetto rosso. Le sorrido ringraziandola indirettamente, prendiamo le nostre cose e ci dirigiamo verso la casa dove è celebrato il famoso party e da quanto ho capito, viene celebrato un party qui ogni venerdì sera.
«Sei pronta?» mi sorride.
«Non credo...»
«Oh, andiamo Ana! Ti divertirai» mi prende per la mano e mi trascina dentro, dove la maggior parte delle persone neanche si è accorta che noi siamo qui.
Kate trova subito qualcuno e va a ballare, mentre io resto in disparte ad osservare. Non conosco nessuno qui e non sto neanche accettando di ballare o di bere, non si sa mai cosa potrebbe succedere.
Mi alzo dopo qualche ora da quella sedia isolata da tutte le persone per andare a cercare un bagno e un posto dove posso prendere dell'acqua, perché qui servono solo alcol.
Quando mi reco in cucina, trovo delle persone parlare senza avermi riconosciuta, tranne un ragazzo.
«Lascia, faccio io» mi toglie la bottiglia dalle mani sorridendomi.
«Oh, grazie, ma potevo farcela anche da sola»
«Stai cercando il bagno? Appena sali le scale, la prima porta a sinistra»
Mi giro un attimo per avere il senso dell'orientamento e vedere dove sono posizionate le scale. «Okay, grazie mille»
Il ragazzo mi tende la mano. «Sono Kyle, molto piacere»
«Anastasia» sorrido e prendo il mio bicchiere d'acqua recandomi in bagno. Quando finisco, inizio a berlo ma qualcosa non va. Non riesco a reggermi in piedi, tutto gira e non ho forza nelle gambe. Kyle corre in mio soccorso portandomi in una stanza e posizionandomi sul letto.
«Grazie, non potrò ringraziarti abbastanza» mi giro, sperando di addormentarmi e di trovare la calma che stavo cercando.
«Ma io non ho ancora finito con te...»
Non riesco a replicare che sento le sue labbra avvinghiarsi su di me, lui che prova a toccarmi e inizia a spogliarmi. L'unica cosa che riesco a fare è spingerlo via da me e urlare, ma non riesco a muovermi. È tutto inutile. nessuno mi sente e mi lascio trascinare, tranne quando sento la porta sbattersi e Kyle urlare. Non vedo più niente. Buio totale.

Loving BadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora