Ed eccoci al capitolo finale. Non ho molto da dire in realtà volevo solo ringraziare tutti i lettori per la pazienza, passata e futura!
Oggi chiudiamo il cerchio, perché è giusto che QUESTA storia abbia una fine.Con la speranza che quella dei Claudio e Mario reali, invece, non arrivi mai.
***
La registrazione termina ed io e Claudio usciamo dallo studio passando attraverso le tende del lato sinistro.
Camminiamo in corridoio verso i camerini in perfetto silenzio fermandoci a salutare qualcuno di tanto in tanto.
È un silenzio pieno d'imbarazzo, di sospiri, di schiarimenti di voce nella speranza di riuscire a dire qualcosa che spezzi la tensione. Qualcosa che non arriva mai. E allora ci guardiamo di sottecchi, a turno, senza che l'altro se ne accorga. Che poi in realtà sappiamo entrambi che ci stiamo guardando ma semplicemente evitiamo il contatto visivo diretto...abbiamo entrambi paura di leggerci qualcosa di contrario alle aspettative, qualcosa che non riusciremmo a sopportare.
Aspettative sul futuro ovviamente...cosa ti aspetti Claudio? Io sono stanco di aspettarmi qualcosa e rimanerne deluso.
Arriviamo nel corridoio dei nostri camerini. Le porte chiuse, una di fianco all'altra. Io senza battere ciglio entro nella mia e Claudio senza chiedere il permesso mi segue.
Chiude la porta alle nostre spalle ed è lui il primo a parlare
"Io lo so che non sono stato un fidanzato perfetto..."
"No Claudio ti prego..."
"No no Mario stavolta fammi parlare, cazzo!" Mi urla inchiodando i suoi occhi ai miei per poi concludere abbassando la voce "...devo dirti un po' di robe"
"Va bene" gli concedo senza riuscire a muovere un passo. C'è una sedia accanto a me ma io sto talmente trattenendo il fiato che non riesco a sedermi, ho i muscoli atrofizzati.Claudio abbassa lo sguardo per poi fissarlo oltre di me, in cerca di un ricordo. Sorride...
"Quando sono uscito da questo studio a dicembre, ti dico la verità, ero terrorizzato all'idea che non saremmo stati in grado di costruire nulla. Mi spaventava il tuo carattere così poco incline alla mediazione.
Però passavano i giorni e stavo bene, ti guardavo e non mi sembravi più quel tipo rabbioso con il mondo che avevo conosciuto in questo studio.
Ed è successo che ti ho sottovalutato..."Fa un passo verso di me e mi guarda
"Ho sottovalutato la nostra storia, ho pensato che potesse crescere senza troppi sforzi. Ogni volta che litigavamo ero convinto che fosse per colpa tua. Mi convincevo che eri tu quello sbagliato che, alle prime armi con l'amore, non riuscisse a comprendere come comportarsi. Ti trovavo sempre troppo esagerato, così ti lasciavo sfogare senza dare troppo peso alle tue parole convinto che bastasse...ti chiedo scusa per questo perché non lo meritavi..."Deglutisco a fatica e cerco di ricacciare un magone che sento arrivare dal petto. Vorrei dirgli qualcosa ma gli ho promesso che avrei ascoltato ciò che aveva da dire perciò rimango in silenzio ad aspettare che continui e nel frattempo qualche lacrima mi riga il volto.
"Ti chiedo scusa perché per tutto il tempo ho pensato che semplicemente tu ci saresti sempre stato. Che io ti stessi dando tutto ciò che meritavi e che per questo dovessi essere tu ad adeguarti ai miei ritmi, ai miei desideri.
Ti chiedo scusa anche perché mi sono accorto di essere perdutamente innamorato di te solo dopo averti perso"Deglutisce rumorosamente e cerca di avvicinarsi perché io sono in lacrime davanti a lui, incapace di fare nient'altro che piangere. Cerco di sfogare via quel pensiero di essere costantemente sbagliato che mi accompagna da tutta la vita, che non mi ha fatto vivere serenamente questa storia e che so che mi tormenterà ancora per molto. Perché non è facile scrollarsi di dosso il fantasma del fallimento.
"Sto bene...continua" gli dico tra i singhiozzi