Si stava sforzando tantissimo, la mano le doleva ancora, e il blocco mentale sulla scena osè che avrebbe dovuto fare non l'avrebbe di certo fermata. Giulia era andata avanti con i disegni, era riuscita a finire il primo incontro tra Thomas e Teresa, e da quella stessa mattina stava lavorando al momento in cui Elizabeth scopriva del fatto che suo marito ormai non l'amava più. Non riusciva a muoversi bene, non era a suo agio, e Keita l'aveva notato, chiedendogli più volte di smettere di affaticare così tanto la propria mano. Ma Giulia non voleva smettere.
-Adesso basta- Justin apparve come un'enorme ombra alle sue spalle, gli sfilò la matita di mano, raccolse il suo materiale, mettendolo nello zaino, lo diede ad Ino e tornò a guardare Giulia. La ragazza era rimasta immobile, sconvolta da quella presa di posizione. -vieni con me, aiutami a mettere i libri sugli scaffali.-
Non disse nulla in risposta, anche se avrebbe voluto, e lo seguì.
Fecero come sempre. Giulia metteva a posto nei ripiani più bassi, quelli più faticosi da raggiungere per il ragazzone, e lui li metteva in alto, mettendosi ogni tanto in punta di piedi.
-Non era un rimprovero- Giulia prese il libro dalle sue mani e lo guardò confusa, perché non sapeva a cosa si riferisse. -prima. Io non volevo rimproverarti. Ma non devi affaticare la mano.- lei sospirò, mettendo a posto il libro. In teoria avevano finito, i due scatoloni erano vuoti, ma Justin era ancora davanti a lei, in piedi, intento a guardarla. -Non riesco ancora a credere ai tuoi capelli.- sorrise e sfiorò una ciocca rossa con le proprie lunghe dita.
-Infatti devi credere a me, e comunque volevo farlo da tempo.-
Giulia ricordò il momento in cui era tornata in biblioteca la sera prima. Keita era corso da lei allarmato, chiedendole per quale assurdo motivo si fosse tinta in quel modo i suoi capelli corvini. Lo stesso avevano fatto anche Ino e Suga, ma solo Justin aveva notato che li aveva anche tagliati, non solo tinti. Justin le aveva detto che stava bene, e che per lei sarebbe stato più comodo averli così corti, e così le aveva fatto adorare quel cambiamento ancora di più.
Per quanto fosse ormai certa che quel ragazzo le piacesse, e anche tanto, non poteva fare altro che comportarsi come aveva fatto fino a quel momento. In un mese e due settimane erano accadute molte cose, Giulia sarebbe stata contenta se fosse successo qualcosa di memorabile con Justin, ma... la verità era che non voleva avere delle debolezze. Non era il momento, non con Elizabeth che voleva farle del male, non senza Thomas pronto a difenderla, chissà per quale assurdo motivo.
-Volevo chiederti una cosa...-
-Dimmi pure. Devo prendere altri libri? Se mi dici dove sono...-
-No, no non... non i libri. Volevo chiederti se fossi brava nella comprensione del testo- la rossa fece spallucce. -i brani che ci assegnano sono praticamente del Medioevo e non riesco a comprenderli.-
-Mi stai chiedendo di aiutarti?-
-Si. Ma se ti scoccia puoi anche rifiutare.- disse lui agitatissimo. -N-non fa niente.-
-Ma scherzi? Guarda che non mi scoccia! Anzi, a me piacciono i brani così. Quelli antichi. Sono arrivata a sapere a memoria parti di alcuni brani, da quanto mi piaceva.- sorrise e Justin non se lo fece ripetere due volte.
Entrambi andarono in soffitta. La scrivania di Justin era completamente in disordine, ma Giulia sembrò non notarlo, anzi prese una sedia per avvicinarsi e aiutò il ragazzone a postare alcuni fogli. Lui prese il libro in cui c'era il brano da comprendere, e lei gli prese dei fogli per scrivere in brutta copia le risposte alle domande che avrebbero trovato. Per fortuna il brano era della Divina Commedia, e Giulia lo riconobbe immediatamente.
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How the story ends
FantasíaBuongiorno, oppure buona sera signorina Giulia. Le do il benvenuto in casa mia, anche se purtroppo non mi è permesso alzarmi da letto per colpa di un improvviso malore che mi ha colpita due giorni fa. In questa busta le allego delle semplici regole...