62

602 56 6
                                    

Nella mia testa c' era un' enorme confusione e cercavo di sistemare tutti i pezzi di quel puzzle troppo complicato per i miei gusti mentre continuavo a camminare.
Quella camminata fu un' agonia. Appena uscita dall' hotel scoprì  di essere poco distante dalla casa di Matteo essendo essa vicina al centro quindi decisi di andare a piedi.
Tutto intorno a me era caos: le macchine sfrecciavano sulla strada trafficata di Modena, si sentivano i suoni di clacson premuti dopo essere stati sorpassati da un' altra auto e i bambini che piangevano nelle carrozzine.
Ne incontrai due e l' ultimo mi ricordò Alex quando era un piccolo angioletto appena nato.
Piangeva molto e dormiva poco.
I primi mesi furono un vero inferno.
La notte si svegliava alle due o alle tre e piangeva, io non sapevo che fare, non mi ero mai trovata con un neonato in casa.
Ero figlia unica e non mi sono mai posta il problema di accudire un bambino per più di due ore una o due volte l' anno quando qualche mia cugina aveva bisogno di una babysitter.
Anche se i loro figli avevano minimo un anno quando gli lasciavano con me e perciò non avevo nessuna esperienza in questo campo.
Sapevo che l' istinto materno non si può avere a caso e io non volevo neanche un figlio a quell' età soprattutto perché ero single e non pensavo a creare una famiglia, ma piuttosto a laurearmi o a fare baldoria il weekend con le amiche, niente di più.
Alex era come una prova che dovevo superare o forse semplicemente era arrivato il momento che io maturassi perché quando capitano cose del genere una persona deve porsi qualche domanda e accettare da persona matura tutte le cose che comportano quel cambiamento drastico nella tua vita.
Ricordo che una sera non riuscivo proprio a calmarlo, né con il latte e né con le ninna nanne che usavo per farlo addormentare, e in quel momento piansi, scoppiai in lacrime mentre lo tenevo in braccio e lui dopo un po'  smise e mi guardò con quei occhioni scuri ereditati dal padre con uno sguardo che appariva quasi preoccupato nella poca luce che c' era nel salotto che filtrava dalle finestre.
Io continuai a singhiozzare, mi sentivo così inutile, incompetente, impotente...una nullità. Non riuscivo neanche a mantenere una promessa fatta a una mia cara amica e mi stavo comportando come una bambina.
Non so bene cosa successe in seguito, ma mi accorsi dopo qualche minuto di non avere più il piccolo tra le braccia e mi alzai quasi spaventata dal pavimento freddo del salotto.
Matteo era a qualche passo da me, cullava il bambino con un piccolo sorriso sul volto e si vedava lontano un miglio che era tremendamente assonnato.
Aveva iniziato a lavorare da poco e in quiei giorni era più stanco del solito, cercavo di non fargli mancare nulla soprattutto quando tornava a casa e di non fargli pesare il fatto che non passava molto tempo con suo figlio perché d'altronde non era colpa sua.
Aveva bisogno di soldi e non voleva nemmeno un centesimo da me, era già tanto che io comprassi qualcosina per Alex.
Durante la giornata stavo da mia madre e lei cercava di istruirmi più che poteva per essere una brava madre, ma penso che ciò non si possa insegnare e non credo di esserlo diventata comunque.
Lei per me lo è stata, è sempre stata il mio punto di riferimento insieme a mio padre, ma lei mi desiderava così tanto e io invece continuavo a pensare al fatto che mi stavo perdendo gli anni migliori della mia vita.
Matteo era il mio migliore amico e lo aiutavo volentieri, ma legalmente ero quasi la vera madre di Alex e avevo dei doveri che non riuscivo a rispettare.
Vedevo la maternità come l' assassina della mia gioventù (?)...
Matteo mi guardò con tenerezza, mi disse di andare a riposare e che se ne sarebbe occupato lui però il giorno dopo lui si sarebbe alzato presto e non potevo tenerlo sveglio ancora.
Preparai il latte al piccolo e lo misi nel suo biberon.
Ordinai a Matteo di portarlo a letto, lui obbedì e li trovai entrambi lì sdraiati uno accanto all' altro.
Fu una scena davvero carina e sembrammo una vera famiglia per la prima volta.
Alla fine riuscimmo a farlo addormentare e poco dopo crollò pure Matteo in un sonno profondo.
Io non riuscì a dormire quella notte, rimasi seduta nel suo letto vicina ad Alex per evitare che si svegliasse e portai le ginocchia al petto appoggiando poi la testa su di esse.
Guardai gli unici uomini della mia vita dormire beati e quella notte lo accettai.
Accettai di essere diventata madre e mi piacque tutta quella nuova situazione.
Vedevo un futuro stupendo per noi tre e magari sarei riuscita a innamorarmi di Matteo un giorno...
Eppure più lo osservavo nella penombra della sua camera da letto e più immaginavo che ci fosse Benjamin al suo posto.
Non l' avevo ancora dimenticato e non potevo di certo sapere che neanche lui riusciva a scordarmi, ma più tardi, forse troppo tardi, lo scoprì.
Mi chiesi se sarebbe stato diverso se lui non fosse mai uscito dalla mia vita, ma scacciai il pensiero appena le lacrime minacciarono di scendere sul mio viso.
Volevo che tutto fosse perfetto, volevo dare a Matteo tutto il mio supporto e sostegno, volevo dare ad Alex una bella famiglia eppure nel profondo del mio cuore sapevo benissimo che non avrebbe funzionato a lungo.

***
N.A.

Questo capitolo è venuto molto più lungo del solito, ma l' ho fatto affinché vuoi capiate di più Barbara e quanto è stata dura per lei in questi quattro anni.
Spero che vi sia piaciuto e presto avrete anche un piccolo flashback di Benjamin.
Stay tuned!💕

-Mely💕

Social→Benjamin Mascolo {Slow Updates}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora