Capitolo 24

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Quel messaggio mi faceva solo ridere, trovavo ridicolo che una ragazza potesse cadere così in basso. "Se vuoi giocare compra una PlayStation, almeno a Fifa ti metti titolare!" scrissi di getto. Ero stanca di lei e dei suoi ricatti. Buttai il telefono in borsa e seguii Gonzalo fino a casa. Mi distesi di fianco a lui sul divano, ero felice che avremmo avuto un po' di tempo per noi, visti i pochi giorni di vacanza che avevamo. L'indomani sarebbe stata la vigilia di Natale e non avevo idea se l'avessimo passata insieme o meno, erano successe così tante cose che non avevamo avuto tempo di parlarne. Erano ormai le otto di sera e Gonzalo da lì a poco si addormentò, rimasi immobile a guardarlo per paura di svegliarlo. Non mi sembrava vero che finalmente eravamo di nuovo insieme. Non passò molto tempo che mi addormentai di fianco a lui. Il viaggio era stato duro e ciò che era seguito lo era stato ancor di più e per questo eravamo davvero distrutti. Mi svegliai direttamente la mattina dopo ma non sul divano, bensì sul letto. Mi guardai intorno ma non vidi Gonzalo. Scesi in cucina dove lo vidi in difficoltà nel preparare la colazione. Mi poggiai alla porta, senza fiatare, a guardarlo. La scena però era troppo simpatica e mi scappò una risata. «Lascia stare che cucinare non fa per te.» dissi ridendo. «Ma che, sono uno chef nato, solo perché non so fare un caffè!» esclamò guardando la macchinetta. Mi avvicinai a lui, presi la macchinetta, l'aggiustai e la misi sul fuoco. «Guarda e impara.» dissi facendo la superiore. «Ma che, non ho niente da imparare da una scarsa come te.» scherzò. Mi allontanai da lui facendo l'offesa. «Ma comunque, buongiorno amore.» urlò quasi abbracciandomi. «Buongiorno amore proprio niente, caccia le zampe.» mi lamentai allontanandolo. La sua stretta però si rafforzò e iniziò a farmi il solletico. Mi arresi quasi subito, cedendo tra le sue braccia. «Sai che giorno è oggi?» chiese poi. «Il giorno in cui esplode la macchinetta, se non la chiudi.» risposi accennando una risata. Si girò e la chiuse, per poi tornare a me. «Quindi?» chiese di nuovo. «Beh la vigilia di Natale direi.» risposi tra le sue braccia. «Sai ti volevo chiedere una cosa... so che forse vorrai passarla con tuo fratello, però mi farebbe piacere che venissi a cena con me e i miei genitori. Arrivano pomeriggio e credo sia arrivato il momento di presentarteli.» mi propose un po' imbarazzato. Non avevo mai visto Gonzalo così, per una volta mi fece quasi tenerezza. L'idea di conoscere la sua famiglia però mi terrorizzava, non ero mai stata in una situazione del genere, era una cosa totalmente nuova per me. «Certo che verrò con te stasera.» risposi accennando un sorriso. Il viso di Gonzalo si illuminò e mi baciò. Tuttavia, era già la vigilia di Natale ed io non avevo ancora fatto nemmeno un regalo. Quella mattina, infatti, io e Gonzalo decidemmo per la prima volta di uscire in centro insieme. Questo significava lasciare che tutti sapessero di noi e della nostra storia. Camminare tuttavia non fu difficile, venivamo interrotti ogni tanto per qualche foto o autografo ma nessuno invase completamente la nostra privacy. «Visto? Alla fine non facciamo più di tanto scandalo.» disse Gonzalo ridendo, mentre camminavamo mano nella mano. «Non facciamo scandalo perché ci sono io che sono meravigliosa.» mi vantai ridendo. Gonzalo mi guardò male per poi scoppiare a ridere un attimo dopo. Quella mattina riuscii a comprare tutti i regali, compreso quello del mio nipotino che sarebbe nato dopo pochi mesi. Decidemmo, per pranzo, di raggiungere Paulo e Antonella ad un ristorante. L'idea di passare del tempo con la fidanzata di Paulo non mi entusiasmava molto, ma sapevo quanto Gonzalo ci tenesse a stare con lui quindi acconsentii. «Che coppia. CHE COPPIA!» esclamò Paulo vedendoci entrare nel ristorante. Io e Gonzalo ridemmo, poi lui lo abbracciò. Salutai Antonella e poi anch'io Paulo. Lui mi fece l'occhiolino indicando Gonzalo ed io lo spinsi. «Ma come lo sopporti?» chiesi ad Antonella ridendo. «Beh io ti chiederei la stessa cosa su Gonzalo.» la anticipò nella risposta Paulo. «Beh lui è insopportabile.» affermai ridendo. «È da stamattina che mi fa questi complimenti, credimi.» disse Gonzalo a Paulo, quasi disperato. Io e Paulo scoppiammo a ridere. Durante il pranzo Antonella sembrava quasi inesistente, io, Gonzalo e Paulo parlavamo di tutto e di più, lei invece non provava nemmeno a prender parte alla conversazione. Rimanemmo insieme fino a metà pomeriggio, poi io e Gonzalo andammo via per prepararci in vista della cena con i suoi genitori. Non appena iniziai a preparami sentii l'ansia salire più che mai. Non avevo idea di cosa avrebbero potuto pensare i suoi genitori di me e il solo pensiero di non piacergli mi terrorizzava. Rimasi immobile davanti alla mia roba senza la minima idea di cosa indossare, Gonzalo intanto era già pronto ed era molto più tranquillo di me. «Ma che stai facendo?» chiese ridendo quando notò che ero immobile davanti al letto. «Non so cosa diamine indossare, non ero mentalmente pronta per questa cena.» dissi nel panico più totale. Gonzalo sorrise e poi si avvicinò a me. «Qualsiasi cosa indosserai sarai perfetta.» sussurrò sincero. «Sai che potrei non piacergli vero?» chiesi cercando di aprirgli gli occhi. Lui questa volta rise proprio. «È impossibile che tu non gli piaccia, piaci a me. Abbiamo lottato tanto per arrivare fin qui. Abbiamo lottato con gli altri, tra di noi, eppure ci siamo arrivati, e di certo non sarà il giudizio dei miei genitori a farmi rinunciare a tutto quello che abbiamo costruito.» disse sicuro guardandomi negli occhi. Lo baciai e tornai alla mia scelta. Dopo un'altra ora buona ero finalmente pronta. Indossai un vestitino nero, stretto di sopra e morbido sui fianchi, con degli stivaletti neri abbastanza alta. Nonostante tutto però, di fianco a Gonzalo sembravo una nana. Era la prima volta che passavo la vigilia di Natale lontana da mio fratello, nel tragitto che portava al ristorante lo chiamai e lui mi rassicurò dicendomi che ci saremmo visti l'indomani. Quando arrivammo al ristorante i genitori di Gonzalo erano già dentro, seduti al nostro tavolo. Poco prima di entrare strinsi la mano di Gonzalo ancora più forte, lui sorrise. «Ansia?» chiese sorridendo. Eravamo quasi davanti al tavolo. Annuii. «Sei bellissima.» sussurrò per poi avvicinarsi alla madre a salutarla. Io rimasi impalata dietro di lui con un sorriso da ebete. «Mamma lei è Alice.» disse Gonzalo indicandomi. La madre mi guardò e poi sorrise, Gonzalo invece salutò il padre. «Ma Gonzalo, è molto più bella di quanto ci avevi detto.» esclamò la madre abbracciandomi. Rimasi sorpresa da quel gesto ma ricambiai quell'abbraccio, era da tanto che una donna non mi abbracciava in quel modo. «Beh e se è riuscita a far cambiare testa a te allora deve essere una santa.» aggiunse il padre dandomi la mano. Ci sedemmo a tavola ed io mi ritrovai proprio di fronte la madre. Pian piano tutta l'ansia che avevo si scaricò, lasciando spazio ad una piacevole sensazione di leggerezza. «Ali, mi ha detto Gonzalo che anche tu giochi nella Juve.» esordì il padre. «Si sì, giochiamo anche nello stesso ruolo.» risposi. «Beh ma sarai sicuramente più forte.» disse il padre ridendo. «Non ci vuole molto.» dissi, per poi scoppiare a ridere entrambi. «Tu sei la prima ragazza che Gonzalo ci presenta, devi essere davvero speciale.» esclamò la madre felice. Mi voltai verso Gonzalo, non avrei mai immaginato che non avesse mai presentato nessuna ragazza ai suoi genitori. «Lo è.» rispose sicuro Gonzalo, mettendo un braccio dietro la mia schiena. «Mamma segna questo: oggi, 24 dicembre alle ore - guardò un'attimo l'orologio - 21:35 io ti assicuro: questa ragazza me la sposo.» continuò sorridendo, per poi darmi un dolce bacio sulla guancia.

Ragazzuole ecco un nuovo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate❣️

Il mio vizio. || Gonzalo HiguainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora