Ci fermammo all'inizio di un bosco. La zona era poco illuminata e, probabilmente, non ci sarebbe stata alcuna presenza viva che abitasse nei paraggi.
Ci guardammo e per un attimo scoppiamo entrambi a ridere. Avevo paura e mi sarebbe piaciuto essere a conoscenza della ragione per la quale mi trovavo qui, isolata dal mondo, con Simon.
- Sei bella- disse lui guardando il vestito che indossavo. Guardai anchio e solo in quel momento mi accorsi che la scollatura sul petto traspariva il bianco seno.
Mi rivolsi verso Simon e gli dissi cercando di prendere la situazione in mano - Ho bisogno che mi porti a casa mia. Simon, basta con questi scherzetti- cercai di sembrare piu seria possibile.
- chi scherza? - disse avvicinandosi a me.
Mi scostai, ma c'era la portiera a bloccarmi il passaggio. Non potevo muovermi.
Simon mi salii letteralmente addosso e iniziò a baciarmi il collo, mentre sussurava parole dolci, che in quel momento parevano inquietanti. Mi sentivo soffocata e il suo corpo era sempre piu vicino al mio.
Con le mani cercai di spostarmi da li, ma ciò non fu possibile: Simon mi teneva ferma per i polsi e io non riuscivo più a muovermi.
- Dio se non fossi così irresistibile ti lascerei andare, ma non ci riesco- mi sussurrò all'orecchio mentre la sua mano scendeva piano piano lungo il bacino.
A quel punto senti un brivido e chiusi gli occhi spernado che tutto questo fosse un incubo.
Il vetro si ruppe. Vidi Charlie davanti al finestrino della macchina. Aprii di forza la portiera e mi prese tutto d'un colpo.
- Stai lontano da mia sorella, capito?- disse Charlie incenerendo Simon con lo sguardo.
- Aspetta Emma! Lasciami almeno il tuo numero- urlò Simon scendendo dall'auto con non curanza.
- Non credo sia il caso. Ci si vede in giro- dissi assumendo un tono autoritario.
Dopo quello che era appena successo avrei voluto aspettare un po di tempo prima di rivederlo.
Almeno fino a quando non sarremmo stati entrambi sicuri di poterci fidare l'uno dell'altro.
Charlie era arrabbiato più del solito e,mentre passeggiavamo per il vialetto alla ricerca di casa, mi fece una delle sue solite ramanzine sul perchè non dovessi fidarmi di un ragazzo appena conosciuto.
Le sue parole entravano da un orecchio e uscivano dall'altro. Avevo la testa da un'altra parte. Pensavo a Justin e a quello che mi aveva detto. Non riuscivo ancora a capire perche si fosse rivolto a me con così tanta gentilezza. Ok, era ubriaco, ma non del tutto la coscienza era ancora al suo posto e quelle cose deve sicuramente averle pensate. Quel ragazzo mi metteva sempre in confusione.Quella notte non chiusi occhio, occupata a pensare alla mia situazione esistenziale.
Penso troppo. Ma non riesco a farne a meno, è essenziale per me.
- Emma, sei libera? - sentii quelle parole provenire dalla soglia di camera mia.
- Charlie? - chiesi insospettita.
- No, sono George Clooney in persona venuto ad offirti un tazza di nespresso -
affermò mio fratello con sarcasmo.
- esci o no?- mi ripetè con insistenza Charlie e senza rispondere mi alzai dal letto per raggiungere mio fratello che mi attendeva impaziente.Scendemmo le scale. Erano all'incirca le due di notte.
- Charlie dove vuoi portarmi?- chiesi con un leggero brivido di preoccupazione.
- Non è visto di buon occhio svelare una sorpresa prima del dovuto - disse accennandomi un sorriso. Mi sentivo a disagio. Dopo la scenetta di questa sera avevo un brutto presentimento, che non si sarebbe placato facilmente.
Ripensare agli attimi scorsi passati in auto con Simon mi fecero rabbrividire. Non riuscivo ancora a capacitarmi che una cosa simile fosse successa, soprattutto con il ragazzo dolce e affidabile che mi ero immaginata.
- Secondo me pensi troppo - ribadì Charlie.
Tutti i miei conoscenti erano ormai al corrente di questo mio strano difetto.
Non saprei se chiamarlo proprio così.
- Scusami - affermai chinando il capo in segno di imbarazzo.
Charlie era un amico. Non lo consideravo un fratello. Anzi, avevo il brutto presentimento che non lo fosse realmente. E da come si comportava nei miei confronti sembrava mi nascondesse qualcosa. Qualcosa di molto importante, che avrei dovuto sapere.Ci ritrovammo nel retro di casa. Soli, come due bambini alla ricerca della madre perduta.
- Ecco, in realtà ti ho svegliata perchè ci tenevo che vedessi questo. - mi bisbigliò all'orecchio indicando con l'indice il cielo. La visuale era mozzafiato. Un vero e proprio spettacolo al quale non potevo fare a meno. La luna era piena e brillava d'un giallo accattivante. Le stelle, tutte attorno, fungevano da piccoli lumi nel cielo.
Era qualcosa di straordinario.
Madre natura questa sera era di buon umore.
- bello vero? - chiese mio fratello fissando la mia espressione di stupore rivolgersi in alto e sorridendomi dolcemente.
- Wow - esclamai sognante.
Un giorno avrei voluto raggiungere le stelle: lanciarmi in un astronave e lasciare per sempre il pianeta terra.L'estate passò in fretta. Io e la mia famiglia ci recammo in una località svizzera, paese che ho sempre desiderato visitare, e conobbi nuovi simpaticissimi amici, che purtroppo avrei dovuto lasciare e mai più rivedere.
Per mia disgrazia, questo sarebbe stato l'inizio della mia vita da liceale al college, che si trovava a pochi chilometri di distanza da casa mia.
Avrei dovuto passare cinque lunghi e faticosi anni senza il sostegno e la presenza della mia famiglia. Avrei dovuto condividere una camera e chi mi conosce sa che "condividere" non è una delle parole più ricorrenti nel mio vocabolario personale.
L'inferno sarebbe cominciato l'indomani. Avevo preparato tutto. In sostanza, non c'era niente che mi avrebbe impedito di partire tranne la voglia e la nostalgia di casa, che sentivo gia farsi strada in me.
- Emma, posso entrare? - domandò mia madre bussando al legno grezzo della porta di camera mia.
- Fa pure - risposi. Mi sedetti sul letto e mia madre, entrata nella stanza, fece lo stesso
- Io e papà avremmo bisogno di parlarti- disse mia mamma stringendomi la mano e assumendo un espressione cupa. Pensavo dovessero darmi la notizia di una morte e di un funerale al quale avrei dovuto partecipare, ma non era niente di tutto questo.
Pochi attimi dopo George raggiunse la stanza e guardò me e la mamma. Caterina si soffermò su di lui che fece cenno di sì con la testa, come per dare l'ok a qualcosa che sarebbe successo nel silenzio della camera.
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|| Anime opposte ||
Любовные романыUna storia d'amore vera.Una storia che ti fa pensare.Un romanzo travolgente pieno di sofferenza, d'amore, di amicizia, di passione. L'amore è capace di unire due anime completamente diverse. Emma è la solita ragazza ingenua, acqua e sapone...