Buona domenica a tutte! Temo che questo capitolo vi lascerà un po' di amaro in bocca ma tenetevi pronte perché stiamo per fare un salto nel passato.
Buona lettura! Un bacio e grazie ancora a tutte per le stelline e i commenti***
Cammino con passo spedito in direzione del suo tavolo e lo vedo entrare nel panico quando si accorge che mi sto dirigendo verso di lui. Raffaella, Chiara, Margeaux e Ida lo circondano e si ammutoliscono immediatamente quando mi vedono arrivare.
"Ciao ragazze..." le saluto in modo cordiale "...possiamo parlare?" Stavolta è a lui che mi rivolgo.
"Mario ti ho già detto che ci entro in studio, non devi convincermi ulteriormente" mi risponde tranquillo
"Si ok ma non voglio parlare di questo" lo vedo titubante mentre Chiara si schiarisce la voce impercettibilmente per richiamare la sua attenzione. Ida invece ci fissa alternatamente con gli occhi sognanti.
Claudio tentenna e prova a tirarsi indietro "parla pure..."
Sorrido per nascondere il fastidio per la cazzata che ha appena sparato "preferirei in privato" rispondo cordialmente
"Ok" mi concede tirando su le spalle nascondendo un leggero imbarazzo.Usciamo dalla sala mensa ed io cammino davanti facendo strada sapendo già dove voglio arrivare. Dietro di me Claudio mi segue incuriosito ma allo stesso tempo titubante
"Dove stiamo andando?"
"Voglio farti vedere una cosa" gli rispondo mentendo, sperando che continui a seguirmi senza protestare.
Continuiamo a camminare senza parlare, non mi volto nemmeno a controllare se mi stia seguendo o meno, non voglio mostrarmi insicuro. Arriviamo di fronte ad un camerino ed apro la porta sperando che non sia occupato già da qualcuno. Gli faccio segno di entrare e lo vedo che lo ha già riconosciuto.
"Perché siamo qui?" Mi chiede appena chiudo la porta dietro di noi. La penombra ci accoglie ed io non provo nemmeno a cercare l'interruttore della luce.
"Perché questo è il camerino in cui mi rifugiavo dopo le registrazioni di quelle puntate di merda con te. Il mio camerino" gli dico avvicinandomi a lui lasciando che indietreggiasse verso il muro ad ogni mio passo verso di lui.
"Perché di merda? Io mi sono sempre divertito un sacco" finalmente arriva ad appoggiare le spalle al muro
"Oh lo credo bene che ti divertivi, sapevi già come sarebbe andata a finire!"
"Non è vero, ero terrorizzato da un tuo possibile no. Per questo ti tenevo là"
"Vabbè abbiamo sempre avuto visioni diverse della questione..." gli dico poggiando entrambe le mani al muro appena sopra le sue spalle.
Lo vedo deglutire ed osservare prima una mano e poi l'altra rendendosi conto di essere finito in trappola "te lo ripeto Mario: perché siamo qui?"
"Perché non sai che oltre a piangere e ad arrabbiarmi per la frustrazione che questo percorso mi ha fatto vivere, in questo camerino ho anche sognato un sacco..."
Faccio una pausa spostando l'attenzione dai suoi occhi alle sue labbra e, d'istinto, mi inumidisco le mie.
"In tutte le puntate ho sognato che tu arrivassi ad una scelta, che quella scelta fossi io e che mi trascinassi in questo camerino per baciarmi...è stato sempre così fin dall'esterna a cavallo"
Torno a scrutare i suoi occhi
"Ed ogni volta che non succedeva tornavo in questo camerino e mi dicevo vabbè, sarà per la prossima puntata. E nel frattempo ti pensavo e m'immaginavo come saremmo stati fuori, dove ti avrei portato, mi correvano sempre un sacco di idee in mente e tutte le proposte che avanzavo per le esterne venivano puntualmente stroncate. Mi dicevano che correvo troppo. Ho sempre corso troppo con te, Clà"
Un briciolo di malinconia si fa largo tra i miei pensieri ma la scaccio immediatamente, non è il momento di farsi coinvolgere dai pensieri.
"Ad un certo punto ti sentivo talmente tanto dentro che ti pensavo in ogni momento della giornata e non solo mentre ero in questo camerino. Ho iniziato ad immaginarti a casa mia, con i miei amici..." faccio una pausa per riprendere fiato.
"...I pensieri si facevano sempre più chiari e distinti ed iniziai anche a sognare di fare del sesso con te. Avevo una voglia pazzesca ogni volta che ti vedevo, mi sono fatto anche un paio di seghe in camerino perché cominciavamo ad essere più vicini fisicamente ed io temevo di non riuscire a resistere..."
Abbassa la testa imbarazzato e finalmente gli strappo un sorriso, poi mi fissa il braccio fermo a qualche centimetro dalla sua testa e preme le labbra delicatamente contro di esso lasciando che la punta della lingua entri in contatto con la mia pelle più volte "Non eri il solo ad impazzire di desiderio ad ogni esterna"
"No Claudio, credimi che se fossi stato al posto tuo avrei scelto un mese prima soltanto per la voglia che avevo di sbatterti al muro"
Distoglie l'attenzione dal mio braccio per rivolgersi di nuovo ad i miei occhi, fa un lungo sospiro per riempire i polmoni d'aria come se stesse boccheggiando. Poi abbassando lo sguardo verso le mie labbra mi chiede "te lo chiedo per l'ultima volta, Mario: perché siamo qui?"
"Perché volevo esaudire un mio desiderio"
"Quale?" Mi sussurra con la voce strozzata.
Sposto le mani sulla fibbia della sua cintura ed inizio a slacciargli i pantaloni guardandolo negli occhi
"No Mario..." lo sento supplicarmi
"Lo so..." ammetto tristemente "sto solo seguendo il mio istinto"
Non muove un muscolo, mi segue con lo sguardo, attento ad ogni mio movimento, ed aggiunge solo
"Mi fai male"
mentre tiro giù i pantaloni ed inizio a sbottonargli la camicia. Lui è inerme e non collabora. Mi sembra improvvisamente così piccolo ed indifeso.
"Vorrei dirti che non te ne farò ma sappiamo entrambi che non sono capace a mantenere le promesse"
Ed è un attimo, cambia volto, gli occhi di un leone, riprende il suo cuore dalla teca e me lo ripone in una mano e semplicemente aggiunge "tanto ho sempre lottato anche per te"
E sussurro ancora un altro "lo so" prima di gettarmi tra le sue labbra.
Erano esattamente 6 giorni che non lo baciavo, 6 giorni che non gli sfioravo la pelle, 6 giorni che non gli strattonavo i capelli, 6 lunghissimi giorni che non sentivo il suo respiro caldo mentre mi muovo dentro di lui.
"Ti amo" mi esce così spontaneo...ed erano molto più di 6 giorni che non glielo dicevo.