Rimanemmo lì fermi per qualche secondo. «Sei incinta?» chiese poi mio padre. Annuii senza nemmeno guardarlo. Lui sorrise e per poco non si commosse. «Diventerò nonno.» affermò con uno sguardo pieno d'amore. Lo guardai un attimo, poi però la mia attenzione venne attirata ad un'altra voce. «Papà?» chiese mio fratello meravigliato. «Ciao figliolo.» rispose mio padre abbracciandolo. «Pensavo non venissi.» disse sincero mio fratello. «Rimani?» chiese poi. Mio padre e mio fratello si girarono verso di me in attesa di una mia risposta. Io mi voltai verso Gonzalo che era poco dietro di me. Lui annuì. «Si, resta.» sospirai. Non so perché decisi in quel modo, speravo solo che fosse la cosa giusta da fare. Forse poteva essere un primo passo verso un perdono. Mio padre sorrise e si avvicinò per abbracciarmi. «No.» lo fermai. «Non ancora.» continuai. Lui capì e annuì. Poi mio fratello gli fece strada verso la sua camera. Mi voltai verso Gonzalo che aveva uno sguardo fiero. «Perché lo hai fatto?» chiesi diretta, con un filo di rabbia nel mio tono di voce. «Perché è tuo padre, nonostante tutto merita di essere qui oggi.» rispose serio. «Non lo vedo da forse 10 anni. Non sa nulla di me, non sa nulla di noi.» mi stavo per innervosire. «Calmati, non ti fa bene e lo sai.» disse serio. Scossi la testa. «Non mi importa, potrei esplodere.» ormai ero arrivata ad una crisi di nervi. Gonzalo provò ad avvicinarsi ma lo spinsi via, per poi andare dritta in camera mia. Sbattei forte la porta causando un rumore fortissimo. Dopo poco qualcuno bussò alla mia porta, non risposi, rimasi seduta sul letto. La porta pian piano si aprì e ad entrare fu Claudia. «Ehi, tutto okay?» chiese sedendosi vicino a me. Annuii. «Ali, Gonzalo lo ha fatto solo ed esclusivamente per te e per il piccolo. Credeva che provare a farvi recuperare il rapporto fosse la cosa giusta da fare.» spiegò Claudia. Come finì di parlare la porta si aprì di nuovo, questa volta ad entrare fu Gonzalo. Lei lo guardò, si alzò dal letto e uscì dalla camera lasciandoci soli. «Amore...» sussurrò. «Sto bene, tranquillo. Parlerò con mio padre, hai ragione tu.» dissi calma. Gonzalo sorrise e si avvicinò a me per poi abbracciarmi. D'un tratto si sentì un grande casino provenire dalla reception, io e Gonzalo scendemmo subito. Lì trovammo tutti i ragazzi con le loro compagne che erano appena arrivati. «Eccoliii!» urlò Mario vedendoci arrivare. «Gonzalone internazionale!» urlò invece Leo. «Il vostro bomber è arrivato.» scherzò Gonzalo per poi avvicinarsi a salutarli. «Ma guarda lei con quel pancino.» disse Daniele abbracciandomi. «Ci credi che sei al mio matrimonio?» chiesi ridendo. «Che sono al tuo si, ma che tu ti stia sposando con Gonzalo un po' meno.» rispose ridendo. Salutai Michela e tutte le altre per poi lasciare che si accomodassero nelle loro camere. Ancora mancavano diversi invitati, ma era solo mezzo giorno. «La smetti di stare con l'ansia?» mi chiese Gonzalo quando vide che controllavo per la cinquantesima volta la lista. «Il mio sesto senso mi dice che succederà qualcosa. E credimi, non sbaglia mai.» dissi sicura. «Qualsiasi cosa succeda l'importante è che domani io ti sposi. Non mi importa altro.» disse dolcemente. Io quasi lo ignorai, ero in preda all'ansia, non riuscivo a dargli retta. Lui non aggiunse altro, si voltò e andò via. Lo guardai allontanarsi da me senza farci più di tanto caso. Finii di controllare le ultime cose ed andai in camera mia ad indossare il costume per poi raggiungere la piscina al chiuso dell'hotel, volevo rilassarmi per un po'. Entrai in acqua e rimasi lì con la testa immersa nei pensieri. Uscii dall'acqua, mi asciugai e rientrai in camera mia. Ero appena uscita dalla doccia quando sentii bussare alla porta. Ancora in accappatoio andai ad aprire. Con gran stupore vidi che era Paulo, lo lasciai entrare. «Ali tutto okay tra te e Gonzalo?» chiese abbastanza diretto. «Si perché?» chiesi a mia volta, non riuscivo a capire. «L'ho visto abbastanza nervoso prima, gli ho chiesto cosa avesse e mi ha detto che tu sei talmente presa dai preparativi e da quello che potrebbe succedere dimenticandoti quasi di lui.» mi spiegò Paulo. Ripensai subito alla scena della reception e capii che forse aveva ragione. Congedai Paulo, mi cambiai e raggiunsi Gonzalo nella sua camera. Bussai insistentemente ma non ebbi nessuna risposta, doveva essere sicuramente fuori. Scesi sotto a cercarlo, andai nella palestra, nella sauna, in sala pranzo, in piscina, ma di Gonzalo nemmeno l'ombra. Mi sedetti alla reception, non ce la facevo più a girare. Dopo qualche minuto lo vidi rientrare. Gli corsi incontro e lo abbracciai, lui inizialmente fece il duro non ricambiando l'abbraccio, però cedette qualche secondo dopo. «Scusami amore mio.» sussurrai. «Tranquilla, so quanto possa essere stressante per te questa situazione.» disse dandomi un dolce bacio. «Credimi che non ce la faccio più.» dissi sincera. Gonzalo si fermò a pensare un attimo. «Va' a prendere la tua borsa.» disse poi. «La borsa?» chiesi meravigliata. «Vaii!» insistette. Poi si voltò verso il fratello che era poco più in là. «Fratello ti prego prestami la tua auto.» lo supplicò quasi, lui gli lanciò le chiavi. Io recuperai la mia borsa e lo seguii in auto. Lo guardavo senza capire cosa avesse in mente, era quasi ora di cena ed il tramonto era vicino. Lui sì fermò davanti ad un Mc Donald's e mi lasciò in auto senza dirmi nulla, tornò con due buste e poi mise in moto di nuovo. «Mi vuoi dire cos'hai in mente?» chiesi quasi come una bambina. «Sh, siamo quasi arrivati.» rispose dolcemente. Dopo una grossa salita ed un paio di curve arrivammo su uno specie di ponte del quale si vedeva Roma dall'alto. Eravamo solo io, lui e un'immensa Roma al tramonto. Calò un'atmosfera assolutamente romantica, non era da me, però mi piaceva molto. «Ti piace?» chiese piano Gonzalo. «È splendido, grazie.» risposi sorridendo. «Solo io, te e un tramonto.» disse, mi trasmetteva tanta leggerezza. «Ne avevo bisogno.» sussurrai. Mangiammo lì e, tra una risata e l'altra arrivò presto la mezzanotte. Io e Gonzalo tornammo in hotel, lui mi lasciò davanti la mia suite con un dolce bacio. «L'ultimo da fidanzati.» osservò. «Tra poche ore sarai mio marito.» dissi fiera. «Ci vediamo all'altare amore mio.» disse per poi andare via. Rientrai in camera con un sorriso grandissimo. Stavo veramente bene. Misi il pigiama e mi infilai nel letto. Dopo qualche secondo però il mio telefono si illuminò. "Attenta a chi ti porti all'altare, non tutto è come sembra." diceva un messaggio, il numero però era sconosciuto. Ero basita da quel messaggio, però decisi di ignorarlo, pensai che si trattasse di qualche invidiosa. Non volevo rovinarmi quel giorno ed in più avevo bisogno di riposare.
Ciao pupe, ecco un nuovo capitolo tutto per voi, aspetto i vostri commenti ❤️
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Il mio vizio. || Gonzalo Higuain
FanfictionBastò una notte, una sola, ad incasinare tutto. Lei ricordava poco, lui ricordava forse troppo. Fu passione, odio, amarezza, testardaggine, ancora passione, odio e poi? Forse diventò un vizio? Quasi una dipendenza, si. E come fai a scappare da qualc...