Avvolti nel silenzio della notte ci ritrovammo, per l'ennesima volta, a casa sua a fare l'amore, dove l'unico rumore erano i nostri respiri pesanti. In quel momento ne ero sicura, quello per me era amore, non sesso. Di quello ne avevo fatto abbastanza, con la speranza che potesse colmare il vuoto che avevo dentro. Ed è proprio lì che mi resi conto che in tutti gli anni passati avevo sbagliato, forse il miglior modo per colmare quel vuoto era proprio quello. Quella notte poi, presa dalla solita malinconia, mi addormentai tra le braccio di Gonzalo che mi stringeva dolcemente. Nonostante ciò mi svegliai diverse volte e, sempre avvolta tra le sue braccia, mi soffermai a guardarlo. Erano parecchi anni che non mi immaginavo in quel modo, era come se evitassi di farlo, mi imponevo quasi di non volerlo. L'ultima volta che mi svegliai erano ormai le dieci di mattina, quando vidi l'orario mi spaventai pensando di avere allenamento. Mi alzai bruscamente iniziando ad cercare la mia roba ovunque. Gonzalo si svegliò e, ancora abbastanza stonato dal sonno, iniziò a guardarmi. «Cosa stai facendo?» chiese poggiando la testa sul cuscino. «Stupido muoviti, abbiamo allenamento.» urlai iniziando a sistemare tutta la roba che mi trovavo davanti. Lui si fermò a pensare e poi scoppiò a ridere. «Ma torna a letto, oggi abbiamo la giornata libera.» disse ridendo e mi fece segno di tornare da lui. Guardai il mio telefono e vidi che aveva ragione. Tornai nel letto e lui subito si accoccolò di fianco a me. Lo strinsi, decisi che forse era arrivato il momento di ricominciare a fidarmi di qualcuno. Nonostante fosse molto difficile, nonostante non sapevo se mi avesse accettata realmente per quella che ero. Però decisi che non era quello il momento di porsi tutte quelle domande. Scacciai via tutti quei pensieri godendomi il momento. Gonzalo iniziò a stuzzicarmi di nuovo dandomi dei dolci baci sul collo. «Sono sicuro che questa notte la ricordi.» sussurrò sorridendo. Non ebbi nemmeno il tempo di rispondere che venimmo interrotti dalla suoneria del mio cellulare. Allungai una mano fino al comodino e presi il telefono. «Bomberona buongiorno.» urlò Claudia dall'altra parte del telefono, mi chiedevo come facesse ad essere sempre così attiva. «Buongiorno a lei.» risposi ridendo, quel giorno ero di buon umore e Claudia lo noto subito. «Mmmh... tu sei di buon umore, ieri sera eri allo Stadium... 2 + 2 fa anche 4... beh salutami Gonzalo.» disse ridendo, riusciva sempre a capire tutto così, al volo. «Ma smettila!» dissi ridendo. «Vabbè, bando alle ciance, volevo dirti che noi stasera andiamo a festeggiare la vittoria al solito posto, cenetta e un po' di musica. Ci raggiungi vero?» mi invitò. «Certo, non vi abbandonerei mai.» risposi, dopo di che si concluse la telefonata. Gonzalo mi guardò confuso. «Stasera vado a cena con il gruppo, festeggiano la vittoria di ieri sera.» spiegai tornando tra le sue braccia. «Ah si...» prese il suo telefono e mi mostrò un messaggio di Paulo che lo invitava nello stesso posto. «Dio mio sopportarti anche lì no però!» mi lamentai dopo aver letto il messaggio. Lui mi guardò e, credendo che dicessi sul serio, mi spinse verso la parte opposta del letto. Si alzò e fece per andare in bagno. «Ma dai, scherzavo.» urlai scendendo dal letto per poi saltargli letteralmente addosso. «Lo so, però voglio sentire che lo ammetti.» disse sicuro di se, si voltò a guardarmi negli occhi. «Cosa dovrei ammettere?» chiesi, non riuscivo a capire. «Che ora tra di noi è tutto diverso, che effettivamente questa situazione la vogliamo entrambi.» rispose guardandomi negli occhi. «Sai già cosa penso, tuttavia se non fossi d'accordo con te ora non sarei qui.» dissi seria, avevo quasi paura di quello che stavo dicendo. «So cosa pensi di me, è più o meno quello che pensano tutti. Non ti farò del male Ali, non ne ho alcuna intenzione.» sembrava sincero, mi lasciai convincere ed infatti mi limitai ad annuire. «Promettimelo allora.» disse poi. «Cosa?» chiesi confusa. «Che non scapperai, non questa volta.» disse avvicinandosi ancora di più. Sorrisi. «Non vado da nessuna parte.» sussurrai. «Stasera però è meglio non dare nell'occhio, non voglio che inizino a parlare tutti di noi.» aggiunsi poi. Mi dava fastidio quando si parlava di me, figurarsi se si parlava di una cosa che consideravo estremamente personale. Lui annuì. Tuttavia non ero sicura che fosse d'accordo, lui era molto più estroverso di me e per lui non era un problema. La restante parte della giornata la passammo insieme e decidemmo anche di andare a pranzare fuori. Sembravamo estremamente complici, quasi come se ci conoscessimo da una vita. Finimmo di pranzare abbastanza tardi e decidemmo di passare da casa mia così che potessi prepararmi. Salimmo fin nel mio appartamento dove, a nostro malgrado, trovammo anche mio fratello. Nemmeno il tempo di entrare che dal soggiorno già urlava. «Quante volte devo ripeterti che quando rimani fuori...» quando però arrivò davanti a noi si bloccò. «Ah, Gonzalo...» esclamò meravigliato della sua presenza lì. Gli diede la mano e poi una pacca sulla spalla. «Lo so, solo mi sono dimenticata. Ora comunque vi lascio, vado a cambiarmi.» dissi ad entrambi. «Ali!» mi fermò mio fratello. «Mi auguro che per la prossima partita rientri in squadra.» disse serio. Annuii, come sempre ci teneva più lui che io. Come quando avevo scoperto di essere tra le candidate al pallone d'oro, lui iniziò a pressarmi dicendomi che dovevo aumentare il numero di goal in modo di aver più possibilità. Salii in camera, mi feci una doccia e mi cambiai. Quando scesi di nuovo da loro, notai che avevano già preso confidenza in quanto li trovai a chiacchierai animatamente sul divano. «Possiamo andare.» dissi toccando la spalla di Gonzalo. «Si, beh ti aspetto alla prossima allora.» disse Gonzalo verso mio fratello. «Prossima cosa?» chiesi confusa. «Ho invitato tuo fratello alla prossima partita in casa della Juve, così potete venire insieme.» mi spiegò. Li guardai entrambi con sguardo interrogativo. «Non mancherò, mi raccomando però voi due.» rispose mio fratello, poi ci salutò entrambi. Io e Gonzalo entrammo in auto e ci avviammo verso casa sua dove in nemmeno 10 minuti lui si preparò. In perfetto orario arrivammo nel locale scelto per la serata. Per non destare sospetti, io mi incamminai subito verso le mie compagne mentre Gonzalo, che sembrava molto più tranquillo di me, con calma si avviò verso i ragazzi. «Mi hanno detto che Valeria ieri ha fatto doppietta.» esclamai avvicinandomi a lei che aveva già un drink in mano. «E certo, e come promesso uno era tutto per te.» rispose abbracciandomi. Presi anche io un drink e lasciai che scendesse fino al mio povero stomaco. Uno, due, tre, quattro drink a stomaco vuoto. Ancora però reggevo perfettamente. «A noi però hanno raccontato di una dedica speciale ieri sera allo Juventus Stadium.» disse Valeria dandomi una piccola gomitata. «Ma veramente non ne so niente io!» mentii ridendo. Mentre parlavo con Valeria mi voltai verso l'altro lato della salta e vidi Gonzalo parlare con la stessa mia compagna come la sera della cena con la società. Sentii subito un nodo allo stomaco ed iniziai a provare una gelosia immane. Dovevo porre fine a quella situazione. Mi allontanai da Valeria e mi avvicinai al bancone per prendere un altro drink. Mi voltai di nuovo verso Gonzalo e notai che poco dietro di lui c'era Paulo e fu lì che mi venne un'idea. Mi avviai verso Paulo sempre con il mio drink in mano e, in modo totalmente casuale, mi scontrai con la mia compagna, rovesciandole il drink addosso. «Oddio Marti perdonami, non era mia intenzione.» dissi facendo la dispiaciuta. Gonzalo aveva capito tutto e stentava a trattenere le risate, evidentemente amava farmi impazzire. Lei guardò il suo vestito bagnato. «Tranquilla, vado in bagno ad asciugarmi.» disse poi verso Gonzalo. Le sorrisi, poi mi voltai verso di lui con aria minacciosa. «Non provarci mai più, altrimenti te ne pentirai.» dissi quasi con aria di minaccia. «Ehi, l'hai detto tu che dobbiamo passare inosservati.» rispose a tono. Lo guardai male, lui continuò a sorridere. «Ti adoro quando fai così.» disse avvicinandosi a me. «Oh, evapora.» risposi spingendolo. Mi faceva impazzire.
Splendori ecco a voi un altro capitolo, spero vi piaccia❣️
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Il mio vizio. || Gonzalo Higuain
FanfictionBastò una notte, una sola, ad incasinare tutto. Lei ricordava poco, lui ricordava forse troppo. Fu passione, odio, amarezza, testardaggine, ancora passione, odio e poi? Forse diventò un vizio? Quasi una dipendenza, si. E come fai a scappare da qualc...