Capitolo otto

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-"Cosa ti passa per la mente, Laura?"- chiese l'anonimo compagno d'avventura.

-"Penso a niente, e penso a tutto."- disse –"Mi chiedo cosa posso fare, non riesco a stare qui a guardare."-

-"Devi."- disse, dopo poco sparì tra il bianco.

In quell'immensità, vi erano molteplici anime che chiacchieravano tra loro, tutte con una storia diversa, e ognuna con un'età differente. Erano così tante, che era impossibile poterle contare, eppure Laura si sentiva così sola.

-"Cara anima afflitta, è da tanto tempo che ti osservo, cosa ti è capitato?"- chiese una donna sulla settantina.

-"Sono morta, tutto qua."-

-"Piccola, tutti sono morti, qui, mi dispiace."-

-"Anche a me."-

-"Cosa ti è capitato, giovane creatura? Chi ti ha strappato via il tuo sorriso vitale?"-

-"Nessuno."-

-"Mia cara, a tutti è dispiaciuto abbandonare i propri cari, anche a me, ma purtroppo la Vecchiaia ha bussato alla mia porta, ed eccomi qui! A te ha bussato il Grande Male?"-

-"Il Grande Male? Spiegati, per piacere."-

-"Sei nuova qui, cara!"-

-"No, sto qui da tanto, ma non sono molto socievole, anzi non conosco nessuno qui."-

-"Le anime solitamente si presentano dicendo la causa della loro morte. Ad esempio, io sono Isabella, la Vecchiaia ha scelto per me!"-

-"Capisco. E il Grande Male?"-

-"Qui con Grande Male, definiamo tutte le malattie incurabili, aspettando che l'uomo trovi in un futuro una possibile cura a questo Grande Male, sempre più presente in questi ultimi anni."-

-"Capisco."-

-"Ricominciamo, dunque. Non puoi rimanere qui tutta sola, per il resto dell'eternità. Piacere, sono Isabella, e la Vecchiaia ha deciso per me!"- ripeté.

Laura non sapeva esattamente cosa rispondere, non era stata nessuna malattia incurabile a portarla via. Ci pensò per alcuni istanti. Poi rispose, prendendo coraggio,e liberandosi di quella vergogna che la stava avvolgendo.

-"Piacere, sono Laura, e ho deciso per me stessa"-

-"Oh mia cara, cosa ti ha spinto a decidere?"- disse Isabella. Il suo volto era completamente diverso da quello che aveva in precedenza. Laura non sapeva se gli era indifferente, o la disturbasse. Forse entrambe le cose.

-"Non lo so, Isabella. Da quando sono qui, sono sempre più confusa."-

-"Non si dimentica il motivo per cui hai deciso, mia cara."-

-"Non l'ho dimenticato. Penso di volerlo dimenticare. Adesso, sembra quasi stupido."-

-"E che fai qui tutta sola?"-

-"Penso che il mio posto sia qui. Devo stare qui a guardare la mia famiglia che si autodistrugge, penso che è quello che merito."-

-" Oh no, mia piccola. Tu meritavi una vita lunga e piena di felicità. Soltanto questo."-

-"Lo sai anche tu, che non merito una seconda possibilità."-

-"Nessuno ha una seconda possibilità qui."-

-"Si, ormai l'ho capito. Sono in terapia, adesso."-

-"La terapia dei ricordi o altre, mia cara?"-

-"Ricordi, credo. Esistono altre terapie?"-

-"Non lo so, io non sono mai stata in terapia."- disse frettolosamente –"Ora devo andare, è stato un piacere conoscerti, cara."- se ne andò velocemente. "Strano", pensò Laura.

-"Mio caro amico, conosci una certa Isabella?"- chiese Laura.

-"Qui, ci sono veramente tante persone che onorano quel nome, ma ti ho visto parlare con Nonna Isabella Schetti."-

-"Che hai da dirmi su di lei?"-

-"La Vecchiaia ha deciso per lei!"-

-"Certo, mi ha spiegato questa maniera di presentarsi qui."-

-"Qui la chiamano tutti Nonna Isabella, per un motivo ben preciso. Aveva un rapporto bellissimo con i nipoti, finché un errore non li divise per anni. Sai, cara mia, i passi falsi possono segnarti per tutta la vita, e la cara Isabella ne ha pagato le conseguenze."-

-"Non parlare di falsi passi a me."-

-"Tu ne sei un esempio portante, cara!"- rise. –"Comunque Isabella ha pagato per quell'errore, per anni non riuscì a mettersi in contatto con i nipoti, finché la Vecchiaia non decise per lei durante la notte."- continuò.

-"Non ha mai rincontrato i suoi nipoti?"-

-"No, piccola, o almeno non sulla Terra. Ella continua costantemente a vegliare su di loro e sui loro figli."- fece una pausa. –" Quando venne qui, non faceva altro che chiedere una seconda possibilità come te, ma ahimè, nessuno qui può avere una seconda possibilità!"-

-"La vedevo molto tranquilla però."-

-"Ha fatto una terapia molto lunga, ma alla fine è riuscita a trovare una pace interiore da portar invidia."-

-"Mi aveva detto che non era stata in terapia."-

-"Sono cose che col tempo, con una pace interiore ormai conquistata, si tendono a dimenticare, o almeno a non volerle più portar alla luce, per paura di perdersi nuovamente in quel buio senza pareti."- spiegò.

-"Adesso è tutto molto chiaro."-

-"Pronta per ricominciare la terapia?"-

-"D'accordo."-

Insieme entrarono nuovamente in quella dimensione, e le sfere erano sempre più numerose, e il frastuono sempre più insopportabile.

-"L'altra volta ho fatto riferimento a Federico."- disse l'anonimo compagno.

-"Lo ricordo bene. Secondo te è proprio necessario?"-

-"Certamente, se vuoi conquistare una pace interiore duratura come quella di Nonna Isabella."-

-"D'accordo"- disse titubante.

-"E ora pensa a Federico, uno dei momenti più felice che tu abbia con lui. Concentrati."-

La mente di Laura cominciò a frugare tra gli innumerevoli ricordi, finché non trovò il viso di Federico, tra le foglie. Afferrò una sfera, e il ricordo si estese dinanzi a loro.

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