UNA PROMESSA È UNA PROMESSA

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Vi avevo chiesto un paio di giorni e invece me n'è bastato uno per scrivere questo e pure il prossimo 😅 forse ero particolarmente ispirata?
Chi lo sa...
Spero che siate in vena di leggere come io sono stata in vena di scrivere.
Buon sabato pomeriggio a tutte! Oggi voglio ringraziare in particolar modo chi ha commentato lo scorso capitolo perché mi faccio sempre delle grosse risate nel leggere come reagite 😉

              
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"Perché non ti fermi a dormire da me dopo la serata? Così lunedì partiamo insieme"

Avevo chiamato Claudio per dirgli che avevo fatto i biglietti per Ibiza, sarei andato lì ospite da un amico per un paio di giorni prima della nostra partenza lavorativa. Volevo qualche dritta sul posto perché sapevo che lui c'era già stato...in realtà quella era la scusa che avevo usato con lui, ma volevo solo vedere come la prendeva. Speravo mi chiedesse almeno chi fosse l'amico che avrei raggiunto.

Non so perché lo sperassi, Claudio non si era mai mostrato estremamente geloso finché stavamo insieme, figuriamoci se poteva dimostrarmi qualcosa adesso che la relazione si mostrava così ingarbugliata.
E quindi mi indicò, entusiasta, i posti che, a parer suo, avrei dovuto visitare necessariamente per poi concludere con la bomba

"perché non ti fermi a dormire da me dopo la serata? Così lunedì partiamo insieme"

Il suo tono mi sembrava piuttosto controllato e quasi appariva come una proposta ragionata ma quelle parole mi spiazzarono e per qualche secondo restai in silenzio.
Claudio si tradì mostrando un certo nervosismo nella voce quando sospirò nella cornetta aggiungendo "Mario è una cosa che mi è venuta in mente adesso perché volevo passare del tempo con te ma se non ti va dillo senza problemi".
"No no mi va..." dissi subito con fermezza "mi hai solo preso in contropiede, scusami. Non me l'aspettavo" risposi sincero.
"Bene allora ci vediamo domenica"
"Di notte, come sempre!" Aggiunsi ridendo
"Come i criminali" e rise anche lui concludendo la telefonata.

Sapevamo entrambi che questa situazione di stallo non avrebbe potuto durare a lungo, ma ci permetteva di vivere serenamente questo strano rapporto che avevamo creato.
D'altronde vedersi e frequentarsi alla luce del sole voleva dire lasciar intendere che ci fosse qualcosa e al momento non eravamo sicuri nemmeno noi di cosa ci fosse.
I miei pensieri vennero interrotti dalla suoneria del cellulare. Era di nuovo Claudio.
"Hey, da quanto tempo!" Gli risposi scherzando
"Si..." rise anche lui con tono leggermente agitato "scusa...ma mi sono ripromesso che non mi sarei tenuto le cose per me, stavolta..."
E suonava come una specie di promessa solenne. Claudio non si sarebbe più trattenuto con me. Questa si che suonava come una grossa novità.

"Dimmi pure!" Lo incitai
"No ecco...volevo sapere...." improvvisamente mi sembrava imbarazzato e tra una risata e l'altra mi chiese "ma con chi vai ad Ibiza?"
Sbottai a ridere felice. Finalmente felice. La gelosia è un sentimento che mi è sempre appartenuto e, per come la vivo io, so che non fa bene a chi la prova. Di certo non volevo che Claudio stesse male per colpa mia perciò precisai subito
"È etero Clà!"
"Ah ok..." ed era sollevato.
Ma poi "chiudiamola qua dai. Ciao!" Disse sbrigativo con un filo d'imbarazzo nella voce.

Mi feci il punto della situazione in mente: Claudio mi aveva invitato a casa sua prima di partire ed era geloso di me.
Le cose non potevano davvero girare meglio di così.

Passai quei 3 giorni di vacanza, prima dell'impegno di lavoro della domenica sera, felice come un bambino il giorno del suo compleanno. Felice a livelli assurdi come un laziale se la sua squadra vincesse lo scudetto, come uno juventino se la Juve vincesse la Champion o come un romanista se Totti rinnovasse il contratto.
Io e Claudio ci sentivamo tutti i giorni, tutto il giorno. Non avevamo più bisogno di scuse improvvisate  per chiamarci, le parole "volevo sentirti" bastavano ad entrambi. La sincerità pagava sempre.
Così quella domenica notte, quando l'autista mi scaricò direttamente sotto casa di Claudio, mi sentii sprofondare nell'asfalto e liquefarmi come ghiaccio al sole. Mi sentivo piuttosto agitato all'idea di tornare in quella casa. Fortunatamente Aveva voluto che lo avvisassi quando stavo per arrivare sotto casa perciò me lo ritrovai affacciato al portone, in pantaloncini e canotta, che mi faceva cenno di raggiungerlo con un sorrisone stampato in faccia.
"Ma perché non mi hai aspettato su?" Fu la prima cosa che gli chiesi
"Perché volevo darti queste" mi disse allungandomi il MIO mazzo di chiavi di casa SUA. E poi aggiunse "apri tu?".

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