" Vieni, Daniel ... Il tuo posto è qui ..."
Non riuscivo più a controllare i miei gesti. Una presenza ambigua mi guidava, conducendomi tra le rose. Le rose della verità e del mistero. Le rose rosse dell'amore e della passione pronte a svelare i loro più intimi segreti.
Allora, forse, non sono un comune mortale. Sembra un'opera di fantasia, dell'inconscio anomalo e contorto di una mente malsana e ammalata. Ma di questo non vorrei preoccuparmi adesso. Le rose mi attendono impazienti. Devo affrettarmi ...
Pochi passi mi distanziavano da quel magnifico roseto. Avevo quasi raggiunto il centro che con maestria mi guidava. Ma la temibile nebbia tornò a farmi visita e questa volta non per aprire un ingresso, bensì per creare un uscita. Dovevo fermarmi, questo è vero. Quel passo fu fatale; mi condusse al di fuori di quel mondo, catapultandomi per terra e ferendomi atrocemente.
" Cosa dirò adesso alle rose? Quando me lo chiederanno, cosa risponderò?"
Di tutta l'anomalia che mi circondava, la mia unica preoccupazione era quella: trovare una giustificazione plausibile pronta a scagionarmi da un'eventuale punizione.
Rimasi a terra, seduto. Le ginocchia piegate sul petto e la mia testa nascosta tra di esse. Un altro tonfo seguì. L'ennesimo suono babelico intrappolò il mio udito in un'amara evidenza. La strada era sempre quella. Il dirupo anche. La vittima, invece, era un'altra. Le fiamme lambivano avare il terreno e ciò che fu regalato loro per saziarsi congelava il mio corpo, raffreddava le speranze di una vita fatta di colpe e meschinità.
Come se il cuore avesse cessato di battere, proseguii il mio cammino. La testa china verso il basso per la vergogna non si capacitava della realtà. China restava, intrappolando i giorni in una ragnatela di rame, ben cucita e fortificata, evitandone un'improvvisa uscita e un determinato crollo. Paura, paura ... Snodata paura che rifletteva squallore.
La mia mente però pensava alle rose. Rose colme di bontà, genuine e semplici, che catturavano le mie attenzioni riversandole nell'immenso errore dell'attimo.
" Accoglietemi. Questa è la strada per l'inferno. Mi sono smarrito; guidatemi ..."
In effetti quella era una strada tetra e angosciante. I colori avevano abbandonato il luogo, lasciandolo nelle grinfie della tristezza. Tutto nero ... Nemmeno uno spiraglio di luce.
Vagavo, vagavo. Ininterrottamente vagavo. Con la speranza di arrendermi ad un triste destino ma con la voglia di vivere in quel roseto dalle magnifiche sembianze. E come se lo avessi invocato, apparve nella sua splendida luce.
Questa volta mi fermai ...
Osservavo da lontano, sentendo i richiami. Sentivo l'odore, il sapore, il rumore delle loro voci soavi e delicate, vellutate di buoni propositi e sensazionali intenti. Provocavano il brivido dell'estasi. Un'estasi mistica che s'impadroniva di me, dei miei arti; del mio corpo.
Sensuale. Passionale. Mostravo interesse e loro lo percepivano. Le mie gambe, con passo falcato, superarono i confini, introducendomi nel sogno che avrebbe lavato via la sporcizia che mi ricopriva.
Quelle rose ... Mi abbracciavano con infinito calore e le mie lacrime saziavano la sete di quelle aspre radici, inondando il terreno pronto per nuovi boccioli ... L'amarezza del cammino era.
Niente per niente. Non si dava nulla per nulla. E per gioire di quelle visioni dovevo versare e riversare la mia vita, privare altre vite dalla gioia dei giorni, uccidere l'amore e accontentarmi poi di un amore platonico ma eterno.
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Rosetum
ParanormalDaniel, un ragazzo guidato da una strana presenza, viaggia tra mondi paralleli e visionari, fatti di sogni e ambigue realtà. Quando il destino di due donne si intreccerà con il suo, la sua vita cambierà direzione, rendendo finalmente plausibili le s...