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Il mio rapporto con Justin sembrava cambiare in meglio.
Prima del mio rientro a Seattle gli lascia un messaggio.
Sabato saremmo usciti per un secondo appuntamento.
Gioia e preoccupazione lamentavano nella mia testa.

Forse quel ragazzo chiuso e scontroso che conobbi d'estate si voleva rivelare tutt'altro, oppure, mentiva sulle sue buone intenzioni.

Il Natale a casa dei miei riempì la nostalgia che provavo. Mi inteneriva rivedere la mia famiglia.
A mezzogiorno in punto volti a me sconosciuti occupavano il salotto.
Tra allegre chiaccherate e cibo delizioso, presto il pasto terminò.
Aprimmo tutti insieme i regali e io mi risentivo nel corpo di dieci anni fa, fragile e speranzosa.

Fu così che la mente si immerse in ricordi che non potevano essere dimenticati.
Mi accorsi che ogni singolo momento della mia vita lo avevo vissuto con una persona che stupidamente stavo perdendo di vista.
Charlie.

Quel ragazzo difficile, un po' diverso mi aveva sempre dato tutto.

Dovevo parlargli. Era essenziale capire fino a fondo il perché lui si fosse comportato in quel modo quella sera lontana.

Era seduto attorno all'immensa tavola e masticava un pezzo d'agnello. Spostai leggermente la sedia e nell'orecchio gli sussurrai di raggiungermi nel giardino di fianco a casa.

Aspettavo da minuti. Sdraiai il corpo sulla neve che copriva interamente le foglie del prato. Sentivo il gelo e mi piaceva.

- Parlami - era in piedi davanti a me.
Mi alzai di fretta e a lungo lo guardai negli occhi. Poi aprì bocca.

- ehm..vedi, vorrei solo che tu mi parlassi di quella sera, sono ancora in pensiero e vorrei capirne qualcosa - confessai.

- Cosa dovrei dirti? Che sono innamorato di te? Lo sai già, non serve che te lo ripeta - disse bruscamente.

- Se tu fossi davvero innamorato di me rispetteresti la mia volontà. Tu sapevi che io non volevo farlo con te ma insistevi. Non pensi che sia semplice attrazione fisica?- cercai di farlo ragionare. Mi guardò confuso.

- So solo che quando sono con te impazzisco, infatti mi conviene tornare in casa- finì e si allontanò da me.
- ah..buon Natale- accennò davanti al portone.

Rimasi sola, in piedi, sul gelido tappeto nevoso.

La sera le coperte di lana nascondevano il freddo invernale.

Eravamo tutti riuniti attorno al camino. Ammiravo, quasi immobilizzata, il crepitio del focolare.

Ignoravo le risate e i discorsi della gente accanto a me. Rannicchiata sul divano sorseggiavo la cioccolata calda , che tenevo tra le mani.

Charlie entrò dalla porta nel bel mezzo della serata. Non fece caso alle domande di mia madre e fece presto a sedersi accanto a me.

- Ei, dov'eri? - gli chiesi io avvicinandomi a lui.

Si spostò di poco. E con gli occhi fissi sul camino disse - Ero fuori con amici -.

Non gli credetti a pieno. Gli passai la tazza, ancora piena, per concedergli un assaggio.

- No, grazie -

- Dimmi cosa ti succede - gli imposi.

- Nulla, davvero. Voglio chiederti una cosa..- questa volta girò il viso.

- Ti ascolto - gli risposi.

- Quella tua amica...sempre silenziosa...sempre un po' troppo allegra.. Trisha, ecco...ce lo ha un ragazzo?- si colorì leggermente di rosso. Notai subito l'imbarazzo.

- No, perché lo chiedi? - mi incuriosì.

- Perché è proprio carina - affermò.

Sorrisi a lungo. Volevo subito raccontare tutto alla mia amica. Anche lei qualche volta mi chiedeva di Charlie. In più ero contenta del suo sforzo nel cercare di dimenticare me. Sapevamo entrambi che non sarebbe stato possibile.

La serata continuò serena. Ero in pace con me stessa e con il mondo intorno a me. Partii poco prima della mezzanotte. Charlie guidava in fretta. Dall'altra parte del finestrino solo buio.

- Bambola mi sei mancata!- le urla gioiose di Trisha mi accolsero sulla porta spoglia della stanza 232. Un giorno senza la sua pazzia smisurata era un'eternità.

- Eiii! - le corsi incontro e la strinsi così forte da farle uscire le pupille dagli occhi.
Charlie era accanto a me e portava con se uno zaino con qualche regalino da casa.

- Ciao Trisha, sono Charlie - le sorrise con eleganza e cortesia.
Lei esaminò il suo volto privo di imperfezioni e rispose - Ciao Charlie - arrossì.

Guardai intorno per i corridoi, speravo di vedere Justin o di beccarlo sulla porta di qualche ragazza, magari con un mazzo di rose corallo in mano.
Non vidi nulla. Sospirai.

Pochi secondi dopo Charlie e Trisha erano già in buona confidenza. Uscirono per prendersi un caffè macchiato, come piaceva a entrambi.

Lessi un po', sbirciando di tanto in tanto lo schermo del cellulare. Aspettavo inquieta un suo messaggio.
Nulla. Proprio come le prime volte.

Mancava poco al primo vero appuntamento con la stella del college. L'irresistibile Justin Hall.

Sospirai. Sbuffai. Poi risi. Soffocai il viso sul tenero cuscino.

Prima della mezzanotte Trisha rientrò danzante sulle punte.

- Mi piace e mi piace tanto - urlò.

Dentro di me sorrisi. Ma in fondo il dubbio che Trisha potesse essere una Delle tante altre per mio fratello cresceva e soffocava l'entusiasmo.

- Attenta Trisha però, non voglio ti faccia del male - la misi in allerta. Era una amica speciale. Una sorella. Non avrei permesso a nessuno di farle un torto.

- Però credo che la sua cortesia nei tuoi confronti sia dovuta al fatto che ti veda come una possibile futura fidanzata. Una vera fidanzata. Quella con cui ti confidi. Con cui scherzi, ti baci e ti abbracci. - mi corressi poco dopo.

Lei sembrava soddisfatta di questo mio parere.

Anche la mattina dopo non ricevetti sms.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 14, 2018 ⏰

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