Durante i minuti rimasti provai a segnare per aprire la stagione con una bella doppietta, solo che non ero mai stata egoista con le mie compagne. Quando Claudia mi diede una palla in profondità, saltai il difensore, io e Valeria eravamo entrambe davanti la porta con solo il portiere come ostacolo, guardai alla mi destra e invece di tirare gliela passai, fu 2-0. Valeria mi saltò addosso ringraziandomi. «È tutto tuo! Tuo!» urlava indicandomi. La partita si concluse così e più che soddisfatte, dopo aver salutato i tifosi, rientrammo negli spogliatoi. Lì seguirono i soliti festeggiamenti post vittoria. Tutte abbracciavano me e Valeria. Prima di infilarmi sotto la doccia mi affacciai nel corridoio per vedere se c'era Gonzalo. Appena lo vidi corsi da lui saltandogli addosso. «Ho una bomber come ragazza.» disse ridendo. «Io ho un cretino come ragazzo, eppure non mi lamento.» risposi ridendo. Lui cercò di allontanarmi facendo l'offeso, ma io strinsi ancora più forte le braccia intorno al suo collo. «Beh possiamo salutarla anche noi oppure è proprietà privata?» disse qualcuno con un forte accento spagnolo. Guardai dietro Gonzalo e c'erano Paulo, Mario, Sami e Daniele. Meravigliata della loro presenza lì andai subito a salutarli. «Non pensavo foste qui.» esclamai meravigliata. «Beh noi ci saremmo volentieri riposati ma qui qualcuno ha insistito tanto.» disse Sami ridendo. «Ehi, il mio era solo un invito!» si giustificò Gonzalo. «Si lo so che quando vuole sa essere pesante.» dissi facendogli l'occhiolino. «Io sono qui e ci sento.» precisò Gonzalo. «Lo so benissimo.» dissi ridendo. «Ma voi due per caso avete da dirci qualcosa?» chiese Mario malizioso. «Ma niente.» rispondemmo io e Gonzalo in coro. Eravamo poco credibili. «Mario ma fatti i fatti tuoi.» disse Sami spingendolo. «Oh ma io so curioso!» si giustificò Mario ridendo. «Quando vuoi raccontare tutto a zio Mario sai dove trovarmi.» continuò poi. «Ora so dove non devo andare.» risposi ridendo. Gonzalo, ormai arreso sulle battutine dei compagni, si unì alla risata. «Certo che una coppia dove la ragazza era più forte del ragazzo a giocare a calcio non si era mai vista.» disse Paulo ridendo. Gonzalo lo guardò male ma Paulo era preso troppo dalla sua risata che lo ignorò completamente. «Ragazzi, scusate se vi interrompo.» disse una voce, ci girammo tutti e cinque ritrovandoci davanti il presidente. «Complimenti Rossi, ottima partita.» disse dandomi la mano. «Grazie.» dissi accennando un sorriso. «Se hai tempo passa in sala stampa a lasciare un'intervista.» propose poi. Sapevo benissimo che più che una proposta quello era un ordine. Annuii. Congedai i ragazzi e andai subito a farmi la doccia, mi asciugai i capelli e indossai la tuta della Juve. Andai in sala stampa dove non ebbi nemmeno il tempo di guardarmi intorno che mi si avvicinò un giornalista. «Buonasera dallo Juventus Stadium con Alice Rossi. Allora, complimenti per il goal e l'assist, cosa credi che manchi a questa Juve per affrontare al meglio la Champions?» chiese il giornalista. «Beh sono convinta che questa Juve abbia già una buona rosa per affrontarla, quindi stiamo bene così, poi sarà la società a decidere se comprare o cedere qualcuna ma mancano solo 3 giorni alla fine del mercato.» risposi sicura. «Abbiamo visto una dedica particolare, ci vuoi spiegare?» chiese poi. Andai nel panico più totale, non mi aspettavo affatto quella domanda. Dovevo trovare qualcosa da dire e alla svelta. «Eh, ogni promessa è debito, vi basti sapere questo.» mi limitai a rispondere sorridendo. «Perfetto, grazie e complimenti ancora.» disse il giornalista. Salutai e andai via. Uscita dallo Stadium trovai Gonzalo poggiato alla sua macchina ad aspettarmi. «Grossoo, dove mi porti?» chiesi salutandolo con un bacio. Lui prese il mio borsone e lo buttò sui sedili posteriori dell'auto. «Se mi chiami ancora così non ti porto proprio da nessuna parte.» rispose salendo in auto. «Oh, scusa cretino, quindi?» chiesi di nuovo. Lui arreso mise in moto. «Ma in silenzio non ci stai mai?» chiese lui sorridendo. «Ma se sto in silenzio non posso darti fastidio.» risposi muovendomi sul sedile. Dopo poco però arrivammo a casa sua, rimasi un po' delusa, credevo che per quella sera avessimo un programma diverso. Tuttavia però, oltrepassato il cancello, mi pentii subito di quello che avevo pensato. Davanti a me, su quell'immenso prato verde che circondava la casa di Gonzalo, a bordo piscina c'era un bellissimo tavolo aggiustato per una cena. Sopra c'erano delle candele a rendere tutto molto più romantico. Gonzalo mi abbracciò da dietro facendomi avvicinare al tavolo, poi mi spostò la sedia invitandomi a sedere. Dopo di che Gonzalo si sedette di fronte a me, stappò il vino e lo versò ad entrambi. «Un brindisi?» chiese alzando il suo bicchiere. Presi anche il mio. «A cosa brindiamo?» chiesi a mia volta. «A te.» rispose sicuro. Sorrisi. «Brindiamo a noi.» lo corressi.
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Da quel giorno passarono tre mesi, io e Gonzalo eravamo presi completamente dalle nostre stagioni calcistiche, eppure eravamo sempre più complici. Ormai io passavo sempre più tempo a casa sua, non volevo perdermi nemmeno un momento della nostra storia. Quella mattina, come tutte le altre, io e Gonzalo arrivammo insieme a Vinovo. Prima di entrare nello spogliatoio, però, sentii il mio telefono squillare, era mio fratello. «Pronto?» risposi. «Ehi sorellina, tutto okay?» chiese, intuii subito dal suo timbro vocale che era di buon umore. «Si si, voi? Tutto bene?» chiesi a mia volta. «Non potrebbe andare meglio. Volevo chiederti se tu e Gonzalo potevate venire a cena da noi stasera, volevo dirti una cosa.» disse eccitato. «Ma certo, a stasera allora.» risposi, per poi chiudere la telefonata sotto lo sguardo confuso di Gonzalo. «Mio fratello, ci ha invitato a cena stasera per dirci una cosa.» spiegai. «Beh, spero che si tratta di una cosa bella.» rispose Gonzalo, eravamo ormai arrivati davanti allo spogliatoio. «Dalla voce sembrava proprio di sì.» dissi sicura. Ci salutammo per poi dedicarci esclusivamente al nostro lavoro. La sera, come previsto, andammo a casa da me, dove mio fratello ci aspettava con una buona cena. Arrivati lì però rimasi sorpresa dal vedere che, oltre noi, aveva invitato un paio di amici molto stretti per lui. Capii subito che si doveva trattare di qualcosa di davvero importante. «Gonzalo!» lo salutò mio fratello abbracciandolo. Non mi stupii, essendo tifoso della Juve da sempre non avevo dubbi che sarebbero andati d'accordo. Prima di iniziare a mangiare mio fratello si alzò in piedi e prese la parola. «Ho voluto invitarvi qui stasera per darvi una notizia molto importante.» disse mio fratello. «Ci speravamo da diverso tempo e finalmente è successo, presto avremo un bambino.» disse mio fratello quasi emozionato. D'istinto sorrisi per poi andare ad abbracciare sia mio fratello che mia cognata, ero troppo felice per loro. Lo stesso fece Gonzalo. Dopo quella notizia la serata si svolse in maniera splendida, lì per lì la notizia del bambino la presi benissimo. Quella sera però, tornata a casa con Gonzalo, la mia testa iniziò a far tornare a galla ricordi e vecchi rancori. Ciò che prima mi aveva fatto sentire la persona più felice del mondo ora mi si stava rivoltando contro tendendomi sveglia tutta la notte. Accoccolata tra le braccia di Gonzalo, che dormiva, una lacrima scese sul mio volto. Non immaginavo che quella notizia potesse scuotermi così tanto. Provai ad addormentarmi in tutti i modi ma non ci fu verso. Sgusciai fuori dal letto e andai sul balcone. Presa da una forte malinconia mi sedetti lì fuori ad osservare l'immensità della notte.
Buonasera bellissime, spero che questo capitolo vi piaccia. Non abbiate paura, pian piano capirete tutto😂❣️
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Il mio vizio. || Gonzalo Higuain
FanficBastò una notte, una sola, ad incasinare tutto. Lei ricordava poco, lui ricordava forse troppo. Fu passione, odio, amarezza, testardaggine, ancora passione, odio e poi? Forse diventò un vizio? Quasi una dipendenza, si. E come fai a scappare da qualc...