Capitolo Quattordici

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-"E le sfere?"-

-"Non ci sono."- disse –"Sei stata troppo tempo su quella nuvola bianca, Laura."-

-"Ha importanza?"-

-"Qui no. Qui non esiste il tempo, ma per gli uomini sì. In questo periodo ti sei chiusa nel tuo dolore, e hai considerato i tuoi ricordi il motivo del tuo rimorso. Per questo è vuota la stanza, mia cara. I ricordi dovrebbero essere per te la cosa più preziosa in assoluto. Senza i ricordi, Laura, tu non sei mai stata nessuno, non hai mai vissuto, non sei mai nata. Te lo dico io che l'unica cosa che ho sono i ricordi di mia madre, e non i miei. Eppure sono la cosa più bella, più preziosa e più rara che io abbia. Non potrei mai voler cancellare mia madre, nonostante tutto, perché l'amore che io provo per lei va oltre l'odio."-

-"Ricordare ciò che avevo, e che ora non ho più, mi faceva troppo male."-

-"Deve farti male, Laura. E' una terapia che deve portarti al pentimento. Tua madre trascorre la sua vita a piangere sugli album di famiglia, perché sono l'unica cosa che la legano ancora a te. Le fotografie hanno questa sublime funzione, che col tempo poi è stata svalorizzata e dimenticata. Le fotografie immortalano i momenti, mentre il tempo passa. Le fotografie permettono di collegarti al mondo dei ricordi, che sono una piccola stanza nella tua mente. Questa stanza delle sfere è nella tua testa, sei tu a portarmi nei tuoi ricordi, tutto questo non esiste materialmente. Siamo nella tua testa, e tu hai svuotato la tua stanza dei ricordi, per paura di provare troppo dolore. Io so però che il dolore in te è rimasto comunque, perché quello che poteva essere il tuo futuro non fa parte della tua stanza dei ricordi. Non fai altro che pensare a cosa sarebbe potuta essere la tua vita, se avessi scelto una strada diversa. Mia cara, il dolore e il senso di colpa fanno parte di te, te lo avevo detto. Stai fuggendo da un qualcosa che non puoi liberarti, perché fa parte di te. Stai fuggendo da te stessa."-

-"Io non posso più continuare così. Ti prego, falli smettere, falli smettere!"- urlò piangendo.

-"Chi, Laura?"-

-"I giudizi della gente, falli smettere! Continuano a giudicarmi anche adesso. Sento i giudizi della gente anche adesso che non ci sono più, falli smettere, ti prego!"- si accovacciò a terra, portò le mani al viso.

-"Laura, ascolta solo me, ci sono solo io qui. I giudizi della gente non hanno importanza. Urla che non te ne importa!"-

La stanza si riempì di voci, e di corvi neri. I mormorii della gente si facevano sempre più fitti, quasi non riuscivano a sentire la loro stessa voce. La mente di Laura veniva invasa da questi commenti. La stanza da quelle pareti bianche, divenne come una nave in tempesta, il volo di quei corvi causava un gran frastuono, e le voci erano sempre più assillanti. Il vento era sempre più forte. Il dolore e la paura di non farcela a superare di nuovo tutto questo era sempre più imminente.

-"Non ci riesco, non ce la faccio"-

-"Urla: a me non importa!"-

-"No, ti prego, falli smettere!"- continuava ad urlare, coprendosi il volto, e scuotendo la testa.

-"Laura, ascolta me, segui i miei consigli! Smettila di piangere, la gente si nutre delle tue lacrime, della tua sofferenza, Laura non fare di nuovo il loro gioco!"-

-"Troppe voci, troppa confusione nella testa. Cosa dici?"-

-"Laura svuota la tua testa. Lo sappiamo entrambi che sono persone senza importanza"-

-"Ero innamorata di Federico, lui mi ha allontanato!"-

-"Lui non ha mai capito il valore che avevi, fin quando non ti fa perso. Laura, riesci a sentirmi?"- continuava a urlare anche Amico Anonimo, nella speranza che potesse sentirla tra tutte quelle voci.

-"Ci sono troppe voci, basta, falli smettere!"-

-"Bambina, ascoltami, le persone non valorizzeranno mai gli altri, per paura di sminuire loro stessi. Non devi dare peso alle voci delle persone. Loro non sanno cosa tu stai provando."-

-"Dicono che sono troppo magra, poi che sono troppo grassa per frequentarli, che non indosso bei vestiti, che ho i capelli troppo lunghi. Loro dicono che non merito l'amore dei miei genitori. Loro dicono che sono stata un'egoista a uccidermi, che sono stata una sciocca, che non ho dato importanza ai miei genitori per un capriccio, ti prego!"-

-"Laura, non ascoltarli, loro non esistono, cacciali dal tuo mondo! Tu ami i tuoi genitori, e lo sappiamo tutti qui! Anche Amari ti ama, Nonna Isabella ti ha adottato come nipote, e Juliane ti tratta come una figlia! Ascolta il loro parere, loro ti danno il valore che meriti!"-

-"Non mi sono uccisa per un capriccio, io non mi sono uccisa per un capriccio! Non è vero, non era un capriccio, io amavo e amo tutt'ora i miei genitori!"-

-"Si, Laura, sono solo bugie. Non devi più credere alle bugie, ti hanno già fatto troppo male."- disse, mentre Laura cominciò a tranquillizzarsi, riaprì gli occhi, e il suo pianto si fece più tranquillo, e quasi proporzionalmente anche il vento si placò, la tempesta era apparentemente finita.

-"Loro crederanno sempre alle bugie."-

-"Le persone che ti amano non crederanno mai a tutto questo, perché loro sanno veramente chi tu sia, e sono quelle persone che tu devi ascoltare. Ti devi circondare solo di questo tipo di persone, perché esistono persone che ti fanno del bene, devi solo trovarle. In questo percorso, ne hai trovata una in Annalisa, Laura."- disse –"E poi, io non crederei mai che ti sei uccisa per un capriccio."- sorrise.

-"Ti ringrazio"-

-"Bambina mia, non ti ho fatto nessun favore. Non devi ringraziarmi. Sono un tuo amico, e faccio il mio dovere con piacere. Quando torneranno i giudizi della gente, non farti più calpestare."-

-"Devo andare adesso. Ho una cosa da dire a Nonna Isabella."- corse via, abbandonò quella stanza ormai vuota, e cercò nella molteplicità delle anime, la sua cara amica.

-"Nonna Isabella, adesso ho capito!"-

-"Tesoro, dimmi, cosa hai capito?"-

-"Tu credi che mi sia gettata dalla finestra per un capriccio?"-

-"Io non so il motivo che ti abbia spinto quella mattina, però non potrei mai credere che sia stato per un capriccio, mia cara, non sei mica così stupida!"-

Era quello che Laura che voleva sentirsi dire, Nonna Isabella era una persona che l'amava, e non avrebbe mai creduto ad una bugia, e così fece un grosso sorriso, era da molto tempo che non ne faceva uno di quella portata, e poi disse:

-"Ho deciso per me stessa per non poter più sentire i giudizi della gente. Ero troppo debole per poterli affrontare, e credevo di essere sola in quella battaglia. Ma adesso ho capito: non ero sola, avevo una famiglia, e un'amica che mi sostenevano. Purtroppo solo adesso ho imparato ad ascoltare. Prima, sentivo solo i giudizi delle persone, che senza nemmeno tanta curanza, gettavano un loro parere nell'aria, credendo che esso era fine a se stesso, senza conseguenze. Ho imparato la differenza tra ascoltare e sentire, anche se un po' tardi. Adesso riesco a difendermi dai giudizi, Nonna Isabella, perché adesso riesco ad ascoltare le persone che mi amano."-

-"Sei stata forte per tutto il tempo che hai saputo resistere. Sei stata una ragazza coraggiosa, sperando che grazie a te, le persone imparino a dar peso alle parole."-

-"Lo spero, così la mia morte non sarà invano."-

-"Laura, come ti senti questa mattina?"-

-"Amico Anonimo, molto meglio. Grazie per avermi illuminato sul motivo del mio gesto. Hai dato non solo un senso alla mia vita, che credevo non avesse, ma anche alla mia morte."-

-"Non l'ho dato io un senso a tutto questo, ti ho solo mostrato ciò che i giudizi della gente ti oscuravano."-

-"Mia madre ha avuto di nuovo una crisi questa mattina."-

-"Mi dispiace, Laura."-

-"Andrea molto probabilmente non sarà ammesso all'esame."-


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