La dottoressa mi propose di seguire personalmente la gravidanza ed io accettai. Mi ispirava molta sicurezza dunque mi sentivo molto tranquilla. La salutai con un caloroso abbraccio ed uscii fuori dove trovai Gonzalo che, dal nervosismo, faceva avanti e indietro. Quando mi vide si fermò a guardarmi. Io sorrisi, lui capì subito. Ormai non c'era bisogno nemmeno di parole, eravamo così complici che bastava un solo sguardo. Lui corse ad abbracciarmi, mi strinse così forte da farmi mancare il fiato. «Un piccolo Higuain in arrivo.» affermò guardandomi negli occhi. «Il nostro piccolo.» sussurrai. «Ancora non ci credo.» continuai. «Devi farlo, hai vinto tu amore mio.» disse serio. «Spero solo che andrà tutto bene.» dissi mentre insieme uscivamo dall'ospedale. Entrati in auto si girò a guardarmi. «Andrà tutto bene, ci sono io con te.» mi rassicurò. Annuii. Poi lui si girò, prese una busta bianca dal sedile posteriore e me la passò. «Non mi dire che ancora ci dobbiamo sposare e già hai le carte per il divorzio?» chiesi ridendo. «Ma smettila, leggi!» disse mettendo in moto. Aprii la busta ed estrassi dei fogli ed alcune brochure. "Formentera - una vacanza tutta da vivere." era scritto su una di queste. «Ma tu sei pazzo!» esclamai leggendo gli altri fogli. «Beh, io direi che dobbiamo goderci questi ultimi momenti da soli, così Paulo mi ha proposto di partire con lui e mi è sembrata una buona idea.» spiegò. «Non vorrei metterti ansia, ma tra un mese ci sposiamo e nessuno dei due ha ancora il vestito ed in più...» non mi lasciò nemmeno terminare. «Ma quanto parli? Al nostro ritorno vedremo, sono solo quindici giorni.» esclamò sorridendomi. Lo guardai male per il modo in cui mi aveva interrotto. «Iniziano gli sbalzi di umore?» chiese poi con lo sguardo fisso sulla strada. «No, inizia la fame. Ho voglia di pizza.» risposi divertita. «Pizza? Ti prego no.» esclamò disperato. «Anzi no, gelato!» cambiai idea subito dopo. Gonzalo era già disperato ed ero incinta da solo un mese. «Vada per il gelato ma ti prego, fin quando non arriviamo alla gelateria non cambiare idea!» mi pregò quasi. Scoppiai a ridere. Continuai a leggere tutti quei fogli e notai che la partenza era stabilita per quel giorno alle 15:30 ed era già l'una. «Gon! Gon! GON!» urlai quasi toccandogli il braccio. «Non ce la posso fare...» disse disperato, poi però mi sorrise. «Dimmi amore mio.» continuò. «Qui c'è scritto che la partenza è tra due ore ed io non ho ancora fatto i bagagli!» esclamai preoccupata. «Guarda dietro.» disse continuando a guidare. Mi girai e sul sedile posteriore c'erano due grandi valige, come avevo fatto a non vederle? «Genio!» esclamai abbracciandolo. «Amore io vorrei arrivarci a vedere la nascita di nostro figlio ma se mi distrai così...» disse ridendo. Lo ignorai completamente ed iniziai a dargli dei dolci baci sul collo. «Così è peggio...» sussurrò quasi. Risi e poi lo lasciai guidare. Accontentò la mia voglia di gelato e poi ci catapultammo in aeroporto. Lì dopo le varie operazioni di check-in salimmo in aereo e, dopo un paio di ore, atterrammo a Formentera. Gonzalo aveva scelto un resort fantastico per la nostra vacanza, non volevo nemmeno immaginare quanto avesse speso. Ci sistemammo in camera e poi indossammo direttamente il costume per scendere in spiaggia. Mi fermai a guardare il mio pancino che cresceva sempre di più davanti lo specchio. Gonzalo si avvicinò a me e posò una mano sulla mia pancia. «Questo è il regalo più bello che tu potessi farmi.» disse dolcemente. Mi voltai a guardarlo, aveva quasi le lacrime. «Gon...» sussurrai asciugandogliele. «Credevo che non sarei mai arrivato a questi momenti con una ragazza. E invece guardami. Tra nemmeno due mesi sposo la ragazza più bella e forte del mondo e tra otto mesi, la stessa, mi darà il frutto più bello di un amore.» disse sincero. Sorrisi e mi avvicinai a lui. «Te lo meriti. Ora basta deprimerci, scendiamo in spiaggia.» dissi cercando di smorzare la situazione. Lui annuì, presi la mia borsa e uscimmo dalla camera. Contemporaneamente però vidi sbucare fuori dalla camera di fianco la nostra Claudia. «Cosa ci fai tu qui?» chiesi meravigliata. Dalla stessa stanza vidi uscire Paulo. «Okay inizio a non capirci davvero niente, non credo che la gravidanza porti anche allucinazioni.» continuai verso Gonzalo. «Gravidanza?» urlò quasi Claudia. Gonzalo sorrise. «Io lo sapevo!» urlò abbracciandomi. «Non cercate di distrarmi, cosa ci fate qui insieme?» chiesi di nuovo. Paulo iniziò a grattarsi la testa un po' imbarazzato. «Beh... con Anto la cosa è finita da un po', ed io avevo già prenotato questa vacanza, ho pensato ad una persona che potesse accompagnarmi e, quando Gonzalo mi ha detto che sareste venuti anche voi, credevo che vi avrebbe fatto piacere se fosse venuta Claudia.» rispose sincero. «Beh è solo l'ennesima vacanza insieme.» esclamò Claudia felice. Annuii ed insieme poi scendemmo sulla spiaggia dove passammo un gradevole pomeriggio. Nonostante la gravidanza non riuscivo a stare lontana dal pallone, mi rifiutavo proprio. Insieme a Claudia, infatti, iniziammo a palleggiare in riva al mare, cercando di non dar fastidio a chi ci stava intorno. Come spesso mi succedeva però, non controllai bene la mia forza e spedii il pallone dritto sulla testa di una ragazza che prendeva il sole. Gonzalo e Paulo avevano già iniziato a ridere e quando la ragazza si alzò per lamentarsi la riconoscemmo subito. «Che mira!» esclamai ridendo quando vidi che si trattava di Martina. «Sei fastidiosa a Torino e sei fastidiosa anche qui.» disse avvicinandosi a noi. «Gonzalo, che piacere vedervi qui.» continuò guardandolo. «Ti assicuro che per noi non è un piacere vederti.» risposi a tono. Lei rise. «Tranquilla, dovrai sopportarmi solo qui. Quando rientro a Torino faccio i bagagli.» disse sorridendo. «Bagagli?» chiese Claudia meravigliata. «Si, firmerò per la Roma. Torino mi sta troppo stretta.» ci spiegò. «Ma certo, tu sei un talento troppo grande per la Juve.» dissi sarcastica. Lei mi sorrise. «Ti farò pentire di tutto Rossi, te lo assicuro.» disse seria. «Non vedo l'ora.» risposi con lo stesso tono. Poi ci passò il pallone e tornò a prendere il sole. Paulo e Gonzalo presero il nostro posto nel giocare ed io e Claudia ci accomodammo sulla sdraio. «Cosa intendeva con: "te ne farò pentire"?» chiese Claudia più preoccupata di me. «Ma che ne so, l'importante è che tenga quelle zampe il più lontano possibile dal mio futuro marito.» risposi seria. Martina non mi preoccupava più, ero pronta a tutto pur di impedirgli di sconvolgere di nuovo la mia vita.
Ecco a voi un nuovo capitolo, scusatemi ma ieri proprio non ce l'ho fatta! Spero vi piaccia, fatemi sapere ❤️
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Il mio vizio. || Gonzalo Higuain
أدب الهواةBastò una notte, una sola, ad incasinare tutto. Lei ricordava poco, lui ricordava forse troppo. Fu passione, odio, amarezza, testardaggine, ancora passione, odio e poi? Forse diventò un vizio? Quasi una dipendenza, si. E come fai a scappare da qualc...